31 ottobre 2008

Aiuti alimentari e commenti elettorali

Leggo sul sito dell'agenzia di stampa Misna (www.misna.org):

Mentre si ripetono, inascoltati, gli appelli delle agenzie umanitarie per i paesi dei Caraibi colpiti dal passaggio dei recenti uragani, il Brasile ha autorizzato il ministero dell’Agricoltura all’invio urgente di aiuti alimentari a Haiti, Honduras, Cuba e Jamaica. Sono 45.000 le tonnelate di riso e 2000 quelle di latte in polvere, oltre a mezza tonnellata di sementi di ortaggi – provenienti dalle riserve statali di derrate alimentari - pronte a partire con voli umanitari: le prime 500 tonnellate di alimenti sono destinate a Cuba, dove il presidente Luiz Ignácio Lula da Silva è atteso oggi per un viaggio ufficiale “la cui principale finalità sarà portare al governo e al popolo cubano la solidarietà brasiliana” come riferito da un comunicato del ministero degli Esteri di Brasilia. Lula sarà accompagnato dal ministro delle Miniere e dell’Energia, Edison Lobao, e dal presidente della compagnia petrolifera statale ‘Petrobras’, Sergio Gabrielli, per firmare un accordo di prospezione con la società cubana ‘Cupet’ (Cuba Petróleo); nella stessa occasione sarà inagurato all’Avana un ufficio dell’Agenzia brasiliana per la promozione delle esportazioni e degli investimenti (Apex).

Da "paese povero" a "paese che invia aiuti umanitari". Non male.
Non che tutto vada improvvisamente bene, intendiamoci, c'è ancora molta gente che ha fame nelle periferie urbane e nelle campagne brasiliane. Ma sono piccoli segni di una situazione che avanza.

Avrei voluto scrivere anche qualcosa sulle recenti elezioni amministrative che hanno visto il PT sconfitto in alcune importanti città del paese come São Paulo, Porto Alegre e Salvador, ma sono rimasta un po' indietro con gli aggiornamenti della stampa brasiliana. Dico due parole solo sulla situazione particolarmente grave del sindaco eletto di Recife, João da Costa del PT. È stato infatti denunciato e condannato in prima istanza per indebito utilizzo della macchina pubblica a fini elettorali (invio di email ai dipendenti del comune, al fine di sostenere la propria candidatura). La condanna prevede la sua ineleggibilità per tre anni, oltre naturalmente all'annullamento dei voti ricevuti. Il PT ha fatto ricorso e la sentenza definitiva sarà emessa entro il 19 dicembre, data della consegna agli eletti dei "diplomi" che sanciscono definitivamente la carica e permettono di procedere al regolare insediamento il 1º gennaio prossimo.
Insomma, il PT non sta navigando in buone acque, ma a quanto pare non si sta nemmeno comportando in modo tanto trasparente... aspettiamo la sentenza definitiva, vi terrò informati.

11 ottobre 2008

I rapporti con la mia famiglia - Quando ero laggiù (3)


Ancora sull'onda della commozione per la scomparsa di mio padre avvenuta il 3 ottobre scorso, vorrei uscire un po' dallo specifico dell'esperienza in Brasile e parlarvi di come, in quel periodo, ho mantenuto i rapporti con la mia famiglia.
È una domanda che mi sento fare spesso: "ma i tuoi genitori come hanno reagito alla tua decisione di partire?". Ricordo ancora il sabato pomeriggio in cui diedi l'annuncio che sarei partita. Era dicembre 1990, subito dopo pranzo. Mia madre si mise a piangere e disse che le avevo appena dato "una mattonata in testa"; mio padre invece si congratulò... ma andò in salotto a prendere un goccio di qualcosa di forte!
Presi la decisione che, una volta partita, avremmo dovuto creare delle routine di comunicazione, per evitare il rischio di telefonate a ogni ora del giorno e della notte (nel primo anno e mezzo non avevo nemmeno il telefono e mi servivo di quello della casa parrocchiale). Così, ci sentivamo un lunedì sì e uno no, alle sei o alle sette di sera ora del Brasile (le 23 italiane, a seconda della presenza o meno dell'ora legale); poi ci scrivevamo tante lettere, molte delle quali sono ora raccolte in una capiente cartellina (e magari ve ne copierò qualche brano, un giorno di questi). A un certo punto anche io mi sono data una disciplina: scrivere ogni 15 giorni, a prescindere dall'aver ricevuto o meno una lettera da loro.
Negli anni seguenti, con l'avvento delle schede telefoniche estere e quindi il crollo dei prezzi delle chiamate intercontinentali, sono aumentate le telefonate e diminuite le lettere. Internet ha fatto il resto.
I miei genitori non mi sono mai venuti a trovare mentre ero in Brasile; lo avrei desiderato tanto ma mio padre, che nel 1987 aveva avuto un infarto, era terrorizzato all'idea che gli potesse succedere qualcosa mentre era laggiù. Mia madre non ha mai voluto venire da sola, malgrado i miei reiterati inviti.
Mio fratello viveva fuori di casa già da parecchio tempo quando sono partita e non è mai stato particolarmente coinvolto, a parte compleanni e feste comandate.
Tutto sommato, comunque, credo che siano stati tutti abbastanza orgogliosi di quello che ero andata a fare. Per me la cosa più difficile è stata affrontare i momenti in cui ero lontana e i miei genitori stavano male (non era sempre possibile mollare tutto e volare qui), in particolare nel periodo a cavallo fra il 2000 e il 2001 in cui mio padre è passato per una serie di problemi anche serissimi (cito, fra gli altri, l'asportazione di un rene e un secondo, drammatico infarto).
L'avanzare dell'età e la precarietà delle loro condizioni è stata una delle concause che mi hanno fatto decidere il rientro nel 2003.
Ma di questo parlerò un'altra volta...