22 settembre 2008

Dopodomani, Leonardo Boff a Torino


Ricevo dall'amico don Sandro e volentieri pubblico. Dalla mia copia del Venerdì di Repubblica mancano 40 pagine ma me ne sono accorta solo adesso, quindi non ho potuto leggere l'intervista per intero.
Accontentiamoci di questo scarno estratto, chi avesse il Venerdì del 19 settembre scorso può trovare il reportage a pag. 48.

LEONARDO BOFF A TORINO

Il 24 settembre il teologo brasiliano Leonardo Boff, sconfessato e condannato dal Vaticano, sarà in Italia per "Torino Spiritualità". Marco Romani gli ha posto qualche domanda.
(Estratto dal Venerdì di Repubblica del 19 settembre scorso).

Il giudizio su Benedetto XVI è assai duro:
"Vuole costruire una Chiesa ripiegata su se stessa e sulla sua gerarchia. Non presta attenzione alle disperate condizioni dei poveri."

Una Chiesa troppo romana?
"Troppo occidentale. Benedetto XVI non si rende conto che nella storia umana l'Occidente è solo un accidente. Più della metà dei cattolici vivono nel cosiddetto Terzo Mondo e quella cattolica è una Chiesa del Terzo Mondo.
Festeggiare gli 81 anni con George Bush è un gesto simbolico: rivela che il papa sta dalla parte dei potenti e non con i poveri. Il contrario di Gesù."

Perchè papa Wojtyla sostenne il cardinale Ratzinger nella sua battaglia contro la teologia della liberazione?
"Avevano entrambi una paura ossessiva del marxismo e si muovevano, nello schema della Guerra fredda, sostenendo gli Stati Uniti.
Wojtyla e Ronald Regan erano amici, un pò come San Francesco e il lupo di Gubbio, ma stavolta non abbiamo assistito alla conversione del lupo di Washington. Il Vaticano ha visto la teologia della liberazione con gli occhi della Cia."

Si sente un eretico?
"No, e non sono mai stato condannato per eresia. Anche nello stato di laico, che era quello di Gesù, mi sento nella Chiesa come nel mio focolare spirituale. La missione della teologia non è mai stata ripetere la dottrina ufficiale, ma essere libera, per scoprire altri segni del volto misterioso di Dio".

Qual'è il suo giudizio sulla politica di Lula?
"Lula non governa come vorrebbe, ma come gli lasciano fare. Il Brasile ha subito ogni tipo di pressione per farlo restare fedele alle logiche del mercato e Lula ha dovuto pagare questo tributo ai nuovi colonizzatori. In campo sociale però ha saputo portare avanti politiche che hanno integrato più di quaranta milioni di persone e la povertà è diminuita del 7 per cento, cosa inedita nella nostra storia."

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