28 gennaio 2009

Caso Battisti: una questione di sovranità nazionale


Torno brevemente sul caso Battisti per esprimere un parere generale sulla vicenda, senza entrare nel merito dei delitti commessi dal terrorista italiano.
A questo punto, infatti, la questione non è più legata al fatto che sia "giusto" o "sbagliato" concedergli lo status di rifugiato politico, bensì al fatto che il Brasile ha preso in autonomia una decisione sulla quale non intende tornare. Diventa quindi una faccenda di sovranità nazionale.
Nel 2000 l'ex-banchiere Salvatore Cacciola, condannato in Brasile in seguito al fallimento della sua banca, la Makra, fuggì in Italia. In quella circostanza, il nostro paese non concesse l'estradizione.
Cocciola è stato arrestato nel 2007 solo perché si era recato a Montecarlo e l'Interpol, che lo teneva d'occhio, lo ha catturato. Il Principe Alberto ne ha autorizzato l'estradizione nello scorso mese di luglio e ora l'ex-bancarottiere si trova in carcere nel suo paese.
La vicenda Battisti puzza molto di questione di principio. E' chiaro che il Brasile non ha il peso politico ed economico degli USA, a cui permettiamo senza poi lamentarci troppo di lasciare impuniti, tanto per fare un esempio noto, i responsabili della strage del Cermis.
Un paese come il Brasile, a livello di equilibri internazionali, tende a essere sempre in una posizione sfavorevole nei confronti dei paesi del Nord del mondo. Ecco un caso nel quale, invece, può permettersi di difendere il proprio orgoglio e la propria sovranità nazionale e non cedere nemmeno di fronte a uno dei 7 paesi economicamente più importanti del mondo.
Va detta un'altra cosa: l'asilo politico non è stato concesso perché Battisti corre il rischio di essere torturato, come hanno detto alcuni ministri italiani. Il motivo addotto dal Ministro della Giustizia brasiliano, Tarso Genro, è stato che secondo i documenti prodotti dai legali di Battisti , per motivi politici quest'ultimo non avrebbe avuto un processo equo.
Sul ritiro dell'ambasciatore dico solo che la trovo una misura ridicola. Il fatto che Lula non abbia nemmeno risposto la dice lunga. Prevedo che fra qualche tempo, una volta abbassata la polvere su questa vicenda, il nostro ambasciatore rientrerà a Brasilia zitto zitto quatto quatto.
D'altra parte, la partita di calcio amichevole fra Italia e Brasile che si svolgerà a Londra il prossimo 10 febbraio non è stata cancellata...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con te, Sandra. Il ritiro dell'ambasciatore è una misura ridicola, alcuni uomini politici e giornalisti nostrani hanno perso la misura delle cose e pensano che stanno giocando una partita a risiko. Continuo a sentire grandi nefandezze del tipo "questo episodio non potrà non avere ripercussioni future importanti sui rapporti bilaterali" e stupidaggini di questo tipo. Molti pensano che col Brasile (con la Francia e con gli Usa no!) sia l'occasione giusta per mostrare i muscoli e digrignare i denti. Meno male che in Brasile dimostrano di dare il peso giusto alle cose e si occupano di cose ben più importanti.