28 marzo 2008

Un lustro


Sono passati esattamente 5 anni dal mio rientro definitivo in Italia.
Dopo un viaggio di 11 giorni a bordo di una nave da crociera salpata da Recife il 17 marzo 2003, il 28 sbarcavo al porto di Genova. Un gentilissimo amico ligure mi aspettava con un gran mazzo di fiori e mi accompagnò in macchina fino a Bologna.
Lo vedete nella foto insieme al giovanotto che mi aveva aiutata a trasportare i bagagli del mio trasloco: un baule, tre valigie, due zaini, la chitarra...
11 giorni di viaggio, uno per ciascun anno trascorso in Brasile. Un rientro morbido, reso meno malinconico dall'avventura della traversata oceanica ma anche indimenticabile dalla notizia dell'ingresso in Iraq delle truppe USA. Ogni giorno, l'elaborazione del distacco da un anno di vita prima ancora che di esperienza.
Non apprezzai la crociera (anzi credo che non potrò mai apprezzare quel tipo di vacanza), ma come viaggio di rientro fu assolutamente perfetto per le mie esigenze interiori.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Il Brasile è rimasto nel mio cuore, ma ho fatto molti altri viaggi, molte altre "navigazioni" nella vita.
No, non ho ancora trovato un vero approdo e forse non lo troverò mai.
Rubando le parole a un poeta a me molto caro, Heleno Oliveira, probabilmente l'unico metaforico approdo possibile è "o cais no fim do mundo"...

27 marzo 2008

Quota 4000 (con deviazioni posteriori...)

Malgrado il non-tema dell'ultimo post, dopo alcune settimane di flessione il blog ha ripreso a essere visitato con una certa frequenza. Oggi ha raggiunto il significativo traguardo dei 4000 contatti da quando, il 10 agosto scorso, ho inserito il contatore.
Sono grata a coloro che, continuando a visitarmi e a lasciarmi messaggi (qui, ma anche in privato), mi testimoniano la loro stima e mi forniscono la motivazione
necessaria ad andare avanti anche nei momenti di maggior stanchezza.

Certo, alcune bizzarrie
legate alle chiavi di ricerca utilizzate da chi sul blog ci finisce per caso mi fanno sorridere e mi lasciano anche un po' perplessa e "preoccupata".
Per esempio, fra i mille visitatori di questo mese ce n'è uno che è arrivato fin qui inserendo su Google la seguente stringa: culi grandi Brasile. Probabilmente il mio lettore di passaggio (forse solo uno spiritosone, forse un povero e solitario frustrato) era in cerca di tutt'altro e invece è andato a finire in un pallosissimo blog tematico sul Gigante Sudamericano...
Mi auguro che tutto questo abbia comunque un effetto collaterale virtuoso: chissà che qualcuno, leggendo i miei interventi, non riesca a decostruire qualche stereotipo, francamente ormai stantio, sulle bellezze del Brasile...

25 marzo 2008

Passa, nuvem negra...

... larga o dia, vê se leva o mal que me arrasou
pra que não faça sofrer mais niguém...
Esse amor que é raro
e é preciso pra nos levantar me derrubou,
não sabe parar de crescer e doer...

(parole e musica di Djavan, interpretano Djavan, Gal Gosta e Chico Buarque)



Prima o poi passerà...

