Oggi, primo marzo, ho aderito alla giornata nazionale di "sciopero degli stranieri".
Sono stata anche io una lavoratrice in terra straniera, per più di 10 anni. Certo, gli italiani in Brasile sono genericamente ben visti. Ma non posso certo nascondere la vergogna e la rabbia che provavo quando mi capitava di incontrare, soprattutto sulla spiaggia di Boa Viagem, drappelli di miei connazionali che appartenevano palesemente a una delle categorie più tristi del maschio italiano di mezza età: i turisti sessuali. Ecco una delle reputazioni che gli italiani sono riusciti a farsi in Terra Brasilis.
Ma non è l'unico elemento caratteristico dell'italianità, almeno di quella percepita dai nostri amici brasiliani. Siamo famosi anche per i nostri principali prodotti di esportazione, per esempio la mafia, le mafie. E poi per il ventennio di dittatura fascista di Mussolini, che spesso i telegiornali locali rammentano a proposito del signor Berlusconi. E per la corruzione politica, nella quale siamo stati i loro maestri (e i nostri allievi brasiliani sono bravi, bravissimi in quest'arte: non mi sorprenderei se in breve tempo ci superassero).
Infine, siamo famosi per la pizza. Ovvio, direte voi, è il piatto italiano più apprezzato nel mondo. Eppure, dovete sapere che la pizza in Brasile non è solo un piatto a base di pasta di pane, pomodoro, mozzarella e origano. È anche un simbolo.
Avete presente il modo di dire italiano "finire a tarallucci e vino"? Ebbene, in Brasile si dice "acabar em pizza"...
Non è facile essere stranieri e scrollarsi di dosso i pregiudizi che gli altri hanno su di noi, sul nostro popolo, sulla nostra lingua, sui nostri usi e costumi, sulla nostra politica.
Oggi mi sento particolarmente vicina e solidale con i fratelli e le sorelle che ho incontrato in Piazza del Nettuno: Pakistan, Senegal, Marocco, Ucraina, India, Nigeria, Congo, Colombia, Brasile, Moldavia e chissà quanti altri paesi erano rappresentati in quella piazza. Tutti accomunati da un unico desiderio, quello di rivendicare il loro sentirsi in parte italiani. Li capivo, li capisco. Anch'io dico sempre di essere metà italiana e metà brasiliana: perché io sì e loro no?
Siamo tutti stranieri, da qualche parte.