01 marzo 2010

Io sono straniera

Oggi, primo marzo, ho aderito alla giornata nazionale di "sciopero degli stranieri".

Sono stata anche io una lavoratrice in terra straniera, per più di 10 anni. Certo, gli italiani in Brasile sono genericamente ben visti. Ma non posso certo nascondere la vergogna e la rabbia che provavo quando mi capitava di incontrare, soprattutto sulla spiaggia di Boa Viagem, drappelli di miei connazionali che appartenevano palesemente a una delle categorie più tristi del maschio italiano di mezza età: i turisti sessuali. Ecco una delle reputazioni che gli italiani sono riusciti a farsi in Terra Brasilis.
Ma non è l'unico elemento caratteristico dell'italianità, almeno di quella percepita dai nostri amici brasiliani. Siamo famosi anche per i nostri principali prodotti di esportazione, per esempio la mafia, le mafie. E poi per il ventennio di dittatura fascista di Mussolini, che spesso i telegiornali locali rammentano a proposito del signor Berlusconi. E per la corruzione politica, nella quale siamo stati i loro maestri (e i nostri allievi brasiliani sono bravi, bravissimi in quest'arte: non mi sorprenderei se in breve tempo ci superassero).
Infine, siamo famosi per la pizza. Ovvio, direte voi, è il piatto italiano più apprezzato nel mondo. Eppure, dovete sapere che la pizza in Brasile non è solo un piatto a base di pasta di pane, pomodoro, mozzarella e origano. È anche un simbolo.
Avete presente il modo di dire italiano "finire a tarallucci e vino"? Ebbene, in Brasile si dice "acabar em pizza"...

Non è facile essere stranieri e scrollarsi di dosso i pregiudizi che gli altri hanno su di noi, sul nostro popolo, sulla nostra lingua, sui nostri usi e costumi, sulla nostra politica.
Oggi mi sento particolarmente vicina e solidale con i fratelli e le sorelle che ho incontrato in Piazza del Nettuno: Pakistan, Senegal, Marocco, Ucraina, India, Nigeria, Congo, Colombia, Brasile, Moldavia e chissà quanti altri paesi erano rappresentati in quella piazza. Tutti accomunati da un unico desiderio, quello di rivendicare il loro sentirsi in parte italiani. Li capivo, li capisco. Anch'io dico sempre di essere metà italiana e metà brasiliana: perché io sì e loro no?

Siamo tutti stranieri, da qualche parte.

7 commenti:

Juliana Rossa ha detto...

Una bella riflessione!
Brava!

LuLu ha detto...

Oi Sandra!
Adorei seu texto. Coloquei um link no meu facebook! Obrigada pela solidariedade.
Beijo.
LuLu.

ERICA RITACCO ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
ERICA RITACCO ha detto...

Oi Sandra,

Suas reflexoes estao colocadas de maneira clara e realista. Nòs, brasileiros sempre criticamos o Brasil, que sem duvida tem uma sèrie de problemas, mas ainda assim somos sempre "solares". Damos muito valor ao estrangeiro que vai ao Brasil, nos esforçamos para que se sintam em casa. Nao consigo compreender como paises localizados no pulmao do mundo, ainda em 2010 conseguem ser racistas, e estamos falando de pessoas que tiveram familias espalhadas por todo o planeta em busca de oportunidades ou muitas vezes de sobrevivencia. Gente que no Brasil foi acolhida como GENTE. Eu sempre leio os comentàrios nos jornais italianos sobre os imigrantes. Sao na maior parte comentàrios racistas, que dizem que os imigrantes estao tirando o trabalho deles ou que os italianos sao mal pagos porque nao aceitam qualquer salàrio, enquanto os estrangeiros trabalham por qualquer coisa. E sobre esse tema, sinto muito pela ignorancia deles, primeiro porque precisam dos estrangeiros como mao-de-obra, uma vez que sao definitivamente um pais "velho", segundo porque eles nao estao dispostos a fazer qualquer trabalho e por fim, porque se acreditam que os estrangeiros sao os culpados por eles receberem baixa remuneraçao. Deveriam lembrar que os EXPLORADORES SAO OS PROPRIOS EMPRESARIOS ITALIANOS, AUXILIADOS POR UMA LEGISLAçAO QUE MAIS ME PARECE UMA BRINCADEIRA DO QUE COISA SERIA, UMA LEGISLAçAO QUE NAO DA NENHUM TIPO DE SEGURANçA NEM AOS CIDADAOS ITALIANOS. Serà que os imigrantes sao o problema real deles? Eles que possuem poucos problemas em relaçao a paises de terceiro e quarto mundo, mas precisam de muitooo para darem uma boa risada. Menos mal que na crise (tao alarmada), o Brasil nao sentiu tanto, porque sempre viveu em crise.