21 marzo 2008

Venerdì Santo, tradizioni del Nordest

Oggi è il Venerdì Santo, giorno festivo in Brasile (il lunedì dell'Angelo, invece, è un normale giorno lavorativo).
La tradizione di questa festività ha le sue radici nell'epoca dello schiavismo; per rispetto alla morte di Nostro Signore Gesù Cristo, infatti, il Venerdì Santo era l'unico giorno dell'anno in cui agli schiavi era consentito di non lavorare. Non c'è da stupirsi, quindi, se questa ricorrenza è diventata un giorno di festa.
Nel Nordest sopravvivono ancora molte tradizioni antiche, legate soprattutto alle abitudini alimentari. In primo luogo, il cosiddetto "digiuno" (jejum) viene identificato con l'astinenza dalla carne; non è raro sentirsi fermare da un povero che chiede dei soldi per... fare il digiuno!... cioè per comperare del pesce.
Ma i piatti più tradizionali del venerdì santo nordestino sono costituiti da cibi poverissimi come i fagioli freschi, la pappa di zucca e la famosa (o famigerata?) maniçoba, una pappa verde preparata con le foglie fresche della manioca, dall'aspetto ambiguamente simile a quello degli escrementi bovini...
Questa sera nelle chiese cattoliche sarà realizzata la processione del Cristo Morto, durante la quale una macabra statua di Gesù deposto dalla croce, coperta da un drappo viola, viene portata in giro per le strade con l'accompagnamento di canti e musiche bandistiche.
Anche nelle nostre città dell'Italia centrale e meridionale sopravvivono tradizioni analoghe. Ricordo che in occasione della mia prima Pasqua brasiliana mi venne spontaneo fare il paragone con le cerimonie della Settimana Santa a Castiglion Fiorentino (AR), paese natale di mia madre, e con la processione del Venerdì Santo a cui ebbi occasione di assistere parecchi anni fa a Cascia (PG).
La religiosità popolare cattolica resiste al tempo e crea strani affratellamenti a migliaia di chilometri di distanza...

Approfitto dell'occasione per augurare a tutti quelli che mi leggono, quale che sia il loro credo (o il loro non-credo), una Pasqua serena e una primavera ricca di vita nuova.

Dimenticavo: oggi, 21 marzo, nell'emisfero Sud ha inizio l'autunno...

16 marzo 2008

Perché non parlo del Tibet...

L'amica Isabel Green suggerisce affettuosamente che io parli dell'incresciosa situazone del Tibet. Cercherò di spiegare a lei e a voi perché non lo faccio.
Quando ho aperto questo blog, ho scelto che fosse tematico e che parlasse del Brasile e di tutto quanto può ruotare intorno al mio amore viscerale per questo paese. Non ho voluto fare né un blog personale nel quale raccontare la mia vita, né un blog genericamente internazionalista, anche se avrei probabilmente avuto materiale per entrambi.

Le mie attività di volontariato internazionale mi mettono in contatto quotidianamente con numerose realtà di sopraffazione e ingiustizia non meno gravi di quella del Tibet (ma purtroppo meno divulgate a livello mediatico). Spesso ricevo informazioni di prima mano da amici e conoscenti che da anni lavorano "al fronte" e hanno una visione dei problemi decisamente diversa da quella trasmessa dai media nazionali.

Potrei quindi scrivere un post sulla dittatura rwandese spacciata internazionalmente come democrazia-modello... potrei parlare della triste situazione dei bambini angolani sempre più vittime delle mine antiuomo... o ancora fare un discorso sulla difficile situazione di guerriglia in numerose regioni della Repubblica Democratica del Congo... Per non dire dell'attuale crisi in Kenya (chi ne ha parlato più?) e delle possibili ricadute - non proprio positive, stando a quanto mi riferisce un amico fidato che fa su e giù da Embu da circa 20 anni - di un'eventuale elezione di Barak Obama alla presidenza USA... E di Gaza, e dei Territori, ne vogliamo parlare?...

Ecco, dovrei aprire un altro blog, mettermi ad approfondire, a studiare, e francamente non me la sento. Preferisco la sicurezza, magari un po' codarda, di parlare di ciò che conosco meglio.
Per la situazione del Tibet, ma anche quella del Rwanda, del Congo, dei Territori Palestinesi, del Kenya, dell'Angola e di altri paesi troppo spesso dimenticati, vi esorto a ricercare in rete tutte le informazioni possibili, di preferenza quelle alternative ai grandi media nazionali.

P.S. Ciò non toglie che, grazie alla sensibilità di alcuni colleghi presenti alla riunione sindacale di ieri, anch'io mi sia dotata di fascia rossa da legare al braccio, in segno di solidarietà con le mie sorelle e i miei fratelli tibetani...

12 marzo 2008

Buon compleanno, Recife!



