13 maggio 2007

Quello che i giornali non dicono

Sulla visita di Benedetto XVI in Brasile i media italiani non dicono tutto. Leggo dall'importante quotidiano "Folha de São Paulo" che l'afflusso di giovani all'incontro dell'altro giorno è stato inferiore al previsto. A quell'invito alla castità, alcuni giovani hanno risposto con cartelli recanti la scritta "Eu uso camisinha" (io uso il preservativo). La previsione di afflusso alla Santa Messa di oggi è stata prudentemente ridotta a 230 mila fedeli, contro il mezzo milione di cui si era parlato fino a ieri.

Il paese cosiddetto "più cattolico del mondo" (solo per avere un elevato numero di battezzati) sta manifestando un atteggiamento critico nei confronti del Papa e delle gerarchie vaticane in generale? È possibile.

Aggiungo alcune osservazioni sulla cosiddetta "lotta alle sette pentecostali".
Qualche anno fa, un mio amico sacerdote ebbe a dirmi: "Meno male che ci sono loro [gli evangelici pentecostali], altrimenti come farei a prendermi cura di tutta questa gente?". Insieme a un collega, aveva in carico una parrocchia che, con tutte le cappelle periferiche, ammontava a circa 100 mila abitanti. In Italia con 100 mila abitanti (e anche meno) si fa una Diocesi.
La Chiesa Cattolica è storicamente identificata con l'oppressione e la schiavitù che hanno flagellato il popolo dei più poveri (soprattutto neri e indios) per secoli. Non possiamo dimenticare che gli schiavi africani scendevano dalla nave e, insieme al marchio a fuoco, ricevevano il battesimo. Il Brasile è stato l'ultimo paese ad abolire la schiavitù: 20 maggio 1888.
Erano gli anni in cui in Italia era stato sconfitto il potere temporale del Papa, avevamo finalmente conquistato l'unità e tanti poveri emigravano proprio verso il Brasile, per andare a lavorare la terra da cui gli schiavi si erano allontanati. Risale a quegli anni la nascita del fenomeno dei meninos de rua, i bambini di strada di cui tanto si parla anche oggi. Figli di schiavi liberati che non trovavano lavoro perché, oltre a essere analfabeti, nella vita non avevano fatto altro che gli schiavi nelle piantagioni di caffè o di canna da zucchero.
Dov'era la Chiesa in quegli anni? Accanto agli schiavi liberati o accanto ai latifondisti?

Il fenomeno delle cosiddette "sette" (perché chiamarle così? Chi decide cos'è una chiesa e cos'è una setta?) pentecostali rappresenta un obiettivo pericolo di fondamentalismo. È fuori discussione che fanno leva sull'emotività delle persone e che, fatte rarissime eccezioni, non operano nel sociale e denunciano ben poco le ingiustizie che flagellano il paese e opprimono soprattutto i più poveri.
Ma è vero anche che chi si converte, chi entra ne lei dos crentes (entra nelle legge dei credenti), cambia vita. Molti alcolizzati hanno smesso di bere, molte famiglie si sono ricostruite.

Durante una conferenza ecumenica a Brasilia, una decina d'anni fa, un giornalista domandò al Dalai Lama: "Santità, qual è la religione migliore?". Il Dalai Lama rispose: "La miglior religione è quella che rende l'uomi migliore". Per molte persone, l'ingresso in una chiesa pentecostale ha rappresentato la chance di diventare una persona migliore. È questo che vogliamo combattere?

C'è da dire che alcune di queste comunità sono delle vere macchinette succhiasoldi. Che in nome della nuova religione alcuni poveri si impoveriscono ulteriormente (mentre i loro pastori si arricchiscono). La IURD (Igreja Universal do Reino de Deus) è guidata da un gruppo che possiede grandi mezzi d'informazione, fra cui una rete televisiva (Rede Record) trasmessa via satellite in tutti i paesi di lingua portoghese. A causa di alcuni affari loschi la IURD è stata dichiarata fuori legge in Portogallo.
Ma le Assemblee di Dio, la Chiesa Battista, gli Avventisti del 7º giorno non sono la IURD.

I movimenti cattolici che "lottano" contro i pentecostali usano le loro stesse armi: emotività, canti, balli, al massimo qualche attività assistenzialistica, assoluto silenzio per ciò che riguarda la critica sociale. È ciò che fa soprattutto il movimento del Rinnovamento dello Spirito, i cosiddetti "carismatici".

Io credo che come cristiani dovremmo ricordare il messaggio di Gesù che disse: "Voi siete il sale della terra, voi siete il lievito nella massa". Il sale e il lievito modificano la pasta e la rendono commestibile e gustosa solo se sono presenti in piccolissime quantità. In una situazione come quella brasiliana (ma anche di numerosi altri paesi del Sud del mondo) essere cristiani dovrebbe significare essere piccoli profeti che annunciano il Regno di Dio e denunciano tutto ciò che impedisce la sua realizzazione qui e ora.

Questo post sta diventando troppo lungo. Un altro giorno scriverò sulla Teologia della Liberazione.
Avete letto fin qui? Bravi!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ehi, ma così mi togli il mestiere!! :)

Sandra B. ha detto...

Sei un giornalista? Magari sei A.P. che mi ha intervistata ieri alla radio?...