Cattoliche per il Diritto di Decidere (http://catolicasonline.org.br/) è un ente femminista a carattere interreligioso che persegue la giustizia sociale e il cambiamento dei riferimenti culturali e religiosi vigenti nella nostra società, rispettando la diversità come elemento necessario alla realizzazione della libertà e della giustizia. Articola la propria azione in collegamento con una rete latinoamericana (Católicas por El Derecho a Decidir), con il movimento statunitense Catholics for Free Choice e con altre compagne in Spagna. CDD/Br promuove i diritti delle donne (in particolar modo quelli sessuali e riproduttivi) e lotta in favore dell'uguaglianza nelle relazioni di genere e della cittadinanza delle donne, sia nella società sia all'interno della Chiesa Cattolica e delle altre chiese e religioni. Divulga inoltre il pensiero religioso progressista favorevole all'autonomia delle donne che ne riconosce l' autorità morale e la capacità etica di prendere decisioni in qualunque campo della vita.
Principale beneficiaria del lavoro del CDD/Br è, nel suo senso più ampio, tutta la società brasiliana, in quanto la religione costituisce un elemento importante della storia e della cultura di questo paese. E ciò è tanto più vero quanto più persino le persone che si dichiarano non religiose subiscono le conseguenze, nella propria vita, dell'ideario religioso e dell'interferenza nella vita pubblica da parte delle religioni e delle chiese, sia attraverso i discorsi sia attraverso azioni politiche dirette. Tuttavia, poiché l'impatto dell'ideario religioso colpisce in maniera più incisiva alcuni segmenti rispetto ad altri, il taglio che abbiamo impresso alla nostra azione è tale da permettere che essa sia più effettiva in realzione alle ingiustizie più grandi. Più in specifico, i segmenti che sappiamo essere più vulnerabili sono le donne, i/le giovani, i/le GLBTT (Gay, Lesbiche, Bisessuali, Travestiti e Transessuali), i/le neri/e e gli strati più poveri della popolazione. Quindi, le nostre azioni sono dirette prevalentemente a questi segmenti.
Il testo è tratto dal sito di CDD/Br (vedi link).
La Santa Sede e la Conferenza Episcopale Brasiliana - CNBB non ne approvano l'azione (vedi notizia del 2008 su Radio Vaticana) , soprattutto a causa delle campagne a favore dell'informazione sull'aborto. Attualmente in Brasile l'aborto è permesso solo in caso di grave rischio per la vita della madre, e in caso di stupro. In questi casi può essere realizzato in ospedali pubblici ed è consentito fino alla 20ª settimana di gravidanza (anche se viene suggerito di non andare oltre la 12ª). Non mi risulta che in Italia sia presente un movimento del genere e temo che, soprattutto dopo le dichiarazioni di Benedetto XVI a proposito del Concilio Vaticano II, non ci sarà mai. Ma è bene che si sappia che la Chiesa-Popolo di Dio presenta al suo interno numerose sfaccettature e prese di posizione. Come spesso accade, i luoghi più periferici rispetto ai centri di potere sono i primi ad affrancarsi dalle sue influenze dirette e indirette.
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