Ed eccomi qui, in pieno sertão della Bahia, dove il cellulare non prende e le strade asfaltate sono una rarità, ma dove il cielo notturno è molto più blu, si vedono tutte le stelle dell'emisfero sud e la luce della luna è suggestiva come in nessun altro luogo al mondo.
Mi trovo in una piccola città che si chiama Presidente Jânio Quadros (nome conferito in onore dell'allora presidente della Repubblica, che aveva promesso alla città finanziamenti per il suo sviluppo), ospite della comunità dei padri rogazionisti, padre Toninho e padre Jota.
Sono qui per definire gli ultimi dettagli di un progetto di scuola familiare agricola destinata ai giovani e alle ragazze della zona rurale. Lo scopo è fornire loro una formazione scolastica medio superiore in agricoltura, in modo da favorire il miglioramento delle coltivazioni di sussistenza a cui si dedica la maggioranza dei piccoli proprietari, impiantare nuove colture destinate anche alla vendita, riscattare i valori e le tradizioni della cultura popolare, favorire lo sviluppo di un'agricoltura ecosostenibile.
Si tratta di un progetto ambizioso, il cui scopo principale è proprio la riduzione dell'esodo dalle campagne verso le grandi città, fenomeno che flagella il Brasile da diversi decenni e che ha portato la popolazione urbana a raggiungere l'80% della popolazione totale del paese, relegando alla zona rurale uno scarno 20% degli abitanti. Considerata l'estensione del paese e la disponibilità (almeno teorica) di terre coltivabili, va da sé che lo sforzo di aiutare le nuove generazioni a non abbandonare le aree rurali ma anzi a valorizzarle è assolutamente meritorio.
L'elaborazione del progetto presenta alcune difficoltà ma stiamo cercando di risolverle.
La comunità locale mi ha accolta con simpatia e affetto e questa immersione totale in una realtà completamente diversa da quelle che conoscevo in precedenza si sta rivelando un'esperienza molto interessante.
Ora vi saluto perché abbiamo una riunione fra 10 minuti e la connessione internet non è delle più veloci.
Rimanete connessi!
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16 gennaio 2008
03 dicembre 2006
Da Rio a Foz do Iguaçu: viaggio nel Paradiso Terrestre
La mattina di sabato 2 dicembre abbiamo salutato Rio de Janeiro, finalmente baciata dal sole, e siamo sbarcati nel paradiso terrestre.
Non chiedetemi di descrivervi lo spettacolo naturale delle Cataratte di Foz do Iguaçu: come direbbe il Poeta, "capire non lo può chi non lo prova".
Ieri pomeriggio abbiamo visitato il lato brasiliano, cioè la parte minore e meno suggestiva dell'area delle cascate, ma in compenso il punto da cui si gode un panorama d'insieme che dal lato argentino non è possibile vedere.
La mia impressione, nonostante sia uno spettacolo sempre bellissimo ed emozionante, è che ci sia molta meno acqua rispetto alle altre due volte in cui avevo visitato questo paradiso (1995 e 2003). Ho scattato pochissime fotografie, ma al mio rientro voglio proprio fare un paragone fra allora e oggi. Temo che il riscaldamento globale, ma soprattutto la costruzione di alcune piccole idroelettriche a monte del Rio Iguaçu, stiano danneggiando la stupenda cornice naturale delle cascate.
Oggi invece abbiamo visitato il lato argentino.
Il mio compagno di viaggio, nonostante la stanchezza (fa un caldo infernale e nel parco nazionale bisogna camminare su passerelle lunghe più di un chilometro per raggiungere i punti di interesse panoramico), continuava a ripetere: "Fantastico! Fantastico!"...
Io invece ripeto "Fantastico! Fantastico!" ogni volta che entro nell'Hotel che ci ospita, una costruzione in stile neocoloniale che si trova esattamente di fronte alle cascate, all'interno del parco nazionale.
Al mio ritorno inserirò le fotografie in un album virtuale e vi darò l'indirizzo dove andarle a vedere, così capirete meglio il mio entusiasmo.
Una nota di colore: prima di uscire dal parco nazionale argentino, questo pomeriggio, ho acquistato un bellissimo poncho in misto lana da indossare in Italia. Avrò di che vantarmi, nel freddo inverno bolognese...
Domattina andremo a visitare l'idroelettrica di Itaipu e al pomeriggio imabrcheremo alla volta di Brasilia.
A rileggerci presto con un nuovo episodio del mio diario di viaggio.
Non chiedetemi di descrivervi lo spettacolo naturale delle Cataratte di Foz do Iguaçu: come direbbe il Poeta, "capire non lo può chi non lo prova".
Ieri pomeriggio abbiamo visitato il lato brasiliano, cioè la parte minore e meno suggestiva dell'area delle cascate, ma in compenso il punto da cui si gode un panorama d'insieme che dal lato argentino non è possibile vedere.
La mia impressione, nonostante sia uno spettacolo sempre bellissimo ed emozionante, è che ci sia molta meno acqua rispetto alle altre due volte in cui avevo visitato questo paradiso (1995 e 2003). Ho scattato pochissime fotografie, ma al mio rientro voglio proprio fare un paragone fra allora e oggi. Temo che il riscaldamento globale, ma soprattutto la costruzione di alcune piccole idroelettriche a monte del Rio Iguaçu, stiano danneggiando la stupenda cornice naturale delle cascate.
Oggi invece abbiamo visitato il lato argentino.
Il mio compagno di viaggio, nonostante la stanchezza (fa un caldo infernale e nel parco nazionale bisogna camminare su passerelle lunghe più di un chilometro per raggiungere i punti di interesse panoramico), continuava a ripetere: "Fantastico! Fantastico!"...
Io invece ripeto "Fantastico! Fantastico!" ogni volta che entro nell'Hotel che ci ospita, una costruzione in stile neocoloniale che si trova esattamente di fronte alle cascate, all'interno del parco nazionale.
Al mio ritorno inserirò le fotografie in un album virtuale e vi darò l'indirizzo dove andarle a vedere, così capirete meglio il mio entusiasmo.
Una nota di colore: prima di uscire dal parco nazionale argentino, questo pomeriggio, ho acquistato un bellissimo poncho in misto lana da indossare in Italia. Avrò di che vantarmi, nel freddo inverno bolognese...
Domattina andremo a visitare l'idroelettrica di Itaipu e al pomeriggio imabrcheremo alla volta di Brasilia.
A rileggerci presto con un nuovo episodio del mio diario di viaggio.
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