29 novembre 2007

Feliz aniversário, aniversário feliz (un pacchettino di fatti miei)




(Chiedo scusa ai miei gentili lettori se ogni tanto mi scappa di inserire qualche post un po' troppo personale...)

L'ultimo compleanno festeggiato in Brasile è stato quello dei 40 anni, 5 anni fa. Ne serbo un ricordo dolce e amaro al tempo stesso.

Era venerdì e avevo chiamato un consistente gruppo di amiche a commemorare la ricorrenza con me. Il programma era simpatico: una gita in catamarano lungo il Rio Capibaribe (passando sotto i ponti e osservando la Recife notturna "de dentro para fora") e poi una cenetta innaffiata a caipirinha. Meno male che vennero la mia amica Rosângela e sua nipote Renata (che, per coincidenza, nello stesso giorno compiva 18 anni), perché le altre... nessuna!
Il giorno dopo, sabato, presi la macchina e andai a passare il fine settimana a Matriz de Camaragibe. Ebbene, gli amici di sempre avevano preparato una festa come piace a me: in casa di Célia e João, la tavola imbandita (con l'immancabile carne di maiale ma anche degli gnocchi quasi perfetti, preparati da Valéria), birra a volontà e l'immancabile "roda de caipirinha" preparata dalle mani sapienti di Ana e passata di mano in mano peggio di una grolla dell'amicizia.
C'erano tutti, persino Neno e Auda arrivati apposta da Maceió, e poi Sergivaldo e Maria Das Dores, Vera, Gil, Totonho e Neta, Renilson, Maria de Óculos e Maria Pequena...
Non c'è niente come il calore degli amici, come l'affetto delle persone care.

27 novembre 2007

Brasile, paese ad alto indice di sviluppo umano

Come ogni anno, è uscito il rapporto delle Nazioni Unite sullo sviluppo umano che tiene conto non solo degli indicatori economici ma anche dell'aspettativa di vita media e del tasso di istruzione della popolazione.
Il paese a maggior indice di sviluppo del mondo risulta essere l'Islanda. L'Italia si piazza al ventesimo posto su 175. Ma il dato interessante riguarda il Brasile.
Il gigante sudamericano, infatti, entra per la prima volta nel gruppo dei paesi ad alto indice di sviluppo. Ci entra per un pelo, al settantesimo posto, proprio come fanalino di coda. Ma ci entra.
L'Indice di Sviluppo Umano del Brasile, basato sui dati del 2005, sale così da 0,792 a 0,800.
La strada da fare è ancora lunga, ma... la maratona comincia col primo passo. Avanti, Brasile.

23 novembre 2007

Matriz de Camaragibe (2)



Matriz de Camaragibe: dovendone tradurre il nome in italiano, potrebbe chiamarsi "Pieve del Camaragibe". Si trova qui, sulle sponde del rio Camaragibe, una delle chiese più antiche della regione, dedicata al Signor Buon Gesù. La sua costruzione ebbe inizio nel 1686 e terminò nel 1700. Intorno alla chiesa ebbe luogo il primo popolamento della città.
L'attuale città di Matriz fu donata al Signor Buon Gesù dal capitano José de Barros Pimentel (che l'aveva ricevuta dalla sorella, Dona Brites Pimentel) come ringraziamento per alcune spedizioni militari andate a buon fine, probabilmente contro gli schiavi fuggitivi rifugiati nei Quilombos della regione. La parte di terreno donata al Signor Buon Gesù (nel concreto, alla Chiesa) fu chiamata "Ilha" cioè Isola, perché durante i periodi di alluvione era l'unico pezzo di terra che emergeva dalle acque tutt'intorno. All'epoca questo appezzamento aveva un unico abitante, di nome Gonçalo Moreira.
Il Signor Buon Gesù, la cui ricorrenza si festeggia il 1º gennaio, altri non è che il Bambin Gesù.
Nella nicchia della chiesa, tuttavia, si vedono due statue del bambinello; non di rado le persone che non conoscono la storia si convincono che si tratti dei santi Cosme e Damiano. In realtà, quando nell'800 la statua "titolare" (con fama di essere miracolosa) fu mandata a Salvador per una riparazione, fu provvisoriamente sostituita con una copia. Ma anche questa seconda immagine conquistò ben presto la fama di essere foriera di miracoli. Così, quando parecchio tempo dopo (mesi? anni?) la statua principale ritornò al suo posto, i fedeli non vollero rimuovere la copia. Da allora le due statue troneggiano insieme, "o Bom Jesus e o Companheiro" (il Buon Gesù e il suo Compagno).
L'unico caso nella storia in cui il Figlio Unigenito di Dio ha un fratello gemello...

