26 agosto 2007

Diritto alla memoria e alla verità

Il governo brasiliano, tramite la Segreteria Speciale per i Diritti Umani della Presidenza della Repubblica, ha pubblicato un libro dal titolo "Direito è memória e à verdade" (Diritto alla memoria e alla verità), documento nel quale vengono riconosciute ufficialmente le responsabilità della Polizia Militare e Civile nelle torture atroci subite dagli oppositori del regime durante il periodo della sanguinosa dittatura militare.
Lo Stato riconosce quindi per la prima volta la versione secondo la quale la repressione politica decapitò, squartò, stuprò, torturò e occultò cadaveri e commise molte altre crudeltà contro gli oppositori della dittatura.

Alla fine degli anni 80/primi anni 90, il Cardinal Paulo Evaristo Arns era stato il promotore di un progetto chiamato "Brasil Nunca Mais", Brasile mai più, a cui fece seguito la pubblicazione di un libro contenente molte agghiaccianti testimonianze sulla tortura.
Ricordo di averlo sfogliato, ma di non essere riuscita a spingermi oltre la quinta pagina (se qualcuno fosse interessato a leggerne buona parte in portoghese, può trovare il testo qui:
http://www.dhnet.org.br/dados/projetos/dh/br/tnmais/index.html).
Ma è importante che questo nuovo documento arrivi dal governo e finalmente faccia giustizia alla storia.
Nel 1995, l'allora presidente Fernando Henrique Cardoso aveva promulgato una legge con cui lo Stato assumeva la responsabilità sulle "morti non naturali" avvenute durante il ventennio 1964-84.
Ora, finalmente, si dice come avvennero queste famose "morti non naturali".
Numerose anche le torture di tipo sessuale, a cui erano sottoposti sia le donne che gli uomini.
"Furono interminabili giornate di Sodoma. Mi calpestarono, mi sputarono addosso, mi fecero in mille pezzi. Mi violentarono nei miei angoli più intimi. Fu un tempo senza sorriso. Un tempo di scherno, di grida soffocate, di urla nel buio", scriveva Maria Auxiliadora Lara Barcellos. Catturata e torturata dalla polizia militare, nel 1971 fu esiliata in Cile insieme ad altri compagni, in cambio della liberazione dell'ambasciatore svizzero che era stato sequestrato dall'Avanguardia Popolare Rivoluzionaria.
Maria Auxiliadora sarebbe morta suicida 5 anni dopo, a Berlino, dove si gettò sotto a un treno.
Questa e altre storie possono essere lette nel documento pubblicato dal governo, che sarà presentato ufficialmente dal Presidente Lula mercoledì prossimo. Si parla anche dell'istituzione di una "Commissione della verità" che faccia luce su che fine abbiano fatto cadaveri di molti desaparecidos, ancora reclamati dalle famiglie.
È un momento importante, in cui la storia viene riscritta dagli sconfitti. A futura memoria, per non dimenticare.
(Fonte: Folha de São Paulo)

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