16 gennaio 2010

Addio, Zilda. Una morte che riflette una vita

Il drammatico terremoto che ha colpito Haiti nei giorni scorsi ha lasciato numerose vittime brasiliane, specialmente fra i militari che compongono la forza di pace dell'ONU. Brasile e Haiti sono paesi amici e sono già partiti aiuti umanitari (alimenti, farmaci), mentre il presidente Lula ha promesso uno stanziamento di 10 milioni di dollari per la ricostruzione.
Ma la perdita sicuramente più grave per il Brasile è stata quella della dottoressa Zilda Arns, 73 anni, fondatrice della Pastoral da Criança (Pastorale dell'infanzia) e candidata per ben due volte al premio Nobel.
Chi, fra i miei lettori, nutre sinceri sentimenti anticlericali, avrà arricciato il naso al leggere "Pastorale dell'infanzia". Eppure questa attività, svolta da oltre trent'anni sotto l'egida della Conferenza Episcopale, ha salvato migliaia di vite umane e riscattato la dignità di centinaia di migliaia di donne.

Ho collaborato per anni con le attività della Pastoral da Criança. Nessuno pensi a una specie di catechesi per bambini, in realtà si tratta di un'intensa e capillare attività di prevenzione materno-infantile svolta su tutto il territorio nazionale grazie a una rete di volontariato senza paragoni in nessuna parte del mondo. La Pastoral fa capo alle diocesi, che a loro volta riuniscono le parrocchie; nelle parrocchie, la Pastoral è organizzata in nuclei comunitari. Lo scopo principale delle attività è raggiungere le madri di bambini fra 0 e 5 anni, iscriverle al nucleo comunitario e convocare riunioni mensili durante le quali i bambini vengono pesati. Il peso viene registrato su appositi cartoncini e su dei "registri" tenuti dalle coordinatrici locali (tutte donne volontarie appartenenti alle fasce più povere della popolazione). Attraverso il controllo del peso viene monitorata la salute del bambino, mentre contemporaneamente alle madri vengono fornite importanti informazioni riguardanti la prevenzione della denutrizione, l'alimentazione alternativa, la prevenzione e cura di semplici malattie (semplici, ma se colpiscono un organismo debilitato possono essere fatali), la contraccezione, la prevenzione sanitaria in generale.
Attualmente la Pastoral gode dell'appoggio dell'Unicef ed è stata "esportata" in numerosi altri paesi dell'America Latina e dell'Africa. 155.000 donne svolgono un servizio gratuito a tutela della vita dei più piccoli.


All'inizio degli anni '90, solo per fare un esempio, la Pastoral lanciò la campagna della "soluzione fisiologica fatta in casa" per combattere le conseguenze della diarrea infantile. Nelle comunità e nelle chiese, spesso alla fine della Messa o della celebrazione della Parola, veniva insegnato come preparare questa soluzione: un bicchiere d'acqua potabile, un cucchiaio di zucchero, un cucchiaino di sale. Una cosa semplice e alla portata di tutti ma che, con un martellamento costante e un intenso passa parola, ha consentito a migliaia di piccini di sopravvivere a una possibile, fatale disidratazione.

Zilda si trovava ad Haiti per parlare a una conferenza internazionale a nome della Conferenza Episcopale brasiliana. Donna schiva, aveva sempre evitato i riflettori. Si ricorda, in tutti questi anni, una sua sola partecipazione televisiva, a parte qualche breve intervista rilasciata ai telegiornali.
È morta come aveva vissuto, mentre svolgeva il proprio servizio. Il destino, o forse la provvidenza, hanno voluto che si trovasse ad Haiti proprio quando un devastante terremoto ha distrutto Port-au-Prince e annichilito buona parte della popolazione del paese più povero dell'America Latina. Ha saputo essere vicina agli ultimi anche nel momento estremo in cui ha consegnato la propria vita nelle mani di quel Creatore a cui aveva sempre affidato con fede ogni azione dell'esistenza.
Il Brasile è umanamente più povero, e lo siamo anche noi. Vi assicuro che mentre digito queste parole ho le lacrime agli occhi. Grazie, Doutora Zilda, per una vita spesa al servizio degli altri.

1 commento:

Unknown ha detto...

E grazie a te, Sandra, di avercela raccontata così bene. Io non la conoscevo e mi sono commossa lo stesso. Un abbraccio fino a lì