28 dicembre 2009

Monte Castello

Sta per terminare lo sceneggiato brasiliano "Vento di passione", trasmesso da Rai Tre dall'una alle due del pomeriggio. Ho trovato molto interessanti le ricostruzioni, fatte a partire da filmati originali d'epoca, della partecipazione della FEB (Força Expedicionária Brasileira) alla seconda guerra mondiale, a fianco delle truppe alleate. 
I soldati brasiliani hanno combattutto proprio qui, sulla linea gotica, a pochi chilometri da Bologna e per l'esattezza in quella fetta di appennino tosco-emiliano a cavallo fra Bologna, Modena e Pistoia. Eppure i nostri libri di storia non ne parlano. Io l'ho scoperto nel 1993, due anni dopo il mio arrivo in Brasile, grazie a un ragazzino della comunità appassionato di storia e che venne a chiedere proprio a me informazioni sulla battaglia di Monte Castello. Prima di allora non ne avevo mai sentito parlare, eppure a Gaggio Montano - ed esattamente dalle parti della frazione di Bombiana - da ragazza c'ero stata decine di volte perché ci abitava il nonno di un mio carissimo amico. Spesso, soprattutto d'estate, si andava lassù a prendere il fresco. Ora c'è un monumento ai caduti, una scultura moderna formata da due semicerchi che rappresentano le scie degli aerei e che, visti dall'alto, disegnano una croce.





Nelle varie battaglie combattute accanto alle truppe americane, ma anche alle nostre brigate partigiane, l'esercito brasiliano ha perduto quasi 500 soldati che sono stati seppelliti nel cimitero militare di Pistoia. Nel 1960 i corpi sono stati traslati a Rio de Janeiro, dove riposano nella spianata di Flamengo.





Il vecchio cimitero militare brasiliano di Pistoia è diventato un monumento alla memoria. Si trova nell'estrema periferia della città, vicino alla zona industriale, e purtroppo la segnaletica è scarsa. Ci sono stata in visita nel luglio scorso in un pomeriggio torrido, purtroppo la fotografia non è venuta molto bene ma rende l'idea delle dimensioni e della maestosità del memoriale.





Ecco come da uno sceneggiato televisivo si può arrivare a sapere qualcosa di più sulla storia di un paese e di un popolo, e a capire che i motivi per cui i nostri due popoli sono così legati non si limitano ai soliti stereotipi ma possono spingersi molto più in là.


Per chi volesse saperne di più, con un clic sul titolo di questo post visiterete la pagina di Wikipedia (in italiano) dedicata alla spedizione della FEB in Italia.

24 dicembre 2009

Le Monde: Lula, uomo dell'anno


È Lula l'uomo dell'anno secondo il quotidiano francese Le Monde.

E già che ci siamo, Buon Natale a tutti.

19 dicembre 2009

Ana Carolina




Trancado
(Ana Carolina)

Eu tranco a porta
pra todas as mentiras
e a verdade também está lá fora.
Agora a porta está trancada.
A porta fechada me lembra você a toda hora.
A hora me lembra o tempo que se perdeu.
Perder é não ter a bússola
é não ter aquilo que era seu.
E o que você quer? Orientação?
Eu tranco a porta
pra todos os gritos
e o silêncio também está lá fora.
Agora a porta está trancada.
Eu pulo as janelas.
Será que eu estou trancado aqui dentro?
Será que você está trancado lá fora?
Será que eu ainda te desoriento?
Será que as perguntas são certas?
Então eu me tranco em você
e deixo as portas abertas.

Sbarrato

Io sbarro la porta
a tutte le menzogne
e anche la verità resta fuori.
Ora la porta è sbarrata.

La porta chiusa mi ricorda te in ogni momento.
Il momento mi ricorda il tempo che si è perduto.
Perdere è non avere la bussola,
è non avere quello che era tuo.
E cos'è che vuoi? Orientamento?

Io sbarro la porta
a tutte le grida
e anche il silenzio resta fuori.
Ora la porta è sbarrata.

Io salto finestre.
Sarà che io sono imprigionato qui dentro?
Sarà che tu sei imprigionato là fuori?
Sarà che ancora ti disoriento?
Sarà che le domande sono giuste?

Allora mi imprigiono in te
e lascio le porte aperte.

