27 dicembre 2007

Avviso ai naviganti (in vettura, si parte!)



Ebbene sì, ce l'ho fatta. Domani si parte nonostante un residuo di tosse. Questo messaggio è verde come la speranza, speranza di riposarmi, speranza di trascorrere giornate serene, speranza di ritrovare tutti gli amici in ottima forma, speranza di riuscire veramente a fare di questo viaggio un'occasione rigenerante a tutto tondo.
Farò il possibile per mantenere il blog aggiornato almeno con un post a settimana (se possibile, di più).
Non siete in tantissimi a leggermi, ma siete sparsi nei 5 continenti e sicuramente siete dei lettori attenti e interessati, altrimenti navighereste su altri blog.
A tutti voi auguro di riuscire, in questo 2008 che sta per iniziare, a raggiungere le mete per cui lottate. E se non ci riuscirete, che vi si aprano sorprendenti alternative capaci di fugare ogni frustrazione e arricchire la vostra vita di nuovi traguardi.
Vi aspetto qui per raccontarvi il mio Brasile, se vi va.
Buon anno e... rimanete connessi!

26 dicembre 2007

Errata corrige

Ebbene, certi incidenti di percorso capitano anche a chi cerca di stare attento.
Il testo "Mude" (Cambia) pubblicato nel post del 6 novembre non è della grandissima scrittrice brasiliana Clarice Lispector, come avevo erroneamente indicato, bensì di Edson Marques, un poeta vivente.
Posso dire a mia (parziale) discolpa che conosco quel testo da anni (almeno 6) e che questa illustre autoria non era mai stata messa in discussione. Ora scopro che si trattava di una di quelle attribuzioni arbitrarie, uno di quegli abusi che qui in Italia, probabilmente, sarebbe stato segnalato dal sito antibufala di Paolo Attivissimo.
Faccio pubblica ammenda di questo errore da dilettanti e mi scuso con tutti voi e soprattutto con l'autore che mi ha personalmente segnalato la svista. Ho già provveduto a correggere anche il post relativo.
Nobody's perfect!

24 dicembre 2007

Quando muore un profeta

Dopo alcune settimane in ospedale si è spento ieri, all'età di 83 anni, Dom Aloísio Lorscheider.
Dom Aloísio è stato una delle personalità più brillanti della chiesa brasiliana nel XX Secolo. Nominato vescovo da Giovanni XIII nel 1962, partecipò attivamente ai lavori del Concilio Vaticano II.
Fu presidente della CNBB (la conferenza episcopale brasiliana) dal 1971 al 1979, in un periodo difficile per la storia del paese che si trovava sotto la dittatura militare, regime a cui Dom Aloísio oppose strenua resistenza. Fu arcivescovo di Fortaleza per 22 anni.
Per tutta la vita non venne mai meno all'impegno in difesa dei diritti umani, delle lotte dei lavoratori, della riforma agraria, della ridemocratizzazione del paese, né nascose alcune sue prese di posizione non del tutto ortodosse all'interno della Chiesa, come la sua battaglia in favore dei preti sposati. Subì minacce di morte e ricevette ammonimenti dal Vaticano, ma era molto amato dalla gente. Fu il primo cardinale brasiliano a essere candidato a Papa: Albino Luciani, che poi diventò Giovanni Paolo I, votò per lui a quel conclave e si dice che, se il suo pontificato non fosse stato prematuramente stroncato dalla morte improvvisa, Dom Aloísio sarebbe stato nominato Segretario di Stato (e viene da domandarsi se la nostra chiesa, oggi, non sarebbe diversa...).
Un episodio emblematico merita di essere raccontato.
Nel 1994, mentre era in visita al carcere di Fortaleza, scoppiò una rivolta e Dom Aloísio fu preso come ostaggio insieme ad altri. Chiese immediatamente ai detenuti ribelli di essere liberato per ultimo e così fu, 18 ore dopo. Rispondendo a un deputato che invocava la pena di morte per i ribelli, Dom Aloísio rispose: "Farebbe bene a passare una decina di giorni in quel carcere. Sono sicuro che anche lei si metterebbe a lottare in favore della loro libertà". Meno di un mese dopo sui giornali locali troneggiava la foto di Dom Aloísio che, il Giovedì Santo, era tornato in quel carcere per celebrare la cerimonia della lavanda dei piedi insieme ai detenuti.
Quando muore un profeta il mondo diventa un po' più povero. Ma ricordarne le azioni ci arricchisce e ci dà la forza di sperare contro ogni speranza in un mondo diverso.
Anche questo è Natale.
Auguri a tutti.

22 dicembre 2007

La fortuna è cieca (divagazione personale)

...purtroppo, la sfiga ci vede benissimo (mi pare che la citazione sia degli Skiantos).
A 6-giorni-6 dalla partenza, con le valigie da preparare, un everest di panni da stirare + due lavatrici ancora da fare, la casa sudicia come se non fosse stata pulita da 10 giorni (ed è proprio così), ecco che mi cade fra capo e collo un'influenzona con febbre, tosse, rinite e soprattutto cefalea e dolori alle ossa (in particolare al collo e alle spalle).
Conto sulla vostra solidarietà, se volete potete fare una macumba, recitare tre rosari, mandarmi un Reiki a distanza, incrociare le dita, affinché entro venerdì (possibilmente prima!) io torni più pimpante e vivace che pria e possa affrontare il mio viaggio senza portare in aereo una farmacia.
Ora scusate me devo tornare sotto il piumone: nonostante il termostato affermi che qui in casa ci sono 23,7º e il termometro che la mia temperatura è di 37,7, nonostante abbia addosso maglia, maglione e pile, pantaloni lunghi, calzerotti grossi e pantofole invernali... ho un freddo barbino.
Speriamo non sia niente di più grave, io coi polmoncini ho un conto sempre aperto...

18 dicembre 2007

"Uma vida pela vida"

Mi associo all'amico Pippo P. che nel suo blog (Il Migratore Clandestino, vedi link qui accanto) segnala lo sciopero della fame di Dom Luiz Flávio Cappio, vescovo francescano di Barra (Bahia), in protesta contro il progetto di deviazione delle acque del "Grande Chico", il Rio São Francisco.
Non è la prima volta che Dom Luiz fa lo sciopero della fame. In precedenza ne aveva sospeso un altro, quando il governo federale aveva garantito l'avvio del dialogo con le popolazioni locali del semiarido (sertão) contrarie alla mastodontica opera. Purtroppo però, anziché dialogare, il presidente Lula ha mandato l'esercito che ha dato il via ai lavori di scavo. Secondo Dom Luiz e numerosi altri movimenti che appoggiano la sua protesta tale opera favorirà l'irrigazione dei latifondi ma non sposterà di una virgola i problemi idrici dei piccoli proprietari, che continueranno a essere condannati dalla siccità che affligge la regione.
È inevitabile restare sgomenti: alcuni anni fa, all'inizio del suo primo mandato, Lula aveva affermato pubblicamente che alla siccità del sertão non andava fatta la guerra, ma che si trattava di trovare le forme migliori per conviverci in modo produttivo. Un po' come voler lottare contro il ghiaccio in Alaska, insomma: si tratta di un fattore climatico a cui l'uomo deve adattarsi con risorse intelligenti e a basso impatto ambientale (in questa direzione si muovono, per esempio) i progetti di scavo di piccoli pozzi per la raccolta delle acque sotterranee e di costruzione di cisterne in vetroresina per la raccolta delle acque piovane nei periodi in cui sono presenti precipitazioni).
Se volete saperne di più sullo sciopero della fame di Dom Luiz, sul sito di "Uma vida pela vida" (http://www.umavidapelavida.com.br/default.asp) troverete anche un po' di documentazione in italiano (mi dispiace avere poco tempo in questo momento, altrimenti avrei collaborato con Dom Luiz correggendo le traduzioni... ma sono comunque leggibili).
Ancora grazie a Pippo per la segnalazione.

16 dicembre 2007

I cent'anni di Oscar




Ieri Oscar Niemeyer, uno dei più grandi architetti viventi, ha compiuto cent'anni. Ne aveva poco più di 50 quando, insieme all'urbanista Lúcio Costa, progettò dal nulla la città di Brasilia (nella prima foto, la Cattedrale a forma di fiore rovesciato), e 90 suonati quando fu inaugurato il MAC di Niterói, Rio de Janeiro (Museu de Arte Contemporânea, foto 3).
Della propria arte ha detto: "Non mi attira l'angolo retto. Né la linea retta dura, inflessibile, creata dall'uomo. Mi attrae invece la curva libera e sensuale. La curva che ritrovo nelle montagne del mio paese, nel sinuoso corso dei suoi fiumi, nelle onde del mare, nelle nuvole del cielo, nel corpo della mia donna preferita. Di curve è fatto tutto l'Universo. L'Universo curvo di Einstein."
Si dichiara comunista e in quanto tale un socializzatore del proprio talento e delle proprie idee, in una logica di responsabilità sociale. "Ho due caratteristiche che custodisco con soddisfazione: una è questo disinteresse per il denaro. L'altra il mio desiderio di aiutare le persone, essere utile, aiutare".
Ancora lucidissimo a dispetto dell'età, a 98 anni si è unito in seconde nozze con la "giovane" segretaria, l'ultrasessantenne Vera Lúcia Cabreira. Era rimasto vedovo nel 2004 in seguito alla morte della moglie Annita Baldo, sposata nel 1928 e da cui aveva avuto una figlia, Ana Maria Niemeyer; oltre all'affetto di Vera Lúcia e Ana Maria, Oscar Niemeyer può contare su quello di 5 nipoti, 13 bisnipoti e 5 trisnipoti.
Chi fosse interessato a saperne di più, può fare un giretto qui:
http://www.niemeyer.org.br/0scarNiemeyer/home.html
Auguri caro Oscar e grazie a nome del mondo per la tua straordinaria opera che ho avuto il privilegio di conoscere e apprezzare in più di un'occasione.
Che questi ultimi anni di vita non ti siano penosi, e che tu possa andartene un giorno alla grande, così come hai vissuto.

