14 febbraio 2007

João Hélio non avrà un carnevale

Rio de Janeiro. Il 7 febbraio scorso un gruppo di criminali ha assaltato una donna alla guida della sua auto, rubandole il veicolo. La donna è stata strappata fuori dalla macchina, la figlia di 14 anni è scappata e, mentre la madre cercava di tirare fuori il figlio João Hélio di 6 anni, i delinquenti sono partiti in quarta e il bambino è rimasto appeso alla cintura di sicurezza ed è stato trascinato per circa 7 chilometri. Abbandonato in strada, quando è stato ritrovato era già morto.
I sospetti fermati dalla polizia sono 5, di cui due minorenni.
Ora è di nuovo in auge la discussione sulla riduzione della minore età penale ma, come giustamente fa notare il presidente Lula, non è questo il modo di risolvere i problemi della criminalità urbana.
Legiferare sull'onda dell'emozione può generare ulteriori problemi. La soluzione è da cercare nella creazione di lavoro e reddito, nella lotta all'evasione scolastica, nel miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie, in definitiva nella creazione di reali speranze di futuro per le masse dei giovani impoveriti.
Non è facile. Il problema della sicurezza non riguarda solo il Brasile ma sta diventando una priorità in tutte le realtà urbane del mondo. È ovvio che bisogna anche intervenire con un rafforzamento dell'intervento delle forze dell'ordine, ma è sempre più evidente che si tratta di palliativi.
È ora di pensare seriamente a interventi preventivi nella direzione di una maggior giustizia sociale, di una più sana distribuzione del reddito, di un'effettiva eguaglianza di opportunità.
Il Brasile, ancora una volta, rappresenta efficacemente tutte le contraddizioni del mondo globalizzato. Guardate il Brasile, e vedrete il mondo.

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