20 novembre 2006

20 novembre: Giornata della Coscienza Negra

Oggi, 20 di novembre, si celebra in Brasile il Dia da Consciência Negra.
Le comunità afrobrasiliane ricordano la morte, nel 1695, del leader Zumbi dos Palmares, fondatore e capo di uno dei più importanti quilombos, le comunità di schiavi fuggitivi.

Secondo le ricerche realizzate dall'IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística) nel mese di settembre, la popolazione che si dichiara nera o mulatta ha al proprio attivo una scolarità più bassa e un reddito medio equivalente alla metà, rispetto alla popolazione bianca. La ricerca si riferisce alla media delle sei principali aree metropolitane dell paese. Il tasso di disoccupazione di neri e mulatti è pari all'11,8% contro l'8,6% dei bianchi.
Sempre secondo l'IBGE, nelle sei aree oggetto della statistica si dichiara nero o mulatto il 42,8% della popolazione di età superiore ai 10 anni.

Malgrado il mito della secolare mescolanza etnica spinga a credere che in Brasile il razzismo non costituisca più un problema, i numeri respingono questa semplicistica interpretazione.
Nell'Università che ho frequentato durante il quadriennio 1999/2003, c'era un solo docente di colore. Sì, uno solo.
Recentemente sono state istituite delle quote che consentono agli studenti che si dichiarano neri o mulatti di avere un più facile accesso agli studi superiori. Anche per questo, in controtendenza rispetto a qualche decina di anni fa, sempre più persone si dichiarano nere o mulatte.

Personalmente, trovo discutibile che l'istituto nazionale di statistica includa ancora nei propri questionari la dichiarazione della razza. Ma dal punto di vista degli indicatori sociali si tratta, purtroppo, di informazioni che hanno ancora una loro utilità.

Un'ultima osservazione: la parola negro, da noi considerata "politicamente scorretta", è stata recuperata dalle comunità afrobrasiliane come simbolo della propria identità.
Il titolo di questo post, quindi, non contiene né refusi né offese, ma costituisce piuttosto un omaggio ai negri, miei fratelli e sorelle, che oggi in Brasile rinnovano la propria lotta per l'uguaglianza e la dignità.

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