Lo scorso 17 dicembre Dilma Roussef ha ricevuto il Diploma di Presidente della Repubblica nella tradizionale cerimonia denominata, per l'appunto, diplomação.
Il Diploma costituisce l'attestazione ufficiale della vittoria alle urne e viene stampato dalla zecca di stato (Casa da Moeda do Brasil) in triplice copia: una resta nelle mani del presidente eletto, una rimane agli atti del Superior Tribunal Eleitoral e la terza viene inoltrata agli archivi della Presidenza della Repubblica.
Ricordo ancora con immensa emozione la cerimonia di diplomação del Presidente Lula, 8 anni fa. Fu trasmessa in diretta dalla tv Globo e, siccome quel pomeriggio mi trovavo a casa, potei assistere dal vivo. Del discorso pronunciato dal presidente-operaio (lui sì, lo è stato veramente, non come certi personaggi nostrani che millantano esperienze mai fatte - ogni riferimento a fatti o persone realmente esistiti è da considerare assolutamente voluto) ricordo in particolare la frase di chiusura pronunciata con la voce rotta dalle lacrime, che mi colpì tantissimo e mi fa ancora rabbrividire quando ci penso.
Se havia alguém no Brasil que duvidava que um torneiro mecânico, saído de uma fábrica, chegasse à Presidência, 2002 provou o contrário. E eu, que durante tantas vezes fui criticado por não ter um diploma de nível superior, recebo agora meu primeiro Diploma: o de Presidente da República do meu país. ("Se in Brasile qualcuno dubitava che un tornitore meccanico, uscito da una fabbrica, arrivasse alla Presidenza, il 2002 gli ha dimostrato il contrario. E io, che tante volte sono stato criticato perché non ho un diploma di laurea, ricevo ora il mio primo Diploma: quello di Presidente della Repubblica del mio paese").
Molto diverso il tenore del discorso di Dilma. "Ricevo questo Diploma con gioia ed umiltà e un'enorme slancio a impegnarmi con ogni sforzo per ricambiare la fiducia ricevuta nelle urne. Onorare le donne, prendermi cura dei più fragili e governare per tutti è ciò che mi muove e mi stimola al lavoro dei prossimi anni... Avrò cura della stabilità economica e degli investimenti così necessari alla crescita e all'occupazione... Difenderò sempre la libertà di manifestazione, quella di stampa e quella di culto... Riaffermo che nessuna strategia politica o economica è effettiva se non si riflette concretamente sulla vita di ciascun lavoratore e lavoratrice, di ciascun imprenditore, di ciascuna famiglia e di tutte le regioni di questo nostro immenso e generoso paese..."
E poi la chiusa: "In questo momento, in cui ricevo il Diploma più elevato della democrazia, voglio condividerlo con ogni brasiliano e soprattutto con ogni brasiliana e dico che, per il Brasile, conto su tutti e su tutte, ma che tutti e tutte possono contare su di me".
(traduzione fatta al volo mentre ascoltavo il discorso su Youube, portate pazienza se l'italiano è un po' zoppicante).
Ecco il video (23 min), per chi ha voglia di assistere a tutta la cerimonia.
(Di questi tempi, assistendo alla decadenza politica e culturale dell'Italia, persino una democrazia giovane come quella brasiliana è in grado di suscitare invidia, insieme alla profonda nostalgia per quello che il nostro paese è stato neanche tantissimi anni fa, per quello che il nostro paese potrebbe ancora tornare a essere...)
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