23 gennaio 2008

Saudade (e altro)

Questa volta tornare a casa è stato più difficile del solito. Sono tormentata dalla saudade, o forse dovrei dire dal banzo, cioè dalla malinconia di casa che colpiva gli schiavi portandoli lentamente alla morte. È pur sempre vero che la mia casa è qui, ma gestire una duplice appartenenza non è mai semplice e non ha soluzione: quando sono qui ho saudade di