15 novembre 2007

Matriz de Camaragibe (1)

Mentre il numero delle visite al sito si avvicina pericolosamente al traguardo di 1000 in poche settimane (che emozione!), eccomi a raccontarvi qualcosa di Matriz de Camaragibe. Nei prossimi giorni ne parlerò ancora, perché può essere considerata la metafora della situazione del Brasile e dei brasiliani.

Matriz de Camaragibe è una piccola città nell'entroterra dello stato di Alagoas, nel Nordest del Brasile. Si trova a 75 Km dalla capitale Maceió e a 40 Km dalla spiaggia più vicina, la paradisiaca Maragogi.
Perché Matriz è significativa? Perché è stata la mia porta d'ingresso in Brasile: è stato lì che mi sono trasferita il 15 settembre 1991 per lavorare in un progetto di sviluppo, è lì che "tengo famiglia" in virtù delle amicizie profonde che sono nate in quei primi tre anni e mezzo e che si sono sviluppate anche negli anni seguenti.
Secondo i dati dell'IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística) Matriz conta poco meno di 25 mila abitanti.
Matriz è una città povera. I due principali datori di lavoro sono l'Usina Camaragibe (industria di trasformazione della canna da zucchero) e il comune (Prefeitura de Matriz de Camaragibe). La maggioranza dei suoi abitanti che lavorano, quindi, devono il loro salario (spesso miserabile) ai due principali potentati del luogo, quello economico e quello politico.
La situazione della città non è certo florida, e le speranze di miglioramento sono remote. Però negli ultimi 16 anni la crescita in termini di consapevolezza e di presenza politica è stata notevole.
Solo per fare alcuni esempi, nel 1989 al secondo turno delle elezioni presidenziali il candidato del Partito dei Lavoratori (PT), l'attuale presidente Luís Inácio Lula da Silva, fece fatica a prendere 100 voti. Alle elezioni municipali del 2002 la lista del PT (perché nel frattempo il PT ha costituito una sezione a Matriz) è riuscita a raccogliere quasi 3000 voti. È chiaro che sono ancora numeri poco incoraggianti (gli elettori sono poco più di 14.000), ma il progresso è evidente. Al di là di ogni possibile considerazione ideologica, si sa che il PT non è legato a nessuna oligarchia economica tradizionale.
Nei giorni scorsi si è svolto a Matriz un importante convegno che aveva come tema la difesa dei bambini e degli adolescenti; alcune denunce gravi sono state lanciate dal presidente del Consiglio Tutelare, il mio giovane e caro amico Sergivaldo Paixão do Nascimento. Le denunce riguardano il fatto che nella città sono aumentati gli episodi di violenza contro gli adolescenti, perpetrate soprattutto da coloro che dovrebbero difendere la popolazione e cioè la polizia locale. Recentemente due ragazzini sono stati vittime di percosse da parte di elementi della Guardia Civile, e sono riusciti a uscire di prigione solo perché le guardie hanno saputo che gli adolescenti in questione erano imparentati con un consigliere comunale... E i ragazzi che non hanno parenti illustri, possono impunemente essere vittime di violenza?...

Nei prossimi giorni, per controbilanciare queste informazioni non proprio lusinghiere, vi racconterò qualcosa sulla storia pluricenternaria della città. Ne vale la pena, è una storia interessante.

Rimanete connessi.

06 novembre 2007

Mude / Cambia (di Edson Marques)

Un testo dedicato a tutte le persone immobili... a chi ha voglia di cambiare... e a chi ha già cominciato...

