23 febbraio 2010

Storie del mio Brasile su "Donne Pensanti"

"Dall'altra parte del mare" è il post che è stato pubblicato oggi sul blog di Donne Pensanti gestito dall'amica Silvia Cavalieri.
L'ho scritto un po' in fretta qualche settimana fa, e nel testo parlo di tre donne di Matriz de Camaragibe: Célia, Luiza e Ana (nella foto qui a sinistra).
Qualche informazione su Matriz la potete trovare anche su questo blog, è la piccola città in cui ho trascorso tre anni e mezzo all'inizio della mia esperienza in Brasile, quasi 20 anni fa, un luogo che scherzosamente mi ritrovo spesso a soprannominare "il buco del c... del Brasile". Non per disprezzo, ma perché a volte sembra davvero un luogo dimenticato da Dio e dagli uomini.
Oltre a essere donne pensanti, due di loro (Célia e Ana) sono anche carissime amiche, compagne di strada. 
Célia e io ci chiamiamo scherzosamente "comadre" (comare), perché sono stata madrina di cresima di Jane, la sua terzogenita. (nella foto qui a destra, insieme al marito João).
Ana invece è la mia sorella brasiliana di adozione, nel senso più completo che si può attribuire a questa parola. Non è un caso se i suoi nipoti, anche quelli nati dopo il mio rientro in Italia, mi conoscono come "Tia Sandra", Zia Sandra (malgrado le perplessità espresse una volta da una di loro, Gislaine, che andò a domandarle: "Ma la zia Sandra, è zia nostra in che modo?"...)
Vi lascio alla lettura di Donne Pensanti, se ne avete voglia.

11 febbraio 2010

Alcides não acontece todos os dias

Alcides não acontece todos os dias. Alcides non capita tutti i giorni. Questo l'incipit di un articolo che ho ricevuto ieri dall'amica Mônica, dal titolo Recife envergonhado (Recife si vergogna). Mi limito a una rapida traduzione e lascio a voi riflessioni, commenti e considerazioni.

Alcides non capita tutti i giorni. È un simbolo. E non di quelli inventati. Di quelli che fanno sentire orgogliosi, che spingono a ripensare alla vita, alle opportunità, alle cose giuste e a quelle sbagliate. Alcides è una bella storia, di quelle da riempirci un libro intero, che fanno vernir voglia di raccontare tutti i dettagli al tassista, al portinaio, ai colleghi, a tutti.

Abitante del sobborgo popolare Vila Santa Luzia, nel quartiere Torre, e figlio di un'ex-carrettiera, aveva sfiorato la miseria da vicino ma era passato all'esame di ammissione per il corso di Biomedicina dell'Università Federale del Pernambuco. Ed era passato alla grande, piazzandosi al primo posto fra gli studenti provenienti dalle scuole pubbliche (in Brasile, come negli Stati Uniti e in altri paesi delle Americhe, le scuole private sono migliori di quelle pubbliche, riservate alle fasce più povere della popolazione. N.d.T.). Non si dedicava ad altro. Studiava e frequentava il gruppo giovanile della chiesa di Torre. Aveva fatto impazzire dalla felicità sua madre, e anche Vila Santa Luzia. Le altre madri del quartiere avevano trovato qualcuno da additare ai propri figli. "Lo vedi quello? È stato ammesso all'università".

Aveva 22 anni e a settembre prossimo si sarebbe laureato. Avrebbe fatto il master e poi anche il dottorato. Ma abitava a Recife. Ed è bastato a fargli prendere due spari in testa. Era l'una di venerdì e stava studiando. È stato trascinato fuori di casa da due uomini in motocicletta. È morto davanti a sua madre e a tre sorelle.

Stamattina ho incontrato sua madre, donna Maria Luiza. Era ancora vestita di orgoglio, con il camice bianco del figlio. Mancava veramente poco al momento in cui avrebbe potuto dire al mondo di essere la madre di un biomedico. Ma ancor meno a quello in cui dire che non lo era più. Mi ha raccontato tutto il suo dolore. Ha detto che è riuscita ad aggrapparsi agli assassini, ma non c'è stato niente da fare. È riuscita a evitare solo il terzo colpo di pistola. Ma i primi due avevano già interrotto il suo sogno più grande. Maria Luiza è tornata a essere una madre come tante.

Oggi è l'8 febbraio e, solo in quest'anno, 386 madri di Recife piangono la morte di un figlio.


(Il testo originale è di João Valadares .La foto è di Alexandre Gondim/JCimagem)

01 febbraio 2010

Corso di portoghese a Bologna

Sono aperte le pre-iscrizioni al corso di lingua e cultura brasiliana che si terrà presso il Circolo Arci Benassi dal 3 marzo al 19 maggio prossimi (dalle 19.00 alle 20.30), rivolto a principianti e falsi principianti. 

Il corso si articola in 12 incontri di un'ora e mezzo ciascuno. L'obiettivo è raggiungere un livello minimo di comunicazione orale e di comprensione scritta della lingua, e contemporaneamente conoscere un po' della cultura brasiliana cercando di andare oltre gli stereotipi correnti.
Per informazioni, potete telefonare direttamente al Benassi al numero 051/6271476 oppure scrivere al mio indirizzo di posta elettronica falabrasil.corso@gmail.com

 
Nello stesso periodo e nella stessa sede, ma dalle 21.00 alle 22.30, si terrà il secondo modulo del corso principianti per coloro che hanno frequentato il primo modulo nell'autunno scorso.

Vi aspetto.