16 marzo 2008

Perché non parlo del Tibet...

L'amica Isabel Green suggerisce affettuosamente che io parli dell'incresciosa situazone del Tibet. Cercherò di spiegare a lei e a voi perché non lo faccio.
Quando ho aperto questo blog, ho scelto che fosse tematico e che parlasse del Brasile e di tutto quanto può ruotare intorno al mio amore viscerale per questo paese. Non ho voluto fare né un blog personale nel quale raccontare la mia vita, né un blog genericamente internazionalista, anche se avrei probabilmente avuto materiale per entrambi.

Le mie attività di volontariato internazionale mi mettono in contatto quotidianamente con numerose realtà di sopraffazione e ingiustizia non meno gravi di quella del Tibet (ma purtroppo meno divulgate a livello mediatico). Spesso ricevo informazioni di prima mano da amici e conoscenti che da anni lavorano "al fronte" e hanno una visione dei problemi decisamente diversa da quella trasmessa dai media nazionali.

Potrei quindi scrivere un post sulla dittatura rwandese spacciata internazionalmente come democrazia-modello... potrei parlare della triste situazione dei bambini angolani sempre più vittime delle mine antiuomo... o ancora fare un discorso sulla difficile situazione di guerriglia in numerose regioni della Repubblica Democratica del Congo... Per non dire dell'attuale crisi in Kenya (chi ne ha parlato più?) e delle possibili ricadute - non proprio positive, stando a quanto mi riferisce un amico fidato che fa su e giù da Embu da circa 20 anni - di un'eventuale elezione di Barak Obama alla presidenza USA... E di Gaza, e dei Territori, ne vogliamo parlare?...

Ecco, dovrei aprire un altro blog, mettermi ad approfondire, a studiare, e francamente non me la sento. Preferisco la sicurezza, magari un po' codarda, di parlare di ciò che conosco meglio.
Per la situazione del Tibet, ma anche quella del Rwanda, del Congo, dei Territori Palestinesi, del Kenya, dell'Angola e di altri paesi troppo spesso dimenticati, vi esorto a ricercare in rete tutte le informazioni possibili, di preferenza quelle alternative ai grandi media nazionali.

P.S. Ciò non toglie che, grazie alla sensibilità di alcuni colleghi presenti alla riunione sindacale di ieri, anch'io mi sia dotata di fascia rossa da legare al braccio, in segno di solidarietà con le mie sorelle e i miei fratelli tibetani...

3 commenti:

Isabel Green ha detto...

è perfetto anche così

TopolinoRosso ha detto...

Cara Mafalda,
concordo con ciò che dici.
E' importante che ognuno di noi si occupi di un "pezzettino" di genere umano. Mi sento "inadeguata" quando mi rendo conto, come educatore, di sapere poco sui bambini autistici, sulle problematiche dei bambini down, ecc. ecc., e magari qualche cosa di più sui malati di Alzheimer. Credo che i nostri limiti umani ci portano ad appronfondire quello che le nostre passioni ci portano ad approfondire. E credo sia un bene così. Importante è cercare il confronto e come mi hai detto tu quando sono venuta a trovarti, leggere i giornali per non essere fuori dal mondo, o comunqne non essere completamente immersi in quel pezzo di umanità di cui ci occupiamo.
ciao e bacetti

TopolinoRosso ha detto...

Rileggendo il discorso mi sembra un po'contorto. Ho spedito senza rileggere, da brava somara...
;))