12 dicembre 2007

Contagem regressiva: -16

Mancano solo 16 giorni alla partenza, finalmente oggi pomeriggio ho avuto conferma delle ultime date.
Il 28 dicembre prossimo mi imbarcherò alla volta di Lisbona, pernotterò nella bella capitale lusitana e il mattino dopo riprenderò il volo verso Recife, dove il pomeriggio di sabato 29 sarò gentilmente accolta dagli amici Mônica e Reginaldo che mi ospiteranno per una notte in casa loro.
Domenica 30 prenderò una macchina a noleggio e partirò per la "mia" Matriz de Camaragibe; qui, parteciperò ai festeggiamenti del patrono, il "sempre glorioso Senhor Bom Jesus (e o seu companheiro...)". Resterò con gli amici di Matriz fino al 6 gennaio, quando farò ritorno a Recife; mi appoggerò da qualche parte fino a mercoledì 9, giorno in cui l'amico Newton mi consegnerà le chiavi di casa sua e se ne andrà al mare con suo figlio, lasciandomi a disposizione l'appartamento (i veri amici si riconoscono in queste circostanze!).
Dal 14 al 18 gennaio mi sposterò nel sertão della Bahia, nel municipio di Presidente Jânio Quadros, in "missione" per conto di Amici dei Popoli (stiamo per presentare un progetto di Scuola-Famiglia Agricola in quella località, da far finanziare all'Unione Europea).
Passerò ancora un paio di giorni nella mia amata Recife, il tempo di dare un ultimo tocco alla tintarella, e riprenderò l'aereo per l'Italia la sera di lunedì 21 gennaio 2008.
Spero di riuscire a scrivere da laggiù i miei resoconti ma anche osservazioni e riflessioni sulla situazione del paese e sui fatti di cronaca, in presa diretta.
Come sempre, rimanete connessi.

03 dicembre 2007

Cresce l'aspettativa di vita per i Brasiliani

Nel 2006 l'aspettativa di vita media di un brasiliano alla nascita era di 72,3 anni, afferma l'IBGE. In relazione all'aspettativa di vita del 1960 (54,6 anni), l'incremento è stato del 32,4% pari a 17 anni, otto mesi e un giorno.
Il Distretto Federale (con la capitale Brasilia) vanta il dato migliore con un'aspettativa di vita pari a 75,1 anni, mentre il fanalino di coda è lo stato di Alagoas (dove c'è Matriz de Camaragibe, nel mio amato Nordest) con 66,4 anni.
Come sempre, le donne hanno un'aspettativa di vita maggiore degli uomini (76,1 anni).
Fra i fattori che hanno influenzato questi dati, sempre secondo l'IBGE, figurano il miglioramento dei servizi sanitari, l'aumento della scolarità e la prevenzione delle malattie.
(Fonte: Radio CBN)

29 novembre 2007

Feliz aniversário, aniversário feliz (un pacchettino di fatti miei)




(Chiedo scusa ai miei gentili lettori se ogni tanto mi scappa di inserire qualche post un po' troppo personale...)

L'ultimo compleanno festeggiato in Brasile è stato quello dei 40 anni, 5 anni fa. Ne serbo un ricordo dolce e amaro al tempo stesso.

Era venerdì e avevo chiamato un consistente gruppo di amiche a commemorare la ricorrenza con me. Il programma era simpatico: una gita in catamarano lungo il Rio Capibaribe (passando sotto i ponti e osservando la Recife notturna "de dentro para fora") e poi una cenetta innaffiata a caipirinha. Meno male che vennero la mia amica Rosângela e sua nipote Renata (che, per coincidenza, nello stesso giorno compiva 18 anni), perché le altre... nessuna!
Il giorno dopo, sabato, presi la macchina e andai a passare il fine settimana a Matriz de Camaragibe. Ebbene, gli amici di sempre avevano preparato una festa come piace a me: in casa di Célia e João, la tavola imbandita (con l'immancabile carne di maiale ma anche degli gnocchi quasi perfetti, preparati da Valéria), birra a volontà e l'immancabile "roda de caipirinha" preparata dalle mani sapienti di Ana e passata di mano in mano peggio di una grolla dell'amicizia.
C'erano tutti, persino Neno e Auda arrivati apposta da Maceió, e poi Sergivaldo e Maria Das Dores, Vera, Gil, Totonho e Neta, Renilson, Maria de Óculos e Maria Pequena...
Non c'è niente come il calore degli amici, come l'affetto delle persone care.

27 novembre 2007

Brasile, paese ad alto indice di sviluppo umano

Come ogni anno, è uscito il rapporto delle Nazioni Unite sullo sviluppo umano che tiene conto non solo degli indicatori economici ma anche dell'aspettativa di vita media e del tasso di istruzione della popolazione.
Il paese a maggior indice di sviluppo del mondo risulta essere l'Islanda. L'Italia si piazza al ventesimo posto su 175. Ma il dato interessante riguarda il Brasile.
Il gigante sudamericano, infatti, entra per la prima volta nel gruppo dei paesi ad alto indice di sviluppo. Ci entra per un pelo, al settantesimo posto, proprio come fanalino di coda. Ma ci entra.
L'Indice di Sviluppo Umano del Brasile, basato sui dati del 2005, sale così da 0,792 a 0,800.
La strada da fare è ancora lunga, ma... la maratona comincia col primo passo. Avanti, Brasile.

23 novembre 2007

Matriz de Camaragibe (2)



Matriz de Camaragibe: dovendone tradurre il nome in italiano, potrebbe chiamarsi "Pieve del Camaragibe". Si trova qui, sulle sponde del rio Camaragibe, una delle chiese più antiche della regione, dedicata al Signor Buon Gesù. La sua costruzione ebbe inizio nel 1686 e terminò nel 1700. Intorno alla chiesa ebbe luogo il primo popolamento della città.
L'attuale città di Matriz fu donata al Signor Buon Gesù dal capitano José de Barros Pimentel (che l'aveva ricevuta dalla sorella, Dona Brites Pimentel) come ringraziamento per alcune spedizioni militari andate a buon fine, probabilmente contro gli schiavi fuggitivi rifugiati nei Quilombos della regione. La parte di terreno donata al Signor Buon Gesù (nel concreto, alla Chiesa) fu chiamata "Ilha" cioè Isola, perché durante i periodi di alluvione era l'unico pezzo di terra che emergeva dalle acque tutt'intorno. All'epoca questo appezzamento aveva un unico abitante, di nome Gonçalo Moreira.
Il Signor Buon Gesù, la cui ricorrenza si festeggia il 1º gennaio, altri non è che il Bambin Gesù.
Nella nicchia della chiesa, tuttavia, si vedono due statue del bambinello; non di rado le persone che non conoscono la storia si convincono che si tratti dei santi Cosme e Damiano. In realtà, quando nell'800 la statua "titolare" (con fama di essere miracolosa) fu mandata a Salvador per una riparazione, fu provvisoriamente sostituita con una copia. Ma anche questa seconda immagine conquistò ben presto la fama di essere foriera di miracoli. Così, quando parecchio tempo dopo (mesi? anni?) la statua principale ritornò al suo posto, i fedeli non vollero rimuovere la copia. Da allora le due statue troneggiano insieme, "o Bom Jesus e o Companheiro" (il Buon Gesù e il suo Compagno).
L'unico caso nella storia in cui il Figlio Unigenito di Dio ha un fratello gemello...

15 novembre 2007

Matriz de Camaragibe (1)

Mentre il numero delle visite al sito si avvicina pericolosamente al traguardo di 1000 in poche settimane (che emozione!), eccomi a raccontarvi qualcosa di Matriz de Camaragibe. Nei prossimi giorni ne parlerò ancora, perché può essere considerata la metafora della situazione del Brasile e dei brasiliani.

Matriz de Camaragibe è una piccola città nell'entroterra dello stato di Alagoas, nel Nordest del Brasile. Si trova a 75 Km dalla capitale Maceió e a 40 Km dalla spiaggia più vicina, la paradisiaca Maragogi.
Perché Matriz è significativa? Perché è stata la mia porta d'ingresso in Brasile: è stato lì che mi sono trasferita il 15 settembre 1991 per lavorare in un progetto di sviluppo, è lì che "tengo famiglia" in virtù delle amicizie profonde che sono nate in quei primi tre anni e mezzo e che si sono sviluppate anche negli anni seguenti.
Secondo i dati dell'IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística) Matriz conta poco meno di 25 mila abitanti.
Matriz è una città povera. I due principali datori di lavoro sono l'Usina Camaragibe (industria di trasformazione della canna da zucchero) e il comune (Prefeitura de Matriz de Camaragibe). La maggioranza dei suoi abitanti che lavorano, quindi, devono il loro salario (spesso miserabile) ai due principali potentati del luogo, quello economico e quello politico.
La situazione della città non è certo florida, e le speranze di miglioramento sono remote. Però negli ultimi 16 anni la crescita in termini di consapevolezza e di presenza politica è stata notevole.
Solo per fare alcuni esempi, nel 1989 al secondo turno delle elezioni presidenziali il candidato del Partito dei Lavoratori (PT), l'attuale presidente Luís Inácio Lula da Silva, fece fatica a prendere 100 voti. Alle elezioni municipali del 2002 la lista del PT (perché nel frattempo il PT ha costituito una sezione a Matriz) è riuscita a raccogliere quasi 3000 voti. È chiaro che sono ancora numeri poco incoraggianti (gli elettori sono poco più di 14.000), ma il progresso è evidente. Al di là di ogni possibile considerazione ideologica, si sa che il PT non è legato a nessuna oligarchia economica tradizionale.
Nei giorni scorsi si è svolto a Matriz un importante convegno che aveva come tema la difesa dei bambini e degli adolescenti; alcune denunce gravi sono state lanciate dal presidente del Consiglio Tutelare, il mio giovane e caro amico Sergivaldo Paixão do Nascimento. Le denunce riguardano il fatto che nella città sono aumentati gli episodi di violenza contro gli adolescenti, perpetrate soprattutto da coloro che dovrebbero difendere la popolazione e cioè la polizia locale. Recentemente due ragazzini sono stati vittime di percosse da parte di elementi della Guardia Civile, e sono riusciti a uscire di prigione solo perché le guardie hanno saputo che gli adolescenti in questione erano imparentati con un consigliere comunale... E i ragazzi che non hanno parenti illustri, possono impunemente essere vittime di violenza?...

