29 aprile 2008

Tutto è bene quel che finisce bene


(e poi prometto che la pianto e non ne parlo più)

Eccolo. È il frontespizio corretto e applicato sulle copie del libro. Giustizia è fatta e sia dato merito alla sollecitudine di Edizioni San Paolo che ha prontamente rimediato all'incidente dell'omessa citazione. Vorrei approfittarne per ringraziare pubblicamente il direttore editoriale Don Elio Sala che si è prodigato personalmente affinché tutto fosse risolto al meglio.

Ne approfitto, come promesso, per lasciarvi il link alla recensione dell'Avvenire del 23 aprile scorso e quello alla scheda del libro (per questi due link ringrazio per la collaborazione un gentile conoscente che non vuole essere identificato e che per comodità chiamerò CC).
Grazie a tutti per la pazienza con cui avete seguito la mia vicenda e, se lo leggerete, non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate. Senza pietà e senza mezzi termini.

24 aprile 2008

Dom Helder: recensioni

Iniziano a piovere recensioni del libro.
La prima, pubblicata a tutta pagina dall'Avvenire di ieri e firmata niente meno che da Marco Roncalli, nipote di Papa Giovanni, ho provato a caricarla su un'area pubblica ma non riesco a renderla accessibile con un link (ci riprovo più tardi ed eventualmente correggo il post).

La seconda uscirà domani sul Venerdì di Repubblica: conterrà alcuni brani delle lettere, il titolo del libro, l'autore, l'editore, il prezzo e persino il numero delle pagine. Peccato che il solito Polito non abbia specificato che il libro non è stato scritto direttamente in italiano né i testi si sono selezionati da soli... ma tant'è. Voi, miei simpatici e pazienti lettori, lo sapete che quel "bambino" è mio figlio...
In altro link, renderò disponibile anche la scheda bibliografica.

21 aprile 2008

Obrigada, Musibrasil

Musibrasil è una testata virtuale interamente dedicata al Brasile (vedi link a lato).
Ieri Francesco Giappichini mi ha lasciato un messaggio in cui segnalava di aver parlato del mio blog in uno dei suoi articoli,
L'italica blogosfera che pensa al Brasile.

Lo ringrazio calorosamente per il tributo, anche se ho un'osservazione da fare: non si tratta in verità di un blog "molto" personale. Forse lo è stato di più negli ultimi tempi, ma è sufficiente fare un giro nei vari tag (economia, società, salute, news, geografia, demografia) per accorgersi che l'elemento personale è più che altro un pretesto per tentare di fare ciò che Francesco ha colto con il consueto acume: "una battaglia forse inutile contro gli stereotipi sul Brasile".
In ogni caso, grazie ancora a Musibrasil. E non solo per aver segnalato il mio blog ai suoi numerosi lettori, ma soprattutto per l'impagabile servizio giornalistico che svolge e che sicuramente contribuisce in modo sostanzioso alla nostra battaglia, a mio parere tutt'altro che inutile.
Saravá!

18 aprile 2008

Dengue, malattia pericolosa (+ off topic)

Sono già 87 i morti per dengue nel solo stato di Rio de Janeiro.
A Recife i casi sono in aumento (25% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) e così pure in tutto il Brasile.
L'elemento più preoccupante riguarda l'epidemia di dengue emorragica, la forma più grave (e a volte mortale) della malattia.

Ma che cos'è la dengue? Si tratta di una virosi trasmessa da una zanzara della specie aedes egypti, della stessa famiglia della zanzara-tigre (aedes albopictus).
I sintomi principali della dengue classica sono la febbre alta e i dolori alle ossa, alle giunture e alla testa; di solito si risolve in 5-7 giorni, ed è diagnosticabile con esattezza (cioè, distinguendola da una banale virosi influenzale) solo due settimane dopo la sua comparsa. È infatti questo il tempo necessario a far sì che nel sangue si manifestino i suoi anticorpi specifici. "E allora a che serve sapere se si è avuta o no la dengue?" domanderanno i miei curiosi lettori. Serve eccome.
La dengue emorragica, infatti, può diventare letale proprio in quei pazienti che sono già stati colpiti dalla forma comune e quindi hanno già gli anticorpi che però, essendo "tarati" su un altro ceppo virale, non riescono a neutralizzare l'infezione.
In Brasile, il governo centrale e le amministrazioni locali sono impegnati da anni nella prevenzione a questa malattia infausta. I consigli che vengono dati alla popolazione sono gli stessi che vengono divulgati da noi per combattere la zanzara tigre: non lasciare in giro acque stagnanti (compresi i sottovasi domestici), onde evitare che le larve della micidiale zanzara si sviluppino e proliferino.
Attenzione! La battaglia contro la zanzara tigre non è una banalità. Il virus della dengue può occasionalmente essere trasportato anche dalla
aedes albopictus e quindi siamo tutti potenzialmente infettabili. Il mondo non ha più frontiere, e anche se ne avesse... le zanzare e i virus se ne fregano.
Io la dengue l'ho avuta tre volte e francamente farei volentieri a meno di raggiungere quota 4.