Mude, mas comece devagar, porque a direção
é mais importante do que a velocidade.
Sente-se em outra cadeira, no outro lado da mesa.
Mais tarde, mude de mesa.
Quando sair, procure andar pelo outro lado da rua.
Depois, mude de caminho, ande por outras ruas, calmamente,
observando com atenção os lugares por onde você passa.
Tome outros ônibus.
Mude por uns tempos o estilo das roupas.
Dê os teus sapatos velhos.
Procure andar descalço alguns dias.
Tire uma tarde inteira para passear livremente na praia,
ou no parque, e ouvir o canto dos passarinhos.
Veja o mundo de outras perspectivas.
Abra e feche as gavetas e portas com a mão esquerda.
Durma no outro lado da cama... depois,
procure dormir em outras camas.
Assista a outros programas de tv, compre outros jornais...
leia outros livros.
Viva outros romances.
Não faça do hábito um estilo de vida.
Ame a novidade.
Durma mais tarde.
Durma mais cedo.
Aprenda uma palavra nova por dia numa outra língua.
Corrija a postura.
Coma um pouco menos, escolha comidas diferentes,
novos temperos, novas cores, novas delícias.
Tente o novo todo dia.
O novo lado, o novo método, o novo sabor, o novo jeito,
o novo prazer, novo amor, a nova vida.
Tente.
Busque novos amigos.
Tente novos amores.
Faça novas relações.
Almoce em outros locais, vá a outros restaurantes,
tome outro tipo de bebida, compre pão em outra padaria.
Almoce mais cedo, jante mais tarde ou vice-versa.
Escolha outro mercado... outra marca de sabonete,
outro creme dental...
tome banho em novos horários.
Use canetas de outras cores.
Vá passear em outros lugares.
Ame muito, cada vez mais, de modos diferentes.
Troque de bolsa, de carteira, de malas, troque de carro,
compre novos óculos, escreva outras poesias.
Jogue os velhos relógios, quebre delicadamente
esses horrorosos despertadores.
Abra conta em outro banco.
Vá a outros cinemas, outros cabeleireiros,
outros teatros, visite novos museus.
Mude.
Lembre-se de que a Vida é uma só.
E pense seriamente em arrumar um outro emprego,
uma nova ocupação, um trabalho mais light, mais prazeroso,
mais digno, mais humano.
Se você não encontrar razões para ser livre,
invente-as.
Seja criativo.
E aproveite para fazer uma viagem despretensiosa,
longa, se possível sem destino.
Experimente coisas novas.
Troque novamente.
Mude, de novo.
Experimente outra vez.
Você certamente conhecerá coisas melhores e
coisas piores do que as já conhecidas, mas não é
isso o que importa.
O mais importante é a mudança, o movimento, o
dinamismo, a energia.
Só o que está morto não muda !
Repito por pura alegria de viver:
a salvação é pelo risco,
sem o qual a vida não vale a pena!


Cambia, ma comincia lentamente,
perché la direzione è più importante della velocità.
Siediti su un’altra sedia, dall’altro lato del tavolo.
Poi, cambia anche tavolo.
Quando esci, prova a camminare sull’altro lato della strada.
Poi, cambia anche strada, cammina con calma per altre vie
osservando attentamente i luoghi che stai attraversando.
Prendi un altro autobus.
Per un po’ di tempo cambia il tuo modo di vestire.
Regala a qualcuno le tue scarpe vecchie.
Per qualche giorno prova ad andare scalzo.
Prenditi un pomeriggio intero per fare una passeggiata sulla spiaggia
o ai giardini, e ascoltare il canto degli uccelli.
Guarda il mondo da un altro punto di vista.
Apri e chiudi i cassetti e le porte con la mano sinistra.
Dormi sull’altro lato del letto... poi,
cerca di dormire in altri letti.
Guarda altri programmi televisivi, compra altri giornali...
Leggi altri libri.
Vivi altre storie d’amore.
Non fare dell’abitudine uno stile di vita.
Ama le novità.
Va’ a dormire più tardi.
Va’ a dormire più presto.
Ogni giorno, impara una parola nuova in un’altra lingua.
Correggi la postura.
Mangia un po’ di meno, scegli piatti diversi dal solito,
Nuovi sapori, nuovi colori, nuove delizie.
Tenta il nuovo ogni giorno.
Il nuovo lato, il nuovo metodo, il nuovo gusto, il nuovo modo,
nuovo piacere, nuovo amore, nuova vita.
Tenta.
Cerca nuovi amici.
Prova nuovi amori.
Allaccia nuove relazioni.
Pranza in altri locali, frequenta altri ristoranti,
Bevi nuovi tipi di bevanda, compra il pane in un’altra panetteria.
Pranza prima, cena più tardi o viceversa.
Scegli un altro mercatino... un’altra marca di saponette,
Un altro dentifricio...
Fai il bagno in orari diversi.
Usa penne con inchiostro di altri colori.
Vai a spasso in altri luoghi.
Ama molto, sempre di più, in modi diversi.
Cambia la borsa, il portafogli, la valigia, cambia la macchina,
comprati degli occhiali nuovi, scrivi altre poesie.
Butta via gli orologi vecchi, rompi con delicatezza
Quell’orribile sveglia.
Apri il conto in un’altra banca.
Va’ in un altro cinema, da un altro parrucchiere,
In altri teatri, visita nuovi musei.
Cambia.
Ricorda che la Vita è una sola.
E prendi in seria considerazione l’idea di trovare un altro lavoro,
Una nuova occupazione, un impiego più light, più piacevole,
Più dignitoso, più umano.
Se non riesci a trovare ragioni per essere libero,
inventale.
Sii creativo.
E approfittane per fare un viaggio senza pretese,
Lungo, possibilmente senza meta.
Sperimenta cose nuove.
Cambia ancora.
Muta di nuovo.
Sperimenta un’altra volta.
Sicuramente conoscerai cose migliori
e cose peggiori di quelle che già conosci,
ma non è questo l’importante.
Ciò che più importa è il cambiamento, il movimento,
Il dinamismo, l’energia.
Solo ciò che è morto non cambia!
Te lo ripeto per pura gioia di vivere:
La salvezza viene dal rischio,
Senza il quale non vale la pena di vivere!