Nei prossimi giorni, per controbilanciare queste informazioni non proprio lusinghiere, vi racconterò qualcosa sulla storia pluricenternaria della città. Ne vale la pena, è una storia interessante.

Rimanete connessi.

06 novembre 2007

Mude / Cambia (di Edson Marques)

Un testo dedicato a tutte le persone immobili... a chi ha voglia di cambiare... e a chi ha già cominciato...

Mude, mas comece devagar, porque a direção
é mais importante do que a velocidade.
Sente-se em outra cadeira, no outro lado da mesa.
Mais tarde, mude de mesa.
Quando sair, procure andar pelo outro lado da rua.
Depois, mude de caminho, ande por outras ruas, calmamente,
observando com atenção os lugares por onde você passa.
Tome outros ônibus.
Mude por uns tempos o estilo das roupas.
Dê os teus sapatos velhos.
Procure andar descalço alguns dias.
Tire uma tarde inteira para passear livremente na praia,
ou no parque, e ouvir o canto dos passarinhos.
Veja o mundo de outras perspectivas.
Abra e feche as gavetas e portas com a mão esquerda.
Durma no outro lado da cama... depois,
procure dormir em outras camas.
Assista a outros programas de tv, compre outros jornais...
leia outros livros.
Viva outros romances.
Não faça do hábito um estilo de vida.
Ame a novidade.
Durma mais tarde.
Durma mais cedo.
Aprenda uma palavra nova por dia numa outra língua.
Corrija a postura.
Coma um pouco menos, escolha comidas diferentes,
novos temperos, novas cores, novas delícias.
Tente o novo todo dia.
O novo lado, o novo método, o novo sabor, o novo jeito,
o novo prazer, novo amor, a nova vida.
Tente.
Busque novos amigos.
Tente novos amores.
Faça novas relações.
Almoce em outros locais, vá a outros restaurantes,
tome outro tipo de bebida, compre pão em outra padaria.
Almoce mais cedo, jante mais tarde ou vice-versa.
Escolha outro mercado... outra marca de sabonete,
outro creme dental...
tome banho em novos horários.
Use canetas de outras cores.
Vá passear em outros lugares.
Ame muito, cada vez mais, de modos diferentes.
Troque de bolsa, de carteira, de malas, troque de carro,
compre novos óculos, escreva outras poesias.
Jogue os velhos relógios, quebre delicadamente
esses horrorosos despertadores.
Abra conta em outro banco.
Vá a outros cinemas, outros cabeleireiros,
outros teatros, visite novos museus.
Mude.
Lembre-se de que a Vida é uma só.
E pense seriamente em arrumar um outro emprego,
uma nova ocupação, um trabalho mais light, mais prazeroso,
mais digno, mais humano.
Se você não encontrar razões para ser livre,
invente-as.
Seja criativo.
E aproveite para fazer uma viagem despretensiosa,
longa, se possível sem destino.
Experimente coisas novas.
Troque novamente.
Mude, de novo.
Experimente outra vez.
Você certamente conhecerá coisas melhores e
coisas piores do que as já conhecidas, mas não é
isso o que importa.
O mais importante é a mudança, o movimento, o
dinamismo, a energia.
Só o que está morto não muda !
Repito por pura alegria de viver:
a salvação é pelo risco,
sem o qual a vida não vale a pena!


Cambia, ma comincia lentamente,
perché la direzione è più importante della velocità.
Siediti su un’altra sedia, dall’altro lato del tavolo.
Poi, cambia anche tavolo.
Quando esci, prova a camminare sull’altro lato della strada.
Poi, cambia anche strada, cammina con calma per altre vie
osservando attentamente i luoghi che stai attraversando.
Prendi un altro autobus.
Per un po’ di tempo cambia il tuo modo di vestire.
Regala a qualcuno le tue scarpe vecchie.
Per qualche giorno prova ad andare scalzo.
Prenditi un pomeriggio intero per fare una passeggiata sulla spiaggia
o ai giardini, e ascoltare il canto degli uccelli.
Guarda il mondo da un altro punto di vista.
Apri e chiudi i cassetti e le porte con la mano sinistra.
Dormi sull’altro lato del letto... poi,
cerca di dormire in altri letti.
Guarda altri programmi televisivi, compra altri giornali...
Leggi altri libri.
Vivi altre storie d’amore.
Non fare dell’abitudine uno stile di vita.
Ama le novità.
Va’ a dormire più tardi.
Va’ a dormire più presto.
Ogni giorno, impara una parola nuova in un’altra lingua.
Correggi la postura.
Mangia un po’ di meno, scegli piatti diversi dal solito,
Nuovi sapori, nuovi colori, nuove delizie.
Tenta il nuovo ogni giorno.
Il nuovo lato, il nuovo metodo, il nuovo gusto, il nuovo modo,
nuovo piacere, nuovo amore, nuova vita.
Tenta.
Cerca nuovi amici.
Prova nuovi amori.
Allaccia nuove relazioni.
Pranza in altri locali, frequenta altri ristoranti,
Bevi nuovi tipi di bevanda, compra il pane in un’altra panetteria.
Pranza prima, cena più tardi o viceversa.
Scegli un altro mercatino... un’altra marca di saponette,
Un altro dentifricio...
Fai il bagno in orari diversi.
Usa penne con inchiostro di altri colori.
Vai a spasso in altri luoghi.
Ama molto, sempre di più, in modi diversi.
Cambia la borsa, il portafogli, la valigia, cambia la macchina,
comprati degli occhiali nuovi, scrivi altre poesie.
Butta via gli orologi vecchi, rompi con delicatezza
Quell’orribile sveglia.
Apri il conto in un’altra banca.
Va’ in un altro cinema, da un altro parrucchiere,
In altri teatri, visita nuovi musei.
Cambia.
Ricorda che la Vita è una sola.
E prendi in seria considerazione l’idea di trovare un altro lavoro,
Una nuova occupazione, un impiego più light, più piacevole,
Più dignitoso, più umano.
Se non riesci a trovare ragioni per essere libero,
inventale.
Sii creativo.
E approfittane per fare un viaggio senza pretese,
Lungo, possibilmente senza meta.
Sperimenta cose nuove.
Cambia ancora.
Muta di nuovo.
Sperimenta un’altra volta.
Sicuramente conoscerai cose migliori
e cose peggiori di quelle che già conosci,
ma non è questo l’importante.
Ciò che più importa è il cambiamento, il movimento,
Il dinamismo, l’energia.
Solo ciò che è morto non cambia!
Te lo ripeto per pura gioia di vivere:
La salvezza viene dal rischio,
Senza il quale non vale la pena di vivere!

05 novembre 2007

Anche questa è fatta

Finalmente ho consegnato la mia traduzione. Fra qualche mese sarà disponibile nelle librerie e forse diventerà un'opera di cui si parlerà a lungo, almeno negli ambienti legati alla Chiesa Cattolica.
Come promesso ve ne parlo brevemente, anche perché ha tutto a che vedere con il tema di questo Blog.
Ho avuto il privilegio (e la responsabilità!) di essere la curatrice e la traduttrice di una selezione delle lettere circolari che Dom Helder Camara (1909-1999), il profeta dei poveri, scrisse a un gruppo di collaboratori e amici brasiliani durante le sessioni del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Per sapere chi era, vi basta digitare il suo nome su Google. Sul sito "Santi e Beati" (!!!) dicono di lui:

Non è un santo canonizzato, ma rappresenta la figura di un profeta evangelico santificato dal Popolo di Dio. Vescovo cattolico del Nord Est del Brasile, dal 1966 ha guidato e animato innumerevoli azioni non violente intraprese dai più poveri per la difesa dei loro diritti e della loro terra, scontrandosi con le pretese dei latifondisti, che vedevano in lui un pericoloso perturbatore dell’ordine pubblico. Scelse di vivere in povertà nella periferia della metropoli lasciando ai Poveri il suo palazzo vescovile. Appena compiuti i 75 anni furono subito accolte le sue dimissioni. Alcuni sacerdoti tra i suoi più stretti collaboratori furono uccise e lui pure più volte minacciato di morte. Resta una delle figure più luminose del Concilio Vaticano II; fu ispirandosi a lui che Papa Giovanni dichiarò: “la Chiesa Cattolica è Chiesa di tutti ma soprattutto dei Poveri”.

La sua arcidiocesi era quella di Olinda e Recife, la "mia" (la nostra!) Recife. Passare da quelle regioni e non rimanere impregnati della sua testimonianza è impossibile. Come se non bastasse, negli ultimi mesi della mia permanenza laggiù (fine 2002-inizio 2003) ebbi la possibilità di conoscere il prof. Luiz Carlos Luz Marques, attuale responsabile del progetto internazionale di pubblicazione dell'opera omnia di Dom Helder. Luiz Carlos aveva da poco terminato il suo dottorato in Storia in Italia... niente meno che a Bologna, presso l'Istituto per le Scienze Religiose presieduto allora dal compianto prof. Giuseppe Alberigo. Inevitabilmente, la bolognese trapiantata a Recife e il brasiliano che aveva trascorso 6 anni a Bologna non potevano che fare amicizia. Da quel sodalizio nacque allora il progetto di tradurre e pubblicare in Italia il frutto della sua tesi di dottorato: le 297 lettere (tutte datate e numerate) che il Dom aveva scritto ai suoi collaboratori brasiliani durante i lavori del Concilio.
Ci sono voluti 5 anni perché quell'ambizioso progetto andasse in porto. La casa editrice che pubblicherà il volume ha scelto, sapientemente, di operare una selezione del materiale, in modo da ridurre le pagine da circa un migliaio a 350. La scelta dei testi (lettere e brani di lettere) è stata opera mia, naturalmente dopo aver stabilito i criteri di selezione insieme all'editore e ai responsabili dell'Istituto Dom Helder Camara di Recife, detentore dei diritti sugli scritti del Dom.

