07 agosto 2009

Sempre sull'influenza suina


Il quotidiano O Globo informa che il Brasile, con i suoi 140 decessi alla data di oggi, conta già il 12% del totale dei morti per influenza suina, piazzandosi al quarto posto dopo gli Stati Uniti (353), l'Argentina (337) e il Messico (146).
Allarmismo o pericolo reale? Si fa un gran parlare dei famosi farmaci antivirali, fra cui il Tamiflu. Sembra che, assunto entro tre giorni dal manifestarsi dell'influenza, abbia effetti portentosi. Ma c'è anche chi insinua inquietanti "teorie del complotto" da parte delle case farmaceutiche che producono il Tamiflu e gli altri antivirali, nonché i laboratori di produzione dei vaccini.
Ma chi muore, e perché? Sono solo le categorie a rischio di cui si parlava nel post precedente a essere vulnerabili, o ci sono altri fattori in gioco, tipo la povertà, l'insalubrità delle abitazioni e delle condizioni di vita, la malnutrizione? Chi muore proviene da tutti i quartieri, dai quartieri alti e di classe media oppure dalle favelas, dove fra l'altro è difficile fare una diagnosi precoce? Molte domande restano senza risposta, almeno per ora.
E' difficilissimo raccogliere informazioni attendibili e obiettive. L'unica cosa che possiamo fare è riferire la freddezza dei numeri, e questi non lasciano dubbi: in Brasile la pandemia si sta scatenando per davvero, e qualcuno ci lascia le penne.

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