05 novembre 2007

Anche questa è fatta

Finalmente ho consegnato la mia traduzione. Fra qualche mese sarà disponibile nelle librerie e forse diventerà un'opera di cui si parlerà a lungo, almeno negli ambienti legati alla Chiesa Cattolica.
Come promesso ve ne parlo brevemente, anche perché ha tutto a che vedere con il tema di questo Blog.
Ho avuto il privilegio (e la responsabilità!) di essere la curatrice e la traduttrice di una selezione delle lettere circolari che Dom Helder Camara (1909-1999), il profeta dei poveri, scrisse a un gruppo di collaboratori e amici brasiliani durante le sessioni del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Per sapere chi era, vi basta digitare il suo nome su Google. Sul sito "Santi e Beati" (!!!) dicono di lui:

Non è un santo canonizzato, ma rappresenta la figura di un profeta evangelico santificato dal Popolo di Dio. Vescovo cattolico del Nord Est del Brasile, dal 1966 ha guidato e animato innumerevoli azioni non violente intraprese dai più poveri per la difesa dei loro diritti e della loro terra, scontrandosi con le pretese dei latifondisti, che vedevano in lui un pericoloso perturbatore dell’ordine pubblico. Scelse di vivere in povertà nella periferia della metropoli lasciando ai Poveri il suo palazzo vescovile. Appena compiuti i 75 anni furono subito accolte le sue dimissioni. Alcuni sacerdoti tra i suoi più stretti collaboratori furono uccise e lui pure più volte minacciato di morte. Resta una delle figure più luminose del Concilio Vaticano II; fu ispirandosi a lui che Papa Giovanni dichiarò: “la Chiesa Cattolica è Chiesa di tutti ma soprattutto dei Poveri”.

La sua arcidiocesi era quella di Olinda e Recife, la "mia" (la nostra!) Recife. Passare da quelle regioni e non rimanere impregnati della sua testimonianza è impossibile. Come se non bastasse, negli ultimi mesi della mia permanenza laggiù (fine 2002-inizio 2003) ebbi la possibilità di conoscere il prof. Luiz Carlos Luz Marques, attuale responsabile del progetto internazionale di pubblicazione dell'opera omnia di Dom Helder. Luiz Carlos aveva da poco terminato il suo dottorato in Storia in Italia... niente meno che a Bologna, presso l'Istituto per le Scienze Religiose presieduto allora dal compianto prof. Giuseppe Alberigo. Inevitabilmente, la bolognese trapiantata a Recife e il brasiliano che aveva trascorso 6 anni a Bologna non potevano che fare amicizia. Da quel sodalizio nacque allora il progetto di tradurre e pubblicare in Italia il frutto della sua tesi di dottorato: le 297 lettere (tutte datate e numerate) che il Dom aveva scritto ai suoi collaboratori brasiliani durante i lavori del Concilio.
Ci sono voluti 5 anni perché quell'ambizioso progetto andasse in porto. La casa editrice che pubblicherà il volume ha scelto, sapientemente, di operare una selezione del materiale, in modo da ridurre le pagine da circa un migliaio a 350. La scelta dei testi (lettere e brani di lettere) è stata opera mia, naturalmente dopo aver stabilito i criteri di selezione insieme all'editore e ai responsabili dell'Istituto Dom Helder Camara di Recife, detentore dei diritti sugli scritti del Dom.

Per il momento mi fermo qui. Tornerò a parlare del libro quando sarà sugli scaffali delle librerie, e magari vi regalerò qualche brano scelto.
Un'ultima osservazione: non pensate che si tratti di roba da "topi di sacrestia". Si tratta di materiale che potrà suscitare parecchi dibattiti e polemiche. Dom Helder era un profeta e i profeti, si sa, rompono le scatole anche dopo morti...