Per il momento mi fermo qui. Tornerò a parlare del libro quando sarà sugli scaffali delle librerie, e magari vi regalerò qualche brano scelto.
Un'ultima osservazione: non pensate che si tratti di roba da "topi di sacrestia". Si tratta di materiale che potrà suscitare parecchi dibattiti e polemiche. Dom Helder era un profeta e i profeti, si sa, rompono le scatole anche dopo morti...

25 ottobre 2007

il Libro

Ci siamo quasi. Ancora una decina di giorni, e vi parlerò del Libro, del suo autore e di quanto è stata significativa l'esperienza di questa traduzione.
È importante. È roba grossa. È roba autenticamente brasiliana.
Ora portate pazienza, perché sono allo sprint finale. Si lavora 9-10 ore al giorno, con qualche pausa da dedicare alla sanità mentale. Non ci sono energie per il blog...

A presto.

14 ottobre 2007

Una lettura interessante


Segnalo la lettura dell'
editoriale
di Julio Monteiro Martins, sull'ultimo numero di Sagarana, rivista letteraria online. In una sua analisi sul ruolo attuale della letteratura, inserisce interessanti informazioni sui movimenti letterari brasiliani degli anni 70.

Di Julio ho già parlato in un post del 19 agosto scorso.
Il link alla rivista Sagarana lo trovate anche qui a destra, nell'elenco dei link.
Buona lettura

04 ottobre 2007

Donne, terra, lavoro

Venerdì scorso mi trovavo a Catania a fare l'interprete a un convegno sull'occupazione femminile a cui partecipavano tre relatrici brasiliane delle quali ho avuto il privilegio di essere l'interprete.

Vanete Almeida ha 64 anni e coordina la Rete delle lavoratrici rurali di America Latina e Caraibi, sorta a metà degli anni '80; la rete articola le attività di associazioni, sindacati e gruppi informali in 23 paesi, con la presenza di oltre 1.000 gruppi a cui fanno capo circa 20.000 donne. Tutto questo lavoro è iniziato quando non esistevano internet, i telefoni cellulari e altri strumenti tecnologici (che in alcune zone rurali latinoamericane non esistono nemmeno oggi... ma ciò non impedisce che l'articolazione della rete vada avanti).

Anche Rivaneide Almeida lavora con le donne rurali del CECOR (Centro de Educação Comunitária Rural), che opera nella zona del semiarido nordestino cercando di promuovere una corretta convivenza con questa difficile realtà ambientale, segnata soprattutto dalla scarsità di precipitazioni (400-800 mm di pioggia l'anno, ma in alcune zone questa quantità scende a 2-300 mm). Il CECOR appoggia l'impiantazione di un'agricoltura ecosostenibile in una regione già fortemente colpita dagli effetti dell'azione umana (desertificazione). In questo contesto, non si può prescindere dall'azione delle donne. Gli uomini del semiarido, infatti, nei periodi di siccità vanno altrove a lavorare come braccianti agricoli e scaricano sulle donne la responsabilità della casa, della terra, della famiglia, dei figli.
Le donne del semiarido brasiliano sono pioniere nell'instaurazione di piantagioni innovative sia nel senso dell'ecosostenibilità sia in quello dell'agricoltura biologica. Quelle che avviano queste piantagioni all'inizio vengono guardate con sospetto dai loro uomini e dalla comunità in generale e ritenute "pazze" ma, man mano che le cose cominciano a "funzionare", il loro lavoro viene approvato e vengono seguite dai loro compagni e da altri agricoltori precedentemente scettici.
Possiamo dire che le donne sono, in tale contesto, vere e proprie moltiplicatrici di sviluppo. Perché è evidente che l'unica via per salvare il semiarido è promuovere un nuovo modello di sviluppo che deve includere non solo strategie e tecniche nei confronti della terra, ma anche e soprattutto nuove forme di partecipazione. E quanto a partecipazione e articolazione in rete le donne, almeno in Brasile, sono decenni avanti agli uomini.

Della partecipazione delle donne ai processi organizzativi e politici ci ha parlato anche Tereza Borba, di Recife. Tereza è avvocata ed è una delle leader dell'ONG Comissão Justiça e Paz (Commissione Giustizia e Pace), che si occupa soprattutto dei diritti legati alla regolarizzazione dell'occupazione del territorio urbano.
Ci sono favelas che dopo 10, 15, 20 (o anche 50!) anni sono diventate veri e propri quartieri, ma in cui il titolo di proprietà della terra non è stato ancora riconosciuto agli occupanti. Fino a quando una favela non viene riconosciuta come quartiere anche a livello urbanistico, non viene dotata di infrastrutture come fogne, acqua potabile, energia elettrica. È evidente quindi che il lavoro di questa ONG è fondamentale a garantire il rispetto di diritti fondamentali come quello all'abitazione e alla salute.
In questo momento a Recife meno del 20% del territorio urbano è occupato da oltre l'80% della popolazione, mentre il restante 20% ne occupa l'80%... si può così comprendere il concetto di "densità abitativa" nelle favelas e nei quartieri popolari della città, dove si concentra la maggior parte della popolazione a basso reddito.
Le organizzazioni di base che operano in favore degli abitanti di questi quartieri sono associazioni, sindacati, partiti, gruppi spontanei; al loro interno le donne sono sempre più presenti e, da qualche anno in qua, cominciano ad assumere ruoli di leadership, con conseguente assunzione di responsabilità e potere. Anche i Brasile, come in Italia, le donne hanno maggior scolarità degli uomini. Non è raro trovare donne laureate che vivono in favela (generalmente insegnanti), e la maggior partecipazione delle donne a all'impegno comunitario si spiega anche così.
Sono le donne, in questo momento, che sostengono i movimenti di lotta e di rivendicazione per i diritti, sono loro che riescono a vedere i problemi reali della vita in favela (mancanza delle fogne, distanza dalle scuole più vicine, pericolosità sociale per i bambini). Le donne della regione urbana stanno assumento sempre più anche il ruolo di capofamiglia perché abbandonate dal partner, ma sempre più spesso anche in presenza del partner perché sono loro che, di fatto, garantiscono il reddito della famiglia, malgrado il 40% di loro non eserciti nessuna attività lavorativa stabile.

Ci sarebbero tante altre informazioni da dare, ma mi sono dilungata fin troppo. Se avrò tempo, nei prossimi giorni amplierò e approfondirò qualche altro aspetto.

02 ottobre 2007

La trasmissione sarà ripresa il più presto possibile

Sono un po' latitante ultimamente, ma tornerò presto. È un momento un po' caotico, molto lavoro da un lato e deficit di concentrazione dall'altro.
Scusate.

P.S. Corso di portoghese brasiliano
Si comincia domani (3 ottobre), se qualcuno vuole aggiungersi è ancora in tempo. Appuntamento alle 20:15 al Circolo Arci Benassi in viale Cavina, tangenziale uscita 12.


16 settembre 2007

Corso di portoghese a Bologna, ci siete?

Insisto, vi molesto.
Mercoledì 19 settembre a partire dalle ore 18 presso il Circolo Arci Benassi (V.le Cavina 4, Bologna) iscrizioni al corso di lingua e cultura brasiliana.
Alcune informazioni:
- 20 incontri di 90 min (2 unità didattiche di 45 min)
- inizio del corso: mercoledì 26/09/2007
- orario: dalle 20:30 alle 22:00 oppure dalle 21:00 alle 22:30 (da valutare col gruppo)
- fine del corso a marzo 2008
- costo complessivo del corso: 250 Euro (soci Coop sconto 10%)

Divulgate, se potete.
(per ulteriori informazioni, scrivete a: italianabrasiliana@yahoo.com)

14 settembre 2007

16 anni fa (è un po' personale, portate pazienza)

Il 14 settembre 1991, esattamente 16 anni fa, mi trasferivo in Brasile per lavorare in un progetto di sviluppo a Matriz de Camaragibe, una piccola località situata nello stato di Alagoas, nel Nordest del Brasile, in mezzo alle piantagioni di canna da zucchero. Atterravo a Recife (che, anni dopo, sarebbe diventata a tutti gli effetti la mia città di adozione) alle 3 del mattino di domenica 15 settembre, e cominciava così la mia nuova vita.
Ad aspettarmi all'aeroporto trovai Padre Diego Vanzetta - ancora oggi un grande, grandissimo amico - che mi caricò sulla Uno bianca della parrocchia e mi accompagnò a Matriz. Saremmo dovuti arrivare prima dell'alba, se non si fosse bucata una gomma. Così, nel buio della notte e in una situazione ad alta pericolosità (rischio di assalto, rapina, violenza...), io con la mia maglietta bianca stavo in piedi davanti alla macchina in modo da riflettere la luce dei fanali accesi e permettere al povero Diego di sostituire la ruota...
Ricordi che oggi mi fanno sorridere di tenerezza. Chi era quella ragazzina entusiasta e spaurita? Ero proprio io?...

Amici che mi leggete, se potessi vi offrirei da bere perché questi giorni per me rappresentano veramente un "anniversario di matrimonio". Brindate con me, se potete.

09 settembre 2007

Diego Hipólito, il migliore del mondo


Il ginnasta brasiliano Diego Hipólito ha vinto per la seconda volta una meritatissima medaglia d'oro per il corpo libero ai Campionati del Mondo di Ginnastica Artistica.

Diego era già stato medaglia d'oro a Melbourne nel 2005, e argento l'anno scorso. Un bravo ginnasta, con un corpo perfetto e un sorriso accattivante.

Inaspettato invece il bronzo per Jade Barbosa negli individuali, medaglia conquistata a pari merito con la nostra piccola, grande Vanessa Ferrari.

Il Brasile poco a poco si fa strada anche in sport nei quali fino a qualche anno fa non eccelleva. Un ottimo stimolo per i bambini e i giovani, affinché comincino a uscire dalla schiavitù del calcio.
Un grande paese merita di mostrarsi al mondo con grandi campioni.
Bravo Diego e brava Jade. Avanti così.