(e se provate a cantarla in italiano, ci sta)

16 dicembre 2009

Un pizzico di autoreferenzialità

Chi si loda s'imbroda, ma a volte un pizzico di autoreferenzialità non guasta. Oggi parlerò di questo blog e di tre piccoli riconoscimenti che ha ricevuto.
Il primo. Un motore di ricerca per blog e news, Wikio, stila la classifica dei blog più cliccati. Qualche mese fa mi avvisarono che Brasil, meu amor era al 150º posto nella categoria "Internazionale" e mi invitarono a inserire il loro bannerino (lo vedete qui a destra, è la bandierina azzurra). Ebbene, qualche giorno fa mi sono ritrovata al 33º posto. Magari fra un mese o due ripiomberò nell'oblio, ma sapere che il mio blog riceve visite e apprezzamenti è una piccola soddisfazione.
Il secondo. Ricordate il post di qualche settimana fa a proposito dell'uso improprio del termine portoghese viado? Ebbene, un lettore a me sconosciuto ha segnalato la cosa alla Zanichelli che, in seguito alle osservazioni riportate, modificherà l'etimologia della parola nello Zingarelli 2011.
Il terzo. L'amica scrittrice Morena Fanti aveva chiesto ai suoi contatti di inviarle auguri di Natale in forma artistica, così mi sono permessa di segnalarle la poesia di Edson Marques da me tradotta qualche anno fa e riportata anche su questo blog. E oggi lei l'ha pubblicata nel suo.
Insomma, ogni volta che penso di mollare per stanchezza mi arrivano dei segnali che dicono, indirettamente, che questo blog deve sopravvivere...

03 dicembre 2009

Corsi di portoghese a Bologna (lavori in corso)

Stiamo preparando i nuovi corsi primaverili di "lingua e cultura brasiliana" presso il Circolo ARCI Benassi di Bologna (Viale Cavina 5, uscita 12 Tangenziale, nei pressi dell'Osp. Bellaria).
Per quanto riguarda il primo modulo, rivolto a principianti e falsi principianti, le lezioni avranno inizio a marzo e termineranno a maggio per un totale di 12 incontri di 90 minuti, il mercoledì dalle 19 alle 20,30. Il secondo modulo, riservato a coloro che hanno già frequentato il primo, si terrà sempre al mercoledì ma dalle 21 alle 22,30.
Rimanete connessi oppure scrivetemi per avere ulteriori informazioni ed eventualmente lasciare il vostro nominativo a titolo di preiscrizione: i posti sono limitati e avranno la precedenza i primi arrivati.

01 dicembre 2009

Si allunga l'aspettativa di vita per i brasiliani

Stando ai dati divulgati oggi dall'IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística), in Brasile l'aspettativa di vita alla nascita è cresciuta, nell'ultimo decennio, di oltre tre anni. Si è passati infatti dai 69,66 anni del 1998 ai 72,86 del 2008. Rimane sempre molto più alta l'aspettativa di vita per le donne, pari a 76,71 anni, mentre gli uomini sono ancora fermi a 69,11.

Siamo ancora lontani dai valori europei (75 anni e mezzo per gli uomini e 82 per le donne) ma questi dati sono incoraggianti, soprattutto se affiancati a quelli della mortalità infantile che è crollata da 100 a 23,30 per mille nati vivi, sempre prendendo in considerazione lo stesso periodo di tempo (1998-2008).

Più drammatiche le statistiche se andiamo a osservare la mortalità giovanile per cause esterne: se si considerano i giovani di età compresa fra 20 e 24 anni, infatti, per ogni donna morta per cause violente si contano ben 9 uomini. Se poi consideriamo la fascia compresa fra 15 e 24 anni, scopriamo che due giovani di sesso maschile su tre, in Brasile, muoiono per cause esterne come la violenza urbana, gli omicidi, gli incidenti stradali.

Ricordo nitidamente che una decina d'anni fa questi ultimi dati erano altrettanto sconvolgenti, soprattutto per quanto riguardava le grandi metropoli come Rio, S. Paulo, Belo Horizonte, Recife, Salvador. A partire dai dati demografici possiamo azzardare analisi sulla società nel suo insieme, e quindi affermare senza timore di essere smentiti che, mentre le condizioni generali di vita (alimentazione e salute in primo luogo) stanno progressivamente e visibilmente migliorando, a ciò non corrisponde una diminuzione della violenza umana.

Così, anche quella che sembrava una buona notizia viene tinta da una nota di amarezza e dalla constatazione che ci vuole ben altro che cibo e salute per rendere gli esseri umani più "persone".
Bisogna agire di più sulla cultura, sull'educazione, sulla civiltà, sulla tolleranza, sulla risoluzione non violenta dei conflitti, sull'assunzione di responsabilità individuale e collettiva. Il Brasile ha bisogno, oggi più che mai, di profeti della non violenza come Dom Helder Camara, Paulo Freire, Betinho, giusto per citare le personalità più illustri che il Brasile abbia prodotto nel XX secolo.
Speriamo davvero che anche le nuove generazioni sappiano partorire grandi pensatori che aiutino a ricostruire un tessuto sociale pacifico, rispettando il codice genetico di questo grande popolo, da sempre portatore sano di tolleranza e accoglienza.