27 giugno 2010

E ora si discute sulle cause (ancora sulle inondazioni)

Prima di entrare nel merito del titolo, qualche aggiornamento sulla situazione. I morti sono arrivati al numero di 52; i dispersi sembrano ammontare a una cinquantina, e non a cinquecento come sembrava all'inizio. 
Situazione in Alagoas. Matriz de Camaragibe, malgrado rientri nel novero dei municipi in stato di emergenza, non si trova in situazione critica; sono state danneggiate alcune case, ne sono crollate un paio nei pressi del mercato (cioè costruite sulla sponda del fiume) ma niente a che vedere coi disastri del 1989 e del 2000. Situazione ben più che drammatica nel municipio di Branquinha dove, a quanto dicono gli amici contattati, gli unici edifici rimasti integri sono la chiesa e il centro comunitario (costruito dai salesiani nei primi anni '90). La sindaca ha proposto di ricostruire la città in un altro sito.
Situazione in Pernambuco. Danni gravissimi anche in numerosi municipi del Pernambuco. Il nuovo ponte sul torrente Una, inaugurato poco più di un anno fa nell'ambito delle opere di raddoppiamento dell'importante strada federale BR-101 e costruito secondo le più recenti tecniche di ingegneria civile e nel rispetto dei principi di impatto ambientale, è stato spazzato via dall'onda di piena come se si fosse trattato di un ponte di legno. Le macerie del ponte sono diventate una specie di attrazione turistica della città di Palmares. 
Il presidente Lula si è recato in visita ad alcune delle città colpite. Atterrato a Rio Largo (Alagoas, nei pressi dell'aeroporto internazionale di Maceió) ha rifiutato di compiere il percorso ufficiale che era stato preparato dallo staff e che prevedeva la visita a una diga sfondata e a un ponte crollato, per andare a visitare le città colpite e parlare con le persone.  I suoi sostenitori ne evidenziano l'umanità e il fatto di essere un presidente che mette i piedi nel fango, ricordando che in occasione dei nubifragi di São Paulo il candidato a presidente per l'opposizione, José Serra, è "fuggito" da Jardim Pantanal, il quartiere colpito. I suoi detrattori ne denunciano il populismo, ricordando (non senza qualche ragione) che siamo in piena campagna elettorale per le elezioni politiche e presidenziali.

Le cause. A quanto ho capito dalla lettura dei giornali, le piogge violente hanno flagellato le zone del Pernambuco in cui si trovano le sorgenti dei fiumi che, in preda alla piena, hanno spazzato via come uno tsunami i paesi che si trovano sulle loro sponde in Alagoas.
Da una parte, quindi, viene "incolpata" la natura che ha scaricato sulla regione, in un solo giorno, l'acqua che normalmente cade in un mese di stagione invernale (che in questa zona corrisponde a una vera e propria "stagione delle piogge"). Ma dall'altra parte non si può far finta che non ci siano anche delle responsabilità squisitamente politiche, come si diceva nel post di qualche giorno fa e nelle denunce della candidata alla presidenza, Marina Silva.
Copio e traduco da un articolo comparso sul sito di notizie "Ig Último Segundo": La verità è che mancano strutture e opere di prevenzione. Il presidente Luiz Inácio Lula d Silva, durante la visita alle regioni colpite, ha annunciato un finanziamento di 550 milioni di R$ (circa 250 milioni di Euro) per Alagoas e Pernambuco, ma i dati del Sistema Integrato dell'Amministrazione Finanziaria del Governo Federale (Siafi) raccolti dai consulenti tecnici del DEM (il Partito Democratico) mostrano che il governo federale ha speso solo lo 0,74% delle risorse di bilancio 2010 destinate "alla prevenzione e alla preparazione in caso di disastri naturali". Questa percentuale corrisponde a 3,2 milioni dei 442,5 inizialmente destinati. Il rimanente 99,62% rimane nelle casse federali. Lo stesso rilevamento mostra che il governo Lula ha speso 356,7 milioni di R$ in "risposta a disastri e distruzioni". E si tratta comunque di solo il 17,32% del preventivato.
Secondo la locale conferenza dei sindaci, il numero di municipi che nei primi sei mesi dell'anno hanno richiesto lo stato di emergenza ammonta a 1.635, contro i 1.389 dell'intero 2009. Limitatamente a questa catastrofe e ai soli stati di PE e AL i municipi sono oggi 58.
Eppure, sono più numerosi - circa il doppio - i casi di grave siccità che quelli di eccesso d'acqua, anche se questi ultimi hanno effetti molto più distruttivi.
E comunque, le catastrofi climatiche hanno moltissimo a che vedere con un'occupazione del suolo disordinata e non pianificata e ciò diventa particolarmente evidente nel caso di piogge devastanti e alluvioni.
Potete trovare altre notizie aggiornate, e soprattutto immagini, cliccando qui e anche qui.