08 settembre 2007

Rinazionalizzazione della Vale do Rio Doce

La Companhia Vale do Rio Doce, che opera nel campo minerario ed energetico, era stata privatizzata nel 1997 dal primo governo di Fernando Henrique Cardoso.
Oggi è in corso un vasto movimento popolare che ne chiede la rinazionalizzazione (reestatização).
La Vale era un'impresa in attivo che, secondo i difensori della rinazionalizzazione, 10 anni fa fu di fatto svenduta, privando il paese di una significativa fonte di entrate.
Il valore d'acquisto dell'impresa statale, infatti, è stato pari a 3,4 miliardi di reais (pari, al cambio attuale, a circa 1 miliardo e mezzo di euro), mentre il solo valore del patrimonio liquido dell'impresa avrebbe ammontato a 40 miliardi di reais.
Ufficialmente la gara è stata vinta dalla banca Bradesco, ma fonti attendibili sostengono che dietro all'operazione di acquisto si nascondano alcuni colossi finanziari statunitensi fra cui la Nation Bank.
In questi giorni i movimenti popolari stanno raccogliendo le firme per un plebiscito (referendum) che annulli l'asta e restituisca allo stato il patrimonio e la gestione della Compagnia. Lula sostiene che la rinazionalizzazione della Vale "non è una priorità del governo", ma il congresso nazionale del PT svoltosi nello scorso fine settimana a S. Paolo ha dato pieno appoggio all'iniziativa.
Numerose anche le opinioni contrarie alla rinazionalizzazione della Compagnia, soprattutto da parte di chi sostiene che le imprese statali sono la culla della corruzione e dei clientelismi.
Ovviamente la questione non è riducibile a mere considerazioni di tipo ideologico: ci sono questioni economiche non indifferenti in ballo. La Vale è e rimane la principale impresa mineraria del Brasile. Se viene gestita da mani straniere, quale sarà il prezzo di vendita dei prodotti estratti, quello utile al Brasile o quello funzionale agli acquirenti esteri?
È il solito, annoso problema dei prezzi delle materie prime decisi dai compratori, quando i venditori sono i paesi emergenti o in paesi poveri (succede a loro quello che succede a noi traduttori: il prezzo lo fa chi acquista e non chi vende. Vorrei vedere noi andare dal salumiere e dirgli che il prosciutto lo vogliamo pagare 8 euro al chilo...).
Diciamo allora che, a livello puramente teorico, poco importa se la Vale è pubblica o privata, a condizione che il prezzo dei minerali lo decida il Brasile. Ma a livello pratico, va da sé che questa operazione sarebbe più facile se la Companhia fosse in mani brasiliane anziché in mani statunitensi...

07 settembre 2007

7 settembre 1822: indipendenza o...?

Al grido di Indipendenza o morte! sulle rive del fiume Ipiranga, il principe reggente Dom Pedro sancì la cosiddetta indipendenza del Brasile. Era il 7 settembre 1822.
Per questo il 7 di settembre è festa nazionale in Brasile, è il Dia da independência, la cosiddetta "emancipazione" del Brasile.
Ma quale emancipazione?, verrebbe da dire.
Dom Pedro disse eu fico, io rimango, quando la famiglia reale portoghese decise di rientrare in Portogallo. I reali erano di fatto scappati da Lisbona per sfuggire a Napoleone e avevano trasferito la corte a Rio de Janeiro. Scampato il pericolo napoleonico, in Portogallo iniziarono delle agitazioni promosse dalla borghesia mercantile, dal clero e dai militari; si trattava di movimenti che toccavano l'economia del paese, e che imposero il ritorno in patria di Re Giovanni (Dom João VI).
Il primo re del Brasile, quindi, altri non fu che l'erede al trono del Portogallo...
Un'altra cosa di cui non si parla è che, in cambio dell'indipendenza, il Brasile si accollò il debito apocalittico che il Portogallo aveva con l'Inghilterra. Per dirla in parole povere, l'indipendenza è stata venduta al Brasile.
La storia del debito estero del gigante sudamericano ha quindi radici antiche, molto antiche...

Negli anni 90, accanto alle tradizionali sfilate militari, i movimenti popolari lanciarono la manifestazione del Grito dos excluídos", il grido degli esclusi, che ancora oggi riunisce migliaia di persone nelle principali piazze delle capitali e delle grandi città. Le previsioni per la città di Recife, quest'anno, sono di diecimila manifestanti. Ho dovuto frugare parecchio in rete per trovarne notizia. I giornali parlano solo della sfilata militare e del "riscatto del sentimento patriotico"...

Indipendenza vera, per tutti: quando?
Feliz 7 de setembro.

28 agosto 2007

Corso di lingua e cultura brasiliana a Bologna (si riprova!)

Dopo il tentativo di gennaio non andato a buon fine, ci riproviamo: il mio corso di portoghese brasiliano inizierà, se ci sarà un numero sufficiente di adesioni, il 26 settembre prossimo presso il Circolo Arci Benassi (Viale Cavina, 4 - Bologna).

Informazioni e iscrizioni mercoledì 19/09 a partire dalle ore 18, sempre presso il Benassi.

Qualche bolognese che stesse passando di qui e volesse saperne di più, può cercare il mio numero di telefono sull'elenco e chiamarmi.

Divulgate, se potete.

26 agosto 2007

Diritto alla memoria e alla verità

Il governo brasiliano, tramite la Segreteria Speciale per i Diritti Umani della Presidenza della Repubblica, ha pubblicato un libro dal titolo "Direito è memória e à verdade" (Diritto alla memoria e alla verità), documento nel quale vengono riconosciute ufficialmente le responsabilità della Polizia Militare e Civile nelle torture atroci subite dagli oppositori del regime durante il periodo della sanguinosa dittatura militare.
Lo Stato riconosce quindi per la prima volta la versione secondo la quale la repressione politica decapitò, squartò, stuprò, torturò e occultò cadaveri e commise molte altre crudeltà contro gli oppositori della dittatura.

Alla fine degli anni 80/primi anni 90, il Cardinal Paulo Evaristo Arns era stato il promotore di un progetto chiamato "Brasil Nunca Mais", Brasile mai più, a cui fece seguito la pubblicazione di un libro contenente molte agghiaccianti testimonianze sulla tortura.
Ricordo di averlo sfogliato, ma di non essere riuscita a spingermi oltre la quinta pagina (se qualcuno fosse interessato a leggerne buona parte in portoghese, può trovare il testo qui:
http://www.dhnet.org.br/dados/projetos/dh/br/tnmais/index.html).
Ma è importante che questo nuovo documento arrivi dal governo e finalmente faccia giustizia alla storia.
Nel 1995, l'allora presidente Fernando Henrique Cardoso aveva promulgato una legge con cui lo Stato assumeva la responsabilità sulle "morti non naturali" avvenute durante il ventennio 1964-84.
Ora, finalmente, si dice come avvennero queste famose "morti non naturali".
Numerose anche le torture di tipo sessuale, a cui erano sottoposti sia le donne che gli uomini.
"Furono interminabili giornate di Sodoma. Mi calpestarono, mi sputarono addosso, mi fecero in mille pezzi. Mi violentarono nei miei angoli più intimi. Fu un tempo senza sorriso. Un tempo di scherno, di grida soffocate, di urla nel buio", scriveva Maria Auxiliadora Lara Barcellos. Catturata e torturata dalla polizia militare, nel 1971 fu esiliata in Cile insieme ad altri compagni, in cambio della liberazione dell'ambasciatore svizzero che era stato sequestrato dall'Avanguardia Popolare Rivoluzionaria.
Maria Auxiliadora sarebbe morta suicida 5 anni dopo, a Berlino, dove si gettò sotto a un treno.
Questa e altre storie possono essere lette nel documento pubblicato dal governo, che sarà presentato ufficialmente dal Presidente Lula mercoledì prossimo. Si parla anche dell'istituzione di una "Commissione della verità" che faccia luce su che fine abbiano fatto cadaveri di molti desaparecidos, ancora reclamati dalle famiglie.
È un momento importante, in cui la storia viene riscritta dagli sconfitti. A futura memoria, per non dimenticare.
(Fonte: Folha de São Paulo)

19 agosto 2007

Un’analisi interessante sull’attuazione del governo Lula

Nei giorni scorsi ho avuto un interessante scambio di e-mail con l’amico scrittore Julio Monteiro Martins (per chi non sapesse chi è, basta un clic sul link di Sagarana, qui a destra) il quale, stimolato dalla lettura della biografia di Lula che ho tradotto qualche anno fa, mi ha sottoposto il suo pensiero rispetto a questi anni di governo del PT. Ci siamo scritti in portoghese e quindi non posso riportare pari pari quello che mi ha scritto, ma proverò a tradurrne qualche brano significativo.

È chiaro - scrive Julio - che Lula ha sempre ragionato a partire dalla dialettica “ricco / povero”, valida nel Nordest degli anni ’50 della sua infanzia, valida nella cintura industriale di San Paolo degli anni ’70, ma non valida nel resto del Brasile, dove esiste un’importante classe media.

Credo che il governo Lula, alla fine dei conti, avrà fatto bene al Brasile - scrive ancora Julio. Ma la classe media brasiliana, che rappresenta una ricchezza, un patrimonio che ha impiegato quasi un secolo a formarsi e da cui provengono, ad esempio, gli artisti, gli intellettuali, i funzionari pubblici onesti (ci sono, pochi ma ci sono!), insomma la vera massa critica della società (Gramsci direbbe, a ragione, che l’intellettuale è l’eroe della classe media) è stata e continua ad essere distrutta. Impietosamente, e ormai da un quarto di secolo!

I più poveri vengono contemplati da programmi sociali, come ad esempio il “Fome Zero” e altri, e cominciano poco a poco a essere inclusi, ad acquisire cittadinanza; i ricchi e le banche prosperano come non mai; ma la classe media è stata completamente abbandonata. Un parcheggiatore del centro di Rio guadagna più di un pediatra al servizio dei piani assicurativo-sanitari privati o di un giornalista culturale.