E para finalizar, em minha opiniao voce nao è meia italiana, mas sim MUITO MAIS DO QUE UMA ITALIANA. Voce e todos os descendentes sao "DI PIU".

Pode parecer que sò critico a Italia, mas nao è verdade. Gosto muito desse pais, de suas riquezas e do que ele pode te proporcionar em termos culturais, além disso tenho muitos afetos italianos, no entanto, quando o assunto é racismo, fica dificil nao se pronunciar. Desculpe pelo longo texto...
PARABENS PELAS COLOCAçOES E PELO ITALIANO.

Sandra B. ha detto...

Erica, io SONO italiana. Il mio commento era proprio nel senso che mi sento mezza brasiliana.
Che giornali leggi? Libero? La Padania? Ti assicuro che molti, molti giornarli italiani non parlano affatto degli stranieri nel modo che dici. Basta leggere La Repubblica, L'Unità, Il Manifesto - solo per citarne tre abbastanza importanti - ma anche La Stampa e altri, per rendersi conto che sono tantissimi gli italiani che NON difendono la cultura razzista. Lunedì in piazza c'erano moltissimi italiani, accanto agli stranieri. Persone che si impegnano in prima persona per contribuire all'integrazione, che lavorano CON gli immigrati (non "per" loro, con carità pelosa, ma "con" loro, in spirito di autentica collaborazione), che lottano contro la legge Bossi-Fini. Siamo tanti. Purtroppo la cultura leghista che fa appello alla pancia spesso grida più forte, mentre noi siamo impegnati a FARE cose e non abbiamo tempo di stare dietro a chi grida.
E poi, in termini di diritti, basta venire in Emilia Romagna per vedere che gli immigrati sono trattati esattamente come i cittadini italiani: usufruiscono dell'assistenza sanitaria, dei contribuiti per l'abitazione, dei posti in asilo nido. Fanno gli imprenditori (a Bologna nel 2008 le nuove piccole imprese sono state aperte in maggioranza da cittadini stranieri). Vengono a fare la dichiarazione dei redditi nel caf dove lavoro e vengono trattati con attenzione, avendo sempre cura di segnalare loro eventuali ulteriori diritti di cui potrebbero usufruire (spesso non sono informati). Insomma, non è tutto così negativo, e gli stranieri che erano in piazza lunedì sorridevano fra di loro, ma anche a noi che eravamo lì per testimoniare la nostra solidarietà.
Cerchiamo, almeno noi, di non alimentare la cultura della contrapposizione che tanto piace a Berlusconi, Bossi e compagnia bella. È una cultura che non fa bene a nessuno. Noi vogliamo l'integrazione, vogliamo camminare insieme e lottare insieme per i diritti e la legalità.

ERICA RITACCO ha detto...

Oi Sandra,

Eu leio La Repubblica e TG3 fundamentalmente. No entanto, tenho que admitir que quase todas as vezes que paro para ler o comentàrio dos leitores me chateio bastante. Nao me refiro ao artigos dos jornalistas, que valeria um capitulo a parte, e sim ao pensamento daqueles que leem os jornais.

Eu nao conheço Emilia Romana ainda, mas jà conheci como estrangeira imigrante inumeras cidades italianas e infelizmente notei diferença. Morei um ano em Trento e por ali entao nem se fala. Sao racistas, preconceituosos e prepotentes. Para voce ter idéia ali nao conseguimos nem nos inserir no mercado de trabalho. Entrei diversas vezes para entregar curriculo e simplesmente alem de olharem com cara de nojo, guardavam meu curriculo sem ao menos ler.

Por isso viemos para Milao, onde encontramos trabalho em seguida, uma vez que é uma Megalopole. Nao tenho interesse de alimentar essa cultura de contraposiçao, muito pelo contràrio, no entanto, nao posso ignorar todos os comentàrios preconceituosos que ouço com frequencia.

é claro que nao è tudo negativo, caso contràrio nao moraria mais aqui. A Itàlia tem a oferecer muito em termos de cultura e crescimento pessoal e isso é indiscutivel, mas ainda acho que da mesma forma que nòs estrangeiros aprendemos todos os dias com pessoas do mundo inteiro, o mesmo deveria ocorrer com a outra parte. Sim, estou generalizando, até porque eu tenho muitos amigos italianos, que nao se encaixam neste perfil que estamos falando.

Admiro seu trabalho e sei que serà realmente longo, mas muito vàlido, porque no mundo nao deve existir diferença entre os povos, basta serem simplesmente tratados como cidadaos, o que preve respeito e igualdade entre todos.

Reforço, estou sim generalizando, caso contràrio eu estaria sendo injusta com aqueles italianos que me deram a honra de ter suas amizades e que muitas vezes nao sao a favor dessa politica de Berlusconi

danilima ha detto...

lindissimo...tb postei no meu facebook..beijao