11 agosto 2007

Biocarburanti? mah...

Di questi tempi si fa un gran parlare del bioetanolo, l'alcol per autotrazione. In Brasile le automobili ad alcol esistono dagli anni '70, quando il governo di allora (erano i tempi della dittatura militare, gli anni più feroci) lanciò il programma pro-alcol in risposta alla crisi petrolifera.
Personalmente trovo assai discutibile l'uso dei biocarburanti, nonostante siano molto meno inquinanti rispetto ai carburanti tradizionali. Il fatto è che l'idea di "ecologicamente corretto" non può limitarsi alle emissioni di CO2 e/o di particolati vari.
Difendere la "casa" (oikos, da cui il prefisso eco-, che significa proprio casa) significa non solo proteggerne i muri (l'ambiente) ma anche gli abitanti. Per produrre una quantità di biocarburante sufficiente a fare il pieno a un'automobile di media cilindrata ci vuole all'incirca la stessa quantità di terra necessaria a coltivare il nutrimento di un essere umano per un anno...
Ora, nel caso del Brasile è evidente che ci sarebbe terra per l'una cosa e per l'altra (a condizione che si realizzi la riforma agraria, ma questa è un'altra storia), ma secondo me entrano in ballo considerazioni di tipo etico.
A livello globale, non possiamo far finta che, siccome noi abbiamo degli eccessi di produzione agricola e in nome del mercato dobbiamo distruggere interi raccolti, allora il problema della terra e del nutrimento degli esseri umani non esiste.
Nel caso del Brasile, poi, c'è un'aggravante: la coltivazione della canna da zucchero implica un lavoro di tipo semi-schiavista. Nel Nordest, i tagliatori di canna ricevono salari da fame a fronte di un lavoro massacrante; si tratta di un lavoro stagionale, quindi nei periodi fra un raccolto e l'altro (entresafra) o non si lavora, oppure si è costretti a emigrare verso zone con altri climi, dove il periodo del taglio è invertito rispetto al Nordest. E non è che nel Mato Grosso o a San Paolo il salario dei braccianti sia tanto più consistente che nel Nordest.
In pratica, il basso costo del bioalcol è anche il prodotto dello sfruttamento del lavoro umano.
Subito dopo Ferragosto, come promesso, inserirò nel blog la lettera di Julio Monteiro Martins su Lula, e anche lì troverete considerazioni interessanti sulla questione del biocarburante.
Nel frattempo proviamo a riflettere su queste cose in modo un po' più approfondito e, perché no, più etico...
Rimanete connessi.

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