Lula porta in sé una specie di rancore ormai antiquato: vede la classe media come una classe-parassita, aliena al processo produttivo espresso dal binomio padrone-operaio. È una visione sorpassata, legata al mondo industriale del XX secolo ma non al mondo del Terzo Settore informatizzato e globalizzato del XXI secolo. Senza un vero e proprio impulso al terziario rappresentato dalla classe media, il paese è destinato a rimanere ancorato a un modello arcaico di società e a strutture sociali sclerotizzate. Lula questo non riesce a vederlo. La sua ossessione è proteggere il capitale e promuovere quelli che si trovano al di sotto della linea della povertà assoluta. Lodevole, senza dubbio: ma insufficiente.

In verità, tutte le grandi nazioni capitaliste (e la scelta di Lula è sempre stata nitidamente capitalista: ben intenzionata e moderna, inclusivista, ma capitalista) si sono sempre appoggiate e continuano ad appoggiarsi alla classe media per essere ciò che sono. È il patrimonio umano dei paesi europei, degli USA, della prospera Argentina degli anni '30 e del Brasile di Juscelino Kubitschek, della classe media che leggeva “O Cruzeiro” e “Fatos&Fatos”, delle future maestrine delle Scuole Magistrali. E che ha fornito la base intellettuale e creativa per il miglior progetto di Brasile che sia mai stato abbozzato.

Persino la Música Popular Brasileira, la Bossa Nova (“samba d’appartamento”, la chiamavano all’inizio, e non è un caso) è frutto non dei sambisti della Mangueira, ma della classe media brasiliana; Tom Jobim, João Gilberto, ma anche Noel Rosa, Chico Buarque, Caetano, Gil, Milton ecc. sono tutti figli di famiglie medio-borghesi... per non parlare della letteratura, del cinema!

Vedi - scrive ancora Julio -, nessuno lo dice, ma io lo so perché l’ho visto di persona (o magari vissuto, caro Julio... nota mia). La maggior parte dei brasiliani che hanno dovuto lasciare il Brasile, emigrare all’estero e non tornare più – non perché aspiravano a diventare ricchi ma perché volevano vivere con maggior dignità – non sono né lavoratori-operai né imprenditori-investitori, bensì persone formate nella cultura della classe media. Gente che ha capito che nel Brasile di Itamar Franco, di Fernando Henrique Cardoso o anche di Lula non avrebbe mai potuto coltivare la speranza di una vita decente; e si calcola che siano stati almeno 3 milioni i brasiliani che, negli ultimi anni, sono diventati orfani di un sistema il cui obiettivo è, attualmente, quello di realizzare “un grande accordo nazionale” fra gli estremi della società.

Lo stesso mega-programma per il bioetanolo progettato da Lula, e che sarà eseguito in assoluta sintonia col governo Bush, offrirà da un lato lavoro alla manodopera rurale analfabeta, dall’altro molta ricchezza agli imprenditori del biocombustibile. Ma il “ceto medio” in formazione, abbandonato a se stesso, continuerà ad atrofizzarsi, a essere obbligato a emigrare, schiacciato e appiattito verso il basso (e di questi, solo pochisismi furbetti riusciranno a riciclarsi e a trasformarsi in “alpinisti sociali”, percorrendo il cammino inverso nella direzione della classe più abbiente).

Bene, questa è la sintesi di quanto ho osservato del governo Lula e del Brasile di questi ultimi anni.


13 agosto 2007

Ops (andate al 18 giugno)

Un paio di mesi fa avevo iniziato a scrivere un intervento che avevo salvato come bozza, e che ho terminato oggi.
Ho scoperto così che il blog è intelligente. Si ricorda quando avevo iniziato a scrivere. Ha pubblicato il post, ma con la data del 18 giugno...

Devo ancora imparare bene come si gestisce un blog, portate pazienza :D

12 agosto 2007

Il caso Renan

Vale la pena di spendere qualche riga sul caso che da settimane (o forse mesi) occupa le prime pagine dei giornali brasiliani: lo scandalo legato al presidente del Senato, Renan Calheiros, del PMDB di Alagoas.
Conosco Renan - e l'ho persino conosciuto personalmente, nel 1993, quando non perse l'occasione di presenziare all'inaugurazione del Centro Giovanile di Matriz de Camaragibe, dove lavoravo. Non è mai stato un fiorellino profumato, è uno degli oligarchi di Alagoas, uno degli stati meno sviluppati del paese, e la cui economia si basa fondamentalmente sulla produzione e trasformazione della canna da zucchero in estesissimi latifondi e, più recentemente, sul turismo balneare. Renan è sempre stato legato ai poteri forti, non è mai sceso di sella, qualunque fosse la coalizione al potere nella capitale Maceió, al governo dello Stato, al Governo Federale.
La sua nomina a presidente del Senato sotto il governo Lula mi lasciò, a suo tempo, sconcertata: da acerrimi nemici ad amici? Mah...

Da alcuni mesi Renan è nell'occhio del ciclone: la Commissione di Etica del Senato lo ha posto sotto inchiesta per aver utilizzato fondi di un'impresa di costruzioni privata per pagare delle spese personali, come ad esempio gli alimenti per una figlia nata al di fuori del matrimonio. Inoltre avrebbe favorito delle aziende private nei loro rapporti con l'INSS (la ns. INPS), in particolare la Schincariol (birra e bevande) che avrebbe acquisito alcune fabbriche del fratello di Renan, Olavo Calheiros (altro bel figuro), a prezzo superfatturato.

Ora viene indagato anche per aver violato la legge antitrust sulla comunicazione: pare che, in società con il più famoso impresario della comunicazione di Alagoas, João Lyra (appartenente, tanto per cambiare, a una famiglia di latifondisti della canna da zucchero), abbia costituito una società intestata a dei prestanome, con la quale ha acquistato testate giornalistiche e radio. In seguito, i due avrebbero diviso il patrimonio, lasciando i giornali a Lyra e le radio a Renan.
In Brasile non è consentito a chi occupi cariche pubbliche di possedere mezzi di informazione (eh sì, anche nel cosiddetto terzo mondo, quanto a conflitto d'interessi, sono molto più avanti della nostra repubblica delle banane...).

Ovviamente bisognerà lasciar fare alla giustizia e alle Commissioni il loro lavoro. Va da sé che probabilmente è tutto vero, ma anche che vi sono interessi - neanche troppo occulti - che hanno fatto sì che questo scandalo scoppiasse proprio adesso, che queste informazioni (risapute da tempo) fossero rese pubbliche proprio ora...

11 agosto 2007

Biocarburanti? mah...

Di questi tempi si fa un gran parlare del bioetanolo, l'alcol per autotrazione. In Brasile le automobili ad alcol esistono dagli anni '70, quando il governo di allora (erano i tempi della dittatura militare, gli anni più feroci) lanciò il programma pro-alcol in risposta alla crisi petrolifera.
Personalmente trovo assai discutibile l'uso dei biocarburanti, nonostante siano molto meno inquinanti rispetto ai carburanti tradizionali. Il fatto è che l'idea di "ecologicamente corretto" non può limitarsi alle emissioni di CO2 e/o di particolati vari.
Difendere la "casa" (oikos, da cui il prefisso eco-, che significa proprio casa) significa non solo proteggerne i muri (l'ambiente) ma anche gli abitanti. Per produrre una quantità di biocarburante sufficiente a fare il pieno a un'automobile di media cilindrata ci vuole all'incirca la stessa quantità di terra necessaria a coltivare il nutrimento di un essere umano per un anno...
Ora, nel caso del Brasile è evidente che ci sarebbe terra per l'una cosa e per l'altra (a condizione che si realizzi la riforma agraria, ma questa è un'altra storia), ma secondo me entrano in ballo considerazioni di tipo etico.
A livello globale, non possiamo far finta che, siccome noi abbiamo degli eccessi di produzione agricola e in nome del mercato dobbiamo distruggere interi raccolti, allora il problema della terra e del nutrimento degli esseri umani non esiste.
Nel caso del Brasile, poi, c'è un'aggravante: la coltivazione della canna da zucchero implica un lavoro di tipo semi-schiavista. Nel Nordest, i tagliatori di canna ricevono salari da fame a fronte di un lavoro massacrante; si tratta di un lavoro stagionale, quindi nei periodi fra un raccolto e l'altro (entresafra) o non si lavora, oppure si è costretti a emigrare verso zone con altri climi, dove il periodo del taglio è invertito rispetto al Nordest. E non è che nel Mato Grosso o a San Paolo il salario dei braccianti sia tanto più consistente che nel Nordest.
In pratica, il basso costo del bioalcol è anche il prodotto dello sfruttamento del lavoro umano.
Subito dopo Ferragosto, come promesso, inserirò nel blog la lettera di Julio Monteiro Martins su Lula, e anche lì troverete considerazioni interessanti sulla questione del biocarburante.
Nel frattempo proviamo a riflettere su queste cose in modo un po' più approfondito e, perché no, più etico...
Rimanete connessi.

05 agosto 2007

News

La palazzina della Tam Express travolta dall'aereo nel tragico incidente del 17 luglio scorso è stata implosa oggi pomeriggio...

Le vittime identificate fino a questo momento sono 157, le famiglie delle altre 43 devono attendere gli esami del DNA sui resti...

Nei giorni scorsi il Presidente Lula ha sostituito il Ministro della Difesa; al posto di Waldir Pires si è insediato Nelson Jobim, ex-Presidente della Corte Suprema.

Anche la presidenza dell'INFRAERO (la società che controlla aeroporti e traffico aereo) è in via di sostituzione: al posto dell'uscente José Carlos Pereira, ufficiale dell'Aeronautica, assume l'incarico Sérgio Maurizio Britto Gaudenzi, attualmente a capo dell'AEB, l'Agenzia Spaziale Brasiliana.

Intanto Lula esulta perché, nonostante la gravissima crisi che ha colpito il settore aereo in questi ultimi mesi, la sua popolarità non subisce flessioni: il 48% dei brasiliani continua a considerare il governo Lula "ottimo" o "buono".

