21 dicembre 2010

C'è diploma e Diploma

Lo scorso 17 dicembre Dilma Roussef ha ricevuto il Diploma di Presidente della Repubblica nella tradizionale cerimonia denominata, per l'appunto, diplomação.
Il Diploma costituisce l'attestazione ufficiale della vittoria alle urne e viene stampato dalla zecca di stato (Casa da Moeda do Brasil) in triplice copia: una resta nelle mani del presidente eletto, una rimane agli atti del Superior Tribunal Eleitoral e la terza viene inoltrata agli archivi della Presidenza della Repubblica.
Ricordo ancora con immensa emozione la cerimonia di diplomação del Presidente Lula, 8 anni fa. Fu trasmessa in diretta dalla tv Globo e, siccome quel pomeriggio mi trovavo a casa, potei assistere dal vivo. Del discorso pronunciato dal presidente-operaio (lui sì, lo è stato veramente, non come certi personaggi nostrani che millantano esperienze mai fatte - ogni riferimento a fatti o persone realmente esistiti è da considerare assolutamente voluto) ricordo in particolare la frase di chiusura pronunciata con la voce rotta dalle lacrime, che mi colpì tantissimo e mi fa ancora rabbrividire quando ci penso. 
Se havia alguém no Brasil que duvidava que um torneiro mecânico, saído de uma fábrica, chegasse à Presidência, 2002 provou o contrário. E eu, que durante tantas vezes fui criticado por não ter um diploma de nível superior, recebo agora meu primeiro Diploma: o de Presidente da República do meu país. ("Se in Brasile qualcuno dubitava che un tornitore meccanico, uscito da una fabbrica, arrivasse alla Presidenza, il 2002 gli ha dimostrato il contrario. E io, che tante volte sono stato criticato perché non ho un diploma di laurea, ricevo ora il mio primo Diploma: quello di Presidente della Repubblica del mio paese").
Molto diverso il tenore del discorso di Dilma. "Ricevo questo Diploma con gioia ed umiltà e un'enorme slancio a impegnarmi con ogni sforzo per ricambiare la fiducia ricevuta nelle urne. Onorare le donne, prendermi cura dei più fragili e governare per tutti è ciò che mi muove e mi stimola al lavoro dei prossimi anni... Avrò cura della stabilità economica e degli investimenti così necessari alla crescita e all'occupazione... Difenderò sempre la libertà di manifestazione, quella di stampa e quella di culto... Riaffermo che nessuna strategia politica o economica è effettiva se non si riflette concretamente sulla vita di ciascun lavoratore e lavoratrice, di ciascun imprenditore, di ciascuna famiglia e di tutte le regioni di questo nostro immenso e generoso paese..."
E poi la chiusa: "In questo momento, in cui ricevo il Diploma più elevato della democrazia, voglio condividerlo con ogni brasiliano e soprattutto con ogni brasiliana e dico che, per il Brasile, conto su tutti e su tutte, ma che tutti e tutte possono contare su di me".
(traduzione fatta al volo mentre ascoltavo il discorso su Youube, portate pazienza se l'italiano è un po' zoppicante).
Ecco il video (23 min), per chi ha voglia di assistere a tutta la cerimonia.


(Di questi tempi, assistendo alla decadenza politica e culturale dell'Italia, persino una democrazia giovane come quella brasiliana è in grado di suscitare invidia, insieme alla profonda nostalgia per quello che il nostro paese è stato neanche tantissimi anni fa, per quello che il nostro paese potrebbe ancora tornare a essere...)

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