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21 marzo 2008

Venerdì Santo, tradizioni del Nordest

Oggi è il Venerdì Santo, giorno festivo in Brasile (il lunedì dell'Angelo, invece, è un normale giorno lavorativo).
La tradizione di questa festività ha le sue radici nell'epoca dello schiavismo; per rispetto alla morte di Nostro Signore Gesù Cristo, infatti, il Venerdì Santo era l'unico giorno dell'anno in cui agli schiavi era consentito di non lavorare. Non c'è da stupirsi, quindi, se questa ricorrenza è diventata un giorno di festa.
Nel Nordest sopravvivono ancora molte tradizioni antiche, legate soprattutto alle abitudini alimentari. In primo luogo, il cosiddetto "digiuno" (jejum) viene identificato con l'astinenza dalla carne; non è raro sentirsi fermare da un povero che chiede dei soldi per... fare il digiuno!... cioè per comperare del pesce.
Ma i piatti più tradizionali del venerdì santo nordestino sono costituiti da cibi poverissimi come i fagioli freschi, la pappa di zucca e la famosa (o famigerata?) maniçoba, una pappa verde preparata con le foglie fresche della manioca, dall'aspetto ambiguamente simile a quello degli escrementi bovini...
Questa sera nelle chiese cattoliche sarà realizzata la processione del Cristo Morto, durante la quale una macabra statua di Gesù deposto dalla croce, coperta da un drappo viola, viene portata in giro per le strade con l'accompagnamento di canti e musiche bandistiche.
Anche nelle nostre città dell'Italia centrale e meridionale sopravvivono tradizioni analoghe. Ricordo che in occasione della mia prima Pasqua brasiliana mi venne spontaneo fare il paragone con le cerimonie della Settimana Santa a Castiglion Fiorentino (AR), paese natale di mia madre, e con la processione del Venerdì Santo a cui ebbi occasione di assistere parecchi anni fa a Cascia (PG).
La religiosità popolare cattolica resiste al tempo e crea strani affratellamenti a migliaia di chilometri di distanza...

Approfitto dell'occasione per augurare a tutti quelli che mi leggono, quale che sia il loro credo (o il loro non-credo), una Pasqua serena e una primavera ricca di vita nuova.

Dimenticavo: oggi, 21 marzo, nell'emisfero Sud ha inizio l'autunno...

27 giugno 2006

Si mangia e si beve!

Così come in Italia non si può pensare ad un pasto come si deve senza un piatto di pastasciutta, in tutto in Brasile il piatto più popolare è costituito da riso e fagioli. Ovviamente, stiamo parlando della culinaria “povera”.

In realtà, in Brasile si mangia di tutto. La frutta tropicale presenta differenze anche sostanziali fra il Nord del paese (Amazzonia) e le altre regioni, ma dappertutto sono diffusissimi i succhi naturali prodotti al momento, con o senza l’aggiunta di latte.

Pesce, crostacei e molluschi occupano uno spazio importante sulle tavole sparse negli oltre 8500 Km di coste, e vengono spesso cucinati con l’aggiunta di latte di cocco.

La carne bovina, sia fresca che essiccata, è di qualità eccellente grazie all’allevamento in pascoli estensivi. Negli ultimi anni il costo relativamente economico del pollame ha portato questo tipo di carne anche sulla tavola di molti brasiliani poveri. In alcune regioni, come ad esempio il Nordest, è consumata anche la carne ovina (soprattutto il prelibatissimo montone).

Fra i piatti più conosciuti anche all’estero non possiamo dimenticare la Feijoada (“Fagiolata”); si tratta di un piatto di origine schiava a base di fagioli (rigorosamente neri nella zona di Rio de Janeiro, ma in altre regioni del paese viene preparata con fagioli comuni) e parti poco nobili del maiale (cotenne, lardo, orecchie, coda, zampini ecc.) essiccate o affumicate. Quando i padroni uccidevano il maiale, le parti di scarto venivano recuperate e conservate dagli schiavi sotto sale o sotto affumicatura, per poi essere riutilizzate per preparare questo grande stufato con i fagioli meno pregiati, quelli neri. Il alcune regioni del paese la feijoada è diventata il piatto tipico del pranzo del sabato, rigorosamente ‘innaffiato’ con la famosissima caipirinha. La caipirinha è un drink a base di acquavite di canna (cachaça), zucchero, ghiaccio e limone: buonissima, dissetante ma… attenzione alla gradazione alcolica! Oltre alla cachaça, in Brasile si consuma moltissima birra di produzione locale, a gradazione alcolica medio-bassa e che va bevuta gelatissima; la brasiliana Ambev è attualmente la seconda azienda produttrice di birra del pianeta.

Nel Nordest, durante il periodo delle Festas Juninas, sono tipiche le preparazioni dolci e salate a base di mais, che in questo periodo raggiunge il picco di maggior raccolto nella regione. Per non parlare dei dolci, delle torte e di tutte le preparazioni possibili e immaginabili che richiedano l’impiego dello zucchero: in Brasile il dolce è veramente dolce, al limite dello stucchevole!