Fra qualche giorno proporrò alla riflessione dei miei lettori (pochissimi in questi giorni, immagino) un testo interessante.
Si tratta di una critica molto pertinente all'attuazione del governo Lula.
Restate conessi.

29 luglio 2007

Oro, oro, oro

Una ventata di disimpegno, quanno ce vo' ce vo'...

Stanno per concludersi i giochi Panamericani di Rio de Janeiro.
Il medagliere è stato generoso col paese ospitante; il Brasile in questo momento è ben piazzato al terzo posto: 53 ori, 39 argenti, 67 bronzi. In testa gli USA, seguiti dal Canada.
Particolarmente significativa la vittoria di Franck Caldeira nella maratona, e quella della sempre fantasmagorica seleção di volley, imbattuta, che in finale ha schiacciato proprio gli USA.


22 luglio 2007

Un incubo che non finisce mai...

Ieri un corto circuito ha messo fuori uso il sistema di controllo aereo di Manaus. Il risultato è stato che oltre il 40% dei voli aerei in tutto il paese ha subito ritardi, e nel solo aeroporto di Congonhas (quello dell'incidente di martedì sera) ne sono stati cancellati 47.
La situazione del traffico aereo in Brasile sembra un incubo destinato a non finire mai...

20 luglio 2007

Tragedie nei cieli del Brasile

200 morti fra passeggeri, equipaggio e personale a terra. Il più grave incidente aereo della storia dell'aviazione brasiliana arriva dopo un lunghissimo periodo di difficoltà nel traffico aereo.
Tutto è cominciato nel novembre scorso, quando un aereo della compagnia low-cost Gol si è scontrato con un piccolo Legacy privato ai margini della foresta amazzonica.

In seguito alle indagini su quell'incidente (di cui, sia detto per inciso, sono stati ritenuti responsabili i due piloti statunitensi del Legacy, che però erano già rientrati nel loro paese...) si è scoperto che lo spazio aereo brasiliano presenta numerosi "punti ciechi" non raggiunti da nessun radar.
È inoltre emersa la situazione disumana nella quale lavorano i controllori di volo, ancora militarizzati (come da noi molti anni fa, sono tutti militari dell'aeronautica): turni di lavoro massacranti e carenze d'organico sono in vetta ai reclami degli uomini e donne radar.

In seguito a quell'incidente iniziarono le agitazioni del personale e una pioggia di ritardi si abbatté su tutto il traffico aereo nazionale. Il 5 dicembre 2006 il famoso black-out che, da Brasilia, si è ripercosso per settimane su tutto il paese: io c'ero, se volete leggere quel resoconto allucinante andate a cercare il post del 6 dicembre 2006.

Anche in questi ultimi mesi la situazione non era poi così migliorata. Il governo si è impegnato a smilitarizzare i servizi legati all'aviazione civile, ma non so dirvi a che punto siano i decreti legge necessari a rendere operativo questo impegno.
Nei giorni scorsi, anche in conseguenza del traffico dovuto all'avvio dei giochi Panamericani a Rio de Janeiro, si era nuovamente verificato un periodo di caos e ritardi.

E martedì notte, la tragedia. L'aereo di linea della compagnia TAM che stava per arrivare all'aeroporto internazionale di Congonhas proveniente da Porto Alegre si è schiantato su una palazzina della TAM Express, il settore spedizione merci. Dall'analisi della scatola nera si è saputo che l'incidente è stato dovuto a un guasto del freno motore, il cosiddetto "trust reverse".
I morti sono più di 200, compreso il personale a terra. Probabilmente alcuni di loro non avevano mai viaggiato in aereo.

Non ci sono commenti possibili, ma solo una grande rabbia e un grande, immenso dolore.

16 luglio 2007

Coppa America

A Maracaibo (Venezuela), il Brasile conquista per l'ottava volta la Coppa America, il torneo sudamericano di football, e rispedisce a casa i cugini argentini con le pive nel sacco.
Un po' come se l'Italia sconfiggesse la Germania alla finale dei campionati europei.
Di solito non parlo di calcio, ma... una bella vittoria 3 a 0 sull'avversario più classico, l'Argentina, è una soddisfazione incomparabile. Cercate di capirmi: il mio lato verde-oro esulta!

15 luglio 2007

Ricchezza, però che tristezza

Secondo i dati forniti dal ministero delle finanze, i milionari brasiliani sono circa 130 mila, pari a circa lo 0,00069% della popolazione (189 milioni di abitanti).
Una stima del BCG (Boston Consulting Group) afferma che i milionari brasiliani sono i più ricchi dell'America Latina, con un patrimonio complessivo di 573 miliardi di dollari - equivalenti alla metà del PIL nazionale.
Considerato che, molto probabilmente, anche i poveri brasiliani sono i più poveri dell'America Latina, il colosso sudamericano si conferma campione di cattiva distribuzione del reddito.

In questi giorni sono in corso a Rio de Janeiro i Giochi Panamericani, le olimpiadi continentali a cui partecipano tutti i paesi delle tre Americhe (Nord, Centro e Sud) e dei Caraibi.
Eppure da noi non ne parla nessuno. E dire che, essendo estate, ci sarebbero ampi margini per propinarci un po' di sana competizione sportiva e ravvivare gli squallidi palinsesti televisivi. Ma no, è meglio la replica di una vecchia fiction...

09 luglio 2007

Lula critica i sussidi agricoli dell'Unione Europea

Nel programma radiofonico "Café com o Presidente" di ieri, Lula ha criticato i sussidi dell'Unione Europea all'agricoltura.

"L'Unione Europea non solo non vuole modificare i propri coefficienti agricoli, ma vuole che noi diminuiamo il nostro coefficiente di prodotti industriali.

E cosa vogliono in realtà? Che apriamo loro la nostra industria, mentre loro non aprono la loro agricoltura ai paesi del terzo mondo. Non si può! Non è una questione di orgoglio, è una questione di giustizia."


21 giugno 2007

Il Brasile a Superquark: natura e petrolio

La settimana scorsa, nell'ambito del documentario "Pianeta Terra" della BBC, sono state mostrate alcune bellezze naturali del Brasile, in particolare le spettacolari cascate di Foz do Iguaçu e il bacino del Rio delle Amazzoni (a proposito, avete visto sui giornali dei giorni scorsi la notizia delle nuove misurazioni, secondo le quali il Rio Amazonas sarebbe più lungo del Nilo?).
Ieri sera invece è stato presentato un interessante servizio sulle piattaforme petrolifere. Il Brasile è infatti all'avanguardia per ciò che riguarda le perspezioni, le trivellazioni e l'estrazione del petrolio dai giacimenti sottomarini. Il servizio ha presentato in modo sintetico ma chiaro il funzionamento di queste piattaforme, basato su una tecnologia di punta gestita interamente da brasiliani. Grazie a questa attività, il paese è praticamente autosufficiente dal punto di vista dell'oro nero.
Un unico appunto a Superquark: la compagnia a partecipazione statale leader nel mondo per la produzione di petrolio in acque profonde si chiama Petrobras ma si pronuncia Petrobrás e non "Petròbras" come ha continuato a ripetere lo speaker italiano.
Per chi volesse saperne di più:
http://it.wikipedia.org/wiki/Petrobras (in italiano) oppure:
http://www2.petrobras.com.br/portugues/index.asp (in portoghese, inglese e spagnolo).

18 giugno 2007

Divagazioni strettamente personali

Cosa significa parlare, pensare, sentire, odorare, assaporare, respirare, toccare, ascoltare, amare in due lingue?
Cosa significa sentire di appartenere non solo a due universi semantici, ma anche a due universi culturali, a due sistemi di sintassi del pensiero?
Non ho risposte. Non so spiegare "cosa significa" ma quel significato lo vivo ogni giorno nella testa, nella carne e nel cuore.
Mi rendo conto che la mia doppia appartenenza ha generato uno spazio accessibile a pochi. E non è un'appendice, non è uno spazio poco significativo: è l'elemento che più di ogni altro determina la persona che sono adesso. È l'unico spazio in cui riesco a essere autenticamente ME, per intero.

Eppure so che questo stesso elemento è motivo di incomprensione e di rifiuto. Quando parlo e scrivo del "mio" Brasile divento pesante, pedante, noiosa, un po' come certe mamme che quando hanno un figlio non riescono a parlare d'altro che non sia pappe, pannolini, vaccini e dentini.
Mi tengo sotto stretta vigilanza per cercare di contenere questo bisogno quasi fisico di esternarmi per intero, spinta da un lato da una inguaribile saudade, dall'altro dal bisogno di condividere quella che considero una ricchezza.
Questo blog è nato anche per questo: qui scrivo con libertà, senza bisogno di autocensura, perché so che mi legge solo chi vuole.
[Sì, lo so che fra i miei simpatici lettori c'è anche qualche delatore desideroso solo di cogliermi in fallo, ma fa parte del gioco: non si può essere graditi a tutti, io so di non esserlo e il peggio è che me ne vanto...]

A volte ho la sensazione che questa identità schizofrenica sia una sorta di piedistallo dall'alto del quale guardo il mondo, che non mi può comprendere. Altre volte mi sembra che, così come non avrei mai potuto diventare veramente "brasiliana" nemmeno se fossi rimasta in Brasile tutta la vita, non sono più nemmeno integralmente "italiana". Ho la sensazione di non esser più niente, da nessuna parte.

Una decina di giorni fa, passeggiando per una Festa de l'Unità, ho sentito parlare brasiliano. Non ho saputo resistere, ho attaccato bottone con le due ragazze (una residente in Italia, l'altra qui in ferie) e mi sono estraniata da tutto, come se all'improvviso non fossi più lì ma altrove. Mi ha riportata coi piedi per terra il mio sconcertato accompagnatore che, non essendo luso-parlante, con la sua semplice presenza mi ha ricordato chi ero e dove mi trovavo.

Ecco. È um beco sem saída, un vicolo cieco. La doppia appartenenza si configura sempre come una mancanza, una sottrazione. Quando ero "là" mi mancava "qui", quando sono "qui" mi manca "là". Negli avverbi di luogo metteteci dentro tutto, perché ci sta dentro tutto.