Off Topic (strettamente personale)
Vedo che ricevo spesso visite da Motta di Livenza. Sono curiosa di sapere se si tratta di qualcuno dei miei cugini paterni, mi farebbe un immenso piacere. Amico/a di Motta, se puoi e vuoi, lasciami un messaggio o mandami una mail. L'indirizzo lo trovi facilmente sfruculiando nei miei link.

10 aprile 2008

Il Libro: aggiornamenti

Le novità sono che ho trovato una grandissima disponibilità da parte della casa editrice. La colpa c'è, ma non c'è stato dolo, non c'è stata malafede.
Si stanno prodigando per rimediare e stiamo negoziando diverse condizioni interessanti per il lancio del libro.
Insomma, non tutto è perduto.
Grazie a tutti per l'appoggio e la solidarietà e, mi raccomando... leggete il libro!

P.S. Oggi la mia amica A.P. è stata qui e le ho letto alcuni brani. Si è commossa e ha pianto. Non mi ero resa conto di quanto quei testi potessero essere contundenti. Sono orgogliosa del mio lavoro, ma soprattutto sono onorata di averlo potuto fare...

08 aprile 2008

È uscito il libro!!!


"Roma, due del mattino", il libro che contiene una selezione delle lettere di Dom Helder Camara dal Concilio Vaticano II di cui sono stata curatrice e traduttrice, è finalmente uscito.
In anteprima, potete leggere sul sito della rivista Jesus un estratto dell'introduzione scritta da me e da Luis Carlos Marques e alcuni brani scelti delle lettere
cliccando qui.

Unica nota negativa: le edizioni San Paolo hanno "dimenticato" di scrivere il nome della curatrice e traduttrice dell'opera sul frontespizio, per cui in sede di catalogazione bibliografica sembrerà che il libro si è tradotto da solo...

P.S. Ho consultato un avvocato. Pare che in casi come questo ci siano gli estremi per un'azione legale...
Aspetto di sbollire la rabbia e poi decido il da farsi.

04 aprile 2008

La signora D.P.

Fra i contribuenti che questa mattina sono venuti a fare la dichiarazione dei redditi da me c'era anche la signora D.P.
La signora D.P. ha un figlio adottivo di 21 anni, grave disabile mentale, M., brasiliano di Salvador (Bahia).
Abbiamo parlato della bellezza del Brasile, di com'era la spiaggia di Porto de Galinhas una quindicina d'anni fa... dalle sue parole traspariva un grande amore per il "nostro paese d'adozione" (in fin dei conti lo è per entrambe, sebbene in un senso diverso).
A un certo punto, saputo che avevo abitato a Recife, mi ha raccontato di avere un'altra figlia brasiliana di Recife, 23enne, che se n'è andata di casa a 17 anni nel più totale rifiuto della famiglia adottiva. Oggi ha un bambino di 6 mesi che i nonni non hanno mai visto.
Con discrezione, le ho chiesto se sapevano della disabilità di M. quando lo hanno adottato. "No, siamo andati a prenderlo che aveva solo 3 mesi. Del suo problema ce ne siamo accorti a 14 anni".
In quel momento ho pensato "mannaggia, ma che sfortuna!".
Però, colpita da non so bene quale ispirazione, l'ho guardata con un sorriso e le ho detto: "Che bambino fortunato ad aver trovato dei genitori come voi!".
Le si sono riempiti gli occhi di lacrime e mi ha stretto la mano fra le sue.
Questo post è dedicato alla signora D.P., ai suoi amatissimi figli brasiliani e a tutti i genitori (naturali e adottivi) i cui figli non hanno saputo, potuto o voluto realizzare i sogni che mamma e papà avevano su di loro.