(fonti: http://ultimosegundo.ig.com.br/ e http://osamigosdopresidentelula.blogspot.com/)

23 giugno 2010

Aggiornamenti sul nubifragio

Non ho ancora ricevuto notizie dai miei amici e mi riprometto di provare a telefonare questa sera, ma ho fatto un giro sui quotidiani locali e ho scoperto notizie tutt'altro che confortanti.
Nello stato del Pernambuco i municipi colpiti sono 54 (di cui 7 in stato di calamità e 29 in stato di emergenza) mentre nello stato di Alagoas sono 17 quelli in stato di emergenza o di calamità (ho trovato informazioni incongruenti, in un giornale si parla di 15 in stato di calamità, in un altro di 17 in stato di emergenza, ma la sostanza cambia di poco). Della lista fa parte anche Matriz de Camaragibe, dove ho vissuto per tre anni e mezzo e dove abita un numero imprecisato di amici e conoscenti, oltre alla mia "famiglia brasiliana".

Stando sempre alle notizie divulgate ieri sera dai giornali locali, nel solo stato di Alagoas ci sarebbero oltre 600 dispersi. I morti totali (in realtà, i corpi recuperati) ammontavano a 41, di cui 12 in Pernambuco e 29 in Alagoas, ma è evidente che questo tragico bilancio è destinato ad aumentare. 
Nel solo stato del Pernambuco si calcola che sono andati distrutti o fortemente danneggiati circa 1.500 Km di strade: sì, avete letto bene, 1.500 chilometri solo nello stato del Pernambuco. E 18 mila persone rimaste senza tetto. E altri 25 mila sfollati.

Il governo federale sta inviando aiuti alimentari e infrastrutturali attraverso l'aeronautica militare, ma i collegamenti sono interrotti in molte zone a causa della rottura dei ponti (69 solo in Pernambuco) e non dappertutto è possibile atterrare con aerei ed elicotteri di soccorso. Sono inoltre stati liberati 100 milioni di reais (circa 45 milioni di euro) che serviranno all'acquisto di acqua potabile e cibo e per il noleggio di macchinari (dalle macchine di movimento terra ad altre attrezzature utili a ripristinare uno stato mediamente accettabile delle cose).

La candidata alla presidenza della Repubblica per il Partito Verde, la ex-ministra dell'Ambiente Marina Silva, ha criticato fortemente la mancanza di preparazione da parte dei vari livelli di governo e i massicci investimenti in interventi di emergenza. In questi ultimi anni il Brasile avrebbe investito solo 130 milioni di R$ in interventi infrastrutturali a fronte di oltre un miliardo in emergenza. Non vi ricorda qualcosa, per esempio un piccolo paese europeo a forma di stivale proiettato nel Mar Mediterraneo?...
(Se avete voglia di vedere una galleria fotografica, cliccate qui.)

22 giugno 2010

Pioggia assassina

È notizia di queste ore la morte di oltre 40 persone per le piogge torrenziali che stanno flagellando gli stati di Alagoas e Pernambuco, nel "mio" Nordest (ho vissuto 3 anni e mezzo nell'entroterra di Alagoas e quasi 5 nella capitale del Pernambuco).
In questo momento sono molto preoccupata perché non ho notizie dirette dai miei amici che vivono là, le poche cose che ho saputo dai giornali sono che il governo federale sta cercando di mandare aiuti ma è difficile raggiungere le zone più colpite che, a quanto ho capito fin qui, sono proprio quelle che conosco io. La città di Barreiros, che si trova esattamente a metà strada fra Recife e Matriz de Camaragibe, il tragitto che ho percorso decine e decine di volte negli anni trascorsi in Brasile, è isolata e senza energia elettrica.
Inutile dire che le piogge torrenziali provocano i danni maggiori proprio alle persone che si trovano nelle situazioni abitative più precarie: nelle città i favelados, nelle campagne quelli che hanno costruito una baracca su un pendio argilloso.
Matriz ha il problema di trovarsi sulle sponde del Rio Camaragibe che, quando si gonfia più del normale, straripa e allaga la cittadina. Un racconto di episodi legati all'ultima grave alluvione (agosto 2000) è stato riportato nel post del 9 maggio 2009 intitolato "Piove, governo ladro". Se avete voglia e tempo potete andarlo a leggere.
In quegli stessi giorni del 2000 anche Recife si trovò alluvionata. La città si trova sul livello del mare ed è costruita sulla foce di due fiumi, il Capibaribe e il Beberibe. Il 1º agosto 2000 vennero a coincidere tre diversi fattori: si erano susseguiti parecchi giorni di piogge invernali intense (con aumento notevole della portata di entrambi i fiumi) e ci furono sia il plenilunio sia l'alta marea più elevata dell'anno. Il risultato fu che l'acqua non riusciva a scaricarsi nell'oceano e si riversò nelle strade della città. Chiusero tutte le scuole, le aziende, le università e anche alcuni ospedali dovettero prendere provvedimenti drastici. I danni furono incalcolabili, soprattutto in vite umane spezzate.
Ora aspetto di sapere le notizie delle ultime ore. Rimanete connessi, mi rifarò viva al più presto.