Oggi è il 471º compleanno della mia città di adozione, Recife, fondata dai portoghesi nel 1537.
Poggiata sulla foce di due fiumi, il Capibaribe ("fiume dei capivara", gli imponenti roditori che ne popolavano le rive fino a qualche decennio fa) e il Beberibe, che prima di gettarsi nell'Atlantico confluiscono in un dedalo di canali che hanno meritato alla città il titolo di "Venezia del Brasile" - ma forse sarebbe più corretta paragonarla con Amsterdam - vanta bellezze naturali e artistiche, ma soprattutto un popolo ospitale, battagliero, orgoglioso della propria storia e della propria cultura.
Recife fu la culla di numerose rivoluzioni libertarie: dalla battaglia del monte di Guararapes nel 1634, che segnò la fine dell'invasione olandese del Pernambuco, alla guerra dei Mascates, i commercianti, che nel 1710-11 affermarono la vocazione commerciale della città in opposizione all'oligarchia terriera che aveva la sua sede in Olinda; dalle rivolte libertarie dell'800 ispirate ai movimenti europei al ruolo attivo nella resistenza contro la dittatura militare nel ventennio 1964-84.
Recife ospitò la prima Sinagoga delle Americhe, fondata dagli ebrei olandesi nel 1630. Espulsi dal Brasile in seguito alla guerra di Guararapes, si spostarono nell'America del Nord e andarono a rifondare la loro comunità nientemeno che a Nuova Amsterdam, la futura Manhattan nel cuore di New York.
Recife ospita il carnevale più autenticamente popolare del Brasile e il blocco carnevalesco più numeroso del mondo, il Galo da Madrugada, con oltre un milione e mezzo di "foliões".
Recife è il terzo polo sanitario del paese, dopo São Paulo e Rio de Janeiro (anche se purtroppo il sistema sanitario pubblico lascia ancora molto a desiderare).
Recife ospita il più grande Shopping Center dell'America Latina (anche se metà della sua popolazione non può permettersi neanche di metterci piede).
Recife possiede la più lunga strada urbana in linea retta del mondo, l'Avenida Caxangá (anche se la viabilità cittadina soffre ancora di moltissime carenze).
Recife rappresenta uno dei principali poli informatici del Brasile (anche se gli analfabeti digitali sono ancora troppi, soprattutto nelle fasce più povere della popolazione).
Recife ha una spiaggia urbana bene attrezzata e bellissima, Boa Viagem (anche se l'inquinamento, gli squali e la sporcizia lasciata dai bagnanti ne impoveriscono tristemente il fascino).
Recife ha dato i natali, oppure ha ospitato e comunque è stata amata - È amata - da grandi artisti della letteratura del calibro di Manuel Bandeira, João Cabral de Melo Neto, Ariano Suassuna; politici come Joaquim Nabuco, Miguel Arraes, il presidente Lula; intellettuali di prestigio come il mai abbastanza compianto pedagogo Paulo Freire e il grande antropologo Gilberto Freyre; artisti come Francisco Brennand; musicisti come Alceu Valença, Lenine e molti altri.
Recife sarà anche piena di contraddizioni, ma le dichiaro oggi più che mai il mio amore totale e incondizionato.

(si ringrazia Mário Lúcio del Jornal do Commercio per l'ispirazione e per alcune informazioni contenute in questo post)

01 marzo 2008

Nuovo corso di lingua e cultura brasiliana a Bologna

Il primo corso, che terminerà alla fine di marzo, sta andando a gonfie vele: ho avuto 5 allievi molto motivati che hanno fatto passi da gigante e si sono appassionati alla lingua (appassionati del Brasile lo erano già...). La richiesta di approntare un nuovo corso per principianti, in vista delle vacanze estive, mi è arrivata qualche settimana fa e ovviamente ho accettato.

Se avremo almeno 6 iscritti faremo un semi-intensivo: una volta alla settimana ad aprile e maggio e poi due volte alla settimana a giugno e metà luglio, per un totale di 20 lezioni. Le modalità saranno le stesse riportate nel post del 16/09/2007.

L'incontro di presentazione si terrà mercoledì 26 marzo alle 19:30 presso la sede del Circolo Arci Benassi (Viale Cavina, 4 - Bologna) mentre le lezioni vere e proprie avranno inizio mercoledì 9 aprile alle 20:30 (le date riportate sul sito sono sbagliate).

Divulgate, se potete.