02 novembre 2010

Donne al potere: Dilma Roussef eletta Presidente della Repubblica

So che molti dei miei lettori aspettavano un intervento sull'elezione di Dilma, e mi scuso per il ritardo dovuto ad altri impegni.
In questi giorni, il mio ricordo è andato inevitabilmente a 8 anni fa, a quel 27 ottobre 2002 in cui Lula si affermò al secondo turno delle più emozionanti elezioni a cui mi sia capitato di assistere. Anche allora il candidato sconfitto fu José Serra. Anche allora andò al potere un personaggio dalle caratteristiche senza precedenti: un autentico uomo del popolo, un operaio le cui origini erano da cercare nel Brasile scalzo, affamato, senza erudizione. Ma un Brasile dotato di intelligenza e sapienza.
Oggi celebriamo la vittoria di una donna, Dilma Roussef. Sembra una cosa banale e scontata, ma non lo è. È un momento storico che segnerà senza possibilità di ritorno la fisionomia politica del più importante paese del Sudamerica. Una donna alla presidenza di un paese a cultura ancora fortemente machista. Una donna alla guida del 5º paese più esteso del mondo, dell'8º economia più importante del mondo. Una donna al governo di quasi 200 milioni di cittadini.
Le stesse parole pronunciate nel suo primo discorso, domenica scorsa, ci aiutano a capire che il cammino da compiere è ancora lungo:
Oggi ho ricevuto da milioni di brasiliani e brasiliane la missione più importante della mia vita.
Questo avvenimento, al di là della mia persona, è una dimostrazione del progresso democratico del nostro paese: per la prima volta una donna sarà presidente del Brasile. È il momento di sottoscrivere quindi il mio primo impegno post-elettorale: onorare le donne brasiliane affinché questo avvenimento, finora inedito, si trasformi in un evento naturale. Che possa ripetersi e ampliarsi nelle aziende, nelle istituzioni civili, nelle entità che rappresentano tutta la nostra società. L'uguaglianza di opportunità per uomini e donne è un principio essenziale della democrazia. Mi piacerebbe molto che oggi i padri e le madri guardassero le proprie bambine negli occhi e dicessero loro: SÌ, le donne ce la possono fare!
È inevitabile sognare che anche nel nostro paese possa diventare un evento naturale il fatto che una donna giunga a guidare il governo del proprio paese, giunga a occupare il posto di prima cittadina della Nazione. È inevitabile farsi travolgere dal pessimismo che gli avvenimenti italiani di questi ultimi tempi non possono che alimentare. Sembra che per la classe politica italiana contemporanea le donne siano tornate a essere oggettini decorativi. La vittoria di Dilma ci ricorda che, sì, le donne ce la possono fare.

Complimenti a Dilma e complimenti a milioni di elettori ed elettrici che hanno scelto di mettere le sorti del loro paese nelle sue mani. 

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