Scusate la parentesi, sono riflessioni che mi frullano per la testa da mesi e mesi e che meriterebbero un approfondimento ben più serio di un post sul mio blog. Ma tant'è. Oggi va così.

Rimanete connessi, sto preparando qualcosa anche sul mio lavoro.

29 maggio 2007

Misure del governo in favore della pianificazione familiare

Il ministro della sanità José Gomes Temporão ha presentato ieri a São Paulo il Programma di Pianificazione Familiare del governo federale.
Il piano prevede un incentivo agli interventi di vasectomia, sconti per l'acquisto di anticoncezionali nelle farmacie popolari e incremento della distribuzione della pillola negli ambulatori pubblici. Saranno inoltre rese disponibili nuove linee di finanziamento per le maternità che operano in convenzione con il sistema di salute pubblica, e stanziate risorse per la riqualificazione professionale di chi lavora nei reparti di Pronto Soccorso ostetrico.

(Fonte: Radio CBN Brasil)


25 maggio 2007

Buone notizie

Oggi l'IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística) ha pubblicato i risultati di uno studio realizzato incrociando i dati disponibili dal 1940 al 2000.
La prima buona notizia riguarda la scolarizzazione dei bambini di età compresa fra 7 e 14 anni, che ha compiuto un gigantesco balzo in avanti: dal 30,6 al 94,5%.
Il tasso di analfabetismo è sceso dal 56,8 al 12,1 % (considerando la popolazione di età superiore a 10 anni); considerando il valore assoluto, nel 1940 il Brasile contava lo stesso numero di analfabeti che nel 2000 (16,4 milioni di persone).
Un dato importante, visto che la popolazione in 40 anni è letteralmente quadruplicata: da 41,2 a 169,8 milioni di abitanti. Si stima che a tutt'oggi il numero di abitanti del Brasile ammonti a circa 189 milioni.
Il Brasile rurale è diventato urbano: il tasso di urbanizzazione è passato dal 31, 3 all'81,2%. Ciò significa che nel 2000 più di 8 brasiliani su 10 abitavano in città, e meno di 2 su 10 in campagna.
Un'altra informazione demografica interessante riguarda la proporzione fra uomini e donne; nel 2000, infatti, il contingente femminile ammontava a 86 milioni contro gli 83,6 milioni di maschietti.

Nei prossimi giorni, compatibilmente con i miei impegni, vi riferirò altre informazioni interessanti di questa ricerca, soprattutto per ciò che riguarda la proporzione fra bianchi, neri e mulatti, l'immigrazione e la composizione delle famiglie.

Se qualcuno mastica il portoghese, può leggere le informazioni direttamente sul
sito dell'IBGE.
http://www.ibge.gov.br ("Estudo revela 60 anos de transformações sociais no país")

13 maggio 2007

Quello che i giornali non dicono

Sulla visita di Benedetto XVI in Brasile i media italiani non dicono tutto. Leggo dall'importante quotidiano "Folha de São Paulo" che l'afflusso di giovani all'incontro dell'altro giorno è stato inferiore al previsto. A quell'invito alla castità, alcuni giovani hanno risposto con cartelli recanti la scritta "Eu uso camisinha" (io uso il preservativo). La previsione di afflusso alla Santa Messa di oggi è stata prudentemente ridotta a 230 mila fedeli, contro il mezzo milione di cui si era parlato fino a ieri.

Il paese cosiddetto "più cattolico del mondo" (solo per avere un elevato numero di battezzati) sta manifestando un atteggiamento critico nei confronti del Papa e delle gerarchie vaticane in generale? È possibile.

Aggiungo alcune osservazioni sulla cosiddetta "lotta alle sette pentecostali".
Qualche anno fa, un mio amico sacerdote ebbe a dirmi: "Meno male che ci sono loro [gli evangelici pentecostali], altrimenti come farei a prendermi cura di tutta questa gente?". Insieme a un collega, aveva in carico una parrocchia che, con tutte le cappelle periferiche, ammontava a circa 100 mila abitanti. In Italia con 100 mila abitanti (e anche meno) si fa una Diocesi.
La Chiesa Cattolica è storicamente identificata con l'oppressione e la schiavitù che hanno flagellato il popolo dei più poveri (soprattutto neri e indios) per secoli. Non possiamo dimenticare che gli schiavi africani scendevano dalla nave e, insieme al marchio a fuoco, ricevevano il battesimo. Il Brasile è stato l'ultimo paese ad abolire la schiavitù: 20 maggio 1888.
Erano gli anni in cui in Italia era stato sconfitto il potere temporale del Papa, avevamo finalmente conquistato l'unità e tanti poveri emigravano proprio verso il Brasile, per andare a lavorare la terra da cui gli schiavi si erano allontanati. Risale a quegli anni la nascita del fenomeno dei meninos de rua, i bambini di strada di cui tanto si parla anche oggi. Figli di schiavi liberati che non trovavano lavoro perché, oltre a essere analfabeti, nella vita non avevano fatto altro che gli schiavi nelle piantagioni di caffè o di canna da zucchero.
Dov'era la Chiesa in quegli anni? Accanto agli schiavi liberati o accanto ai latifondisti?

Il fenomeno delle cosiddette "sette" (perché chiamarle così? Chi decide cos'è una chiesa e cos'è una setta?) pentecostali rappresenta un obiettivo pericolo di fondamentalismo. È fuori discussione che fanno leva sull'emotività delle persone e che, fatte rarissime eccezioni, non operano nel sociale e denunciano ben poco le ingiustizie che flagellano il paese e opprimono soprattutto i più poveri.
Ma è vero anche che chi si converte, chi entra ne lei dos crentes (entra nelle legge dei credenti), cambia vita. Molti alcolizzati hanno smesso di bere, molte famiglie si sono ricostruite.

Durante una conferenza ecumenica a Brasilia, una decina d'anni fa, un giornalista domandò al Dalai Lama: "Santità, qual è la religione migliore?". Il Dalai Lama rispose: "La miglior religione è quella che rende l'uomi migliore". Per molte persone, l'ingresso in una chiesa pentecostale ha rappresentato la chance di diventare una persona migliore. È questo che vogliamo combattere?

C'è da dire che alcune di queste comunità sono delle vere macchinette succhiasoldi. Che in nome della nuova religione alcuni poveri si impoveriscono ulteriormente (mentre i loro pastori si arricchiscono). La IURD (Igreja Universal do Reino de Deus) è guidata da un gruppo che possiede grandi mezzi d'informazione, fra cui una rete televisiva (Rede Record) trasmessa via satellite in tutti i paesi di lingua portoghese. A causa di alcuni affari loschi la IURD è stata dichiarata fuori legge in Portogallo.
Ma le Assemblee di Dio, la Chiesa Battista, gli Avventisti del 7º giorno non sono la IURD.

I movimenti cattolici che "lottano" contro i pentecostali usano le loro stesse armi: emotività, canti, balli, al massimo qualche attività assistenzialistica, assoluto silenzio per ciò che riguarda la critica sociale. È ciò che fa soprattutto il movimento del Rinnovamento dello Spirito, i cosiddetti "carismatici".

Io credo che come cristiani dovremmo ricordare il messaggio di Gesù che disse: "Voi siete il sale della terra, voi siete il lievito nella massa". Il sale e il lievito modificano la pasta e la rendono commestibile e gustosa solo se sono presenti in piccolissime quantità. In una situazione come quella brasiliana (ma anche di numerosi altri paesi del Sud del mondo) essere cristiani dovrebbe significare essere piccoli profeti che annunciano il Regno di Dio e denunciano tutto ciò che impedisce la sua realizzazione qui e ora.

Questo post sta diventando troppo lungo. Un altro giorno scriverò sulla Teologia della Liberazione.
Avete letto fin qui? Bravi!

06 maggio 2007

Il Papa troverà un Brasile un po' meno cattolico...

Da un'indagine realizzata da Datafolha, risulta che il 64% dei brasiliani di età superiore a 16 anni si dichiara cattolico. Nel 1996 erano il 74%. Nello stesso periodo, gli evangelici pentecostali sono passati dall'11 al 17%.
Secondo l'IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística, analogo al nostro ISTAT), invece, nel 1991 i cattolici ammontavano all'83,8% e nel 2000 erano scesi al 73,8%.
Le università federali di S. Paulo e Minas Gerais hanno constatato inoltre che l'11% dei brasiliani ha più di una religione, e che l'83% ritiene la religione un elemento molto importante nella propria vita.
Papa Benedetto XVI parteciperà alla V conferenza generale dell'Episcopato Latino Americano e dei Caraibi che si terrà ad Aparecida, nello stato di San Paolo, dal 9 al 14 maggio prossimi.
Aparecida ospita il santuario dedicato alla patrona del Brasile, Nossa Senhora de Aparecida, la cui statuetta raffigurante una madonna di pelle scura fu ritrovata da alcuni pescatori di questa località.

In occasione della visita del Papa, si prevede un'affluenza superiore al mezzo milione di pellegrini. Si teme per le carenze infrastrutturali della città, sia per quanto riguarda l'ospitalità dei pellegrini, sia per la mancanza di spazio per parcheggiare i pullman o per la possibile insufficienza di acqua potabile.
In Brasile c'è molta attesa per la visita di Benedetto XVI. Vedremo le ripercussioni sulla stampa nazionale.


04 maggio 2007

Lula libera il brevetto di un farmaco anti-AIDS

Lula autorizza la liberazione del brevetto di un farmaco utilizzato nella cura dell'AIDS
Il Presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha firmato quest'oggi un atto che autorizza la violazione del brevetto del farmaco Efavirenz per la cura dell'AIDS. Il farmaco, utilizzato da 75 mila pazienti malati di AIDS in cura presso la rete pubblica, è prodotto dal laboratorio Merk Sharp & Dhome. L'aspettativa del governo è che la violazione del brevetto produca un risparmio di 30 milioni di dollari l'anno da qui al 2012.