14 settembre 2010

Diciannove anni fa (elogio dell'Amicizia)

Era il 14 settembre 1991. All'aeroporto Marconi di Bologna c'era una discreta folla di amici, oltre ai miei genitori. Amici che chiacchieravano a voce alta, parlando della mia partenza. Qualcuno era arrivato da lontano (Roma, Cagliari...) per la festa d'addio della sera precedente.
Una leggenda metropolitana vuole che un passante, cogliendo al volo qualche mezza frase, avesse commentato: "Soccia, il Bologna deve aver comprato un brasiliano, questa gente è tutta qui per aspettare lui".
Invece ero io che partivo con valigiona, zaino, chitarra (il baule sarebbe arrivato dopo, spedito a parte) e soprattutto un'audiocassetta intitolata "Radio Globo" che i miei amici più cari avevano preparato per me. Conteneva le interviste fatte a un sacco di amici e conoscenti che rispondevano a tre domande: quando e come hai conosciuto la Sandra Biondo, quale pensi che sia la sua caratteristica principale, cosa le auguri per questa partenza. Le interviste erano inframezzate a brani musicali (da L'anno che verrà di Lucio Dalla a I'm on fire di Bruce Springsteen, passando per In fondo al mar del Granchio Sebastian) e soprattutto alle tre puntate dell'esilarante radionovela "Canne al vento - La vera storia di Sandrela"
Quella cassetta l'ascoltai mentre ero in transito all'aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, alternando le risate alle lacrime. Credo sia stato uno dei più bei regali che io abbia mai ricevuto, non solo e non tanto per il contenuto, ma soprattutto perché coloro che ancora oggi chiamo "i miei Amici Storici" avevano dedicato tempo ed energie a questo progetto, senza che io ne avessi sentore nemmeno per un istante. Per settimane avevano pensato a me e liberato il loro tempo per me. Sapevano che la nostra storia, inziata con un'esperienza di volontariato in Irpinia nel 1981, proseguita con la prima esperienza in gruppo in Rwanda nel 1982 e cresciuta, maturata negli anni successivi con l'impegno attivo in Amici del Rwanda (l'ONG che in seguito avrebbe cambiato nome in Amici dei Popoli), trovava nella mia partenza uno dei suoi compimenti più significativi. Avevamo fantasticato, sognato insieme la partenza per un servizio di lungo termine in un paese in via di sviluppo. Ora questo sogno si realizzava: loro restavano, ma io partivo e lo facevo anche a nome di quel gruppo, di quella piccola comunità la cui amicizia era fondata non semplicemente su  pizza e birra, ma sulla scelta di scommettere la propria vita su determinati valori, il principale dei quali veniva definito "l'opzione preferenziale per i poveri".
Da allora è passata molta acqua sotto i ponti: è cambiata la nostra vita, è cambiato il linguaggio, è cambiato il mondo in cui viviamo; pensavamo che sarebbe cambiato in meglio, invece siamo ancora qui a fare i conti con le medesime iniquità globali di allora. Ma la nostra amicizia resiste, perché non era costruita sulla sabbia ma sulla roccia.
Per questo oggi, a 19 anni di distanza da quel giorno che ha rappresentato lo spartiacque della mia vita, desidero ricordare i nomi di alcuni di loro (non se ne risentano gli altri se non li citerò), quelli che parteciparono attivamente a Radio Globo: Lela, Mirko, Morena, Davide, Eleonora, Ivan, Roberta, Andrea, Fulvia. Tutte queste persone, e molte altre insieme a loro, fanno ancora parte della mia vita, malgrado quello spartiacque. Oggi ho voluto condividere questo ricordo con voi.

1 commento:

Annachiara ha detto...

Grazie Sandra. E' una cosa molto preziosa avere amici che pensano a noi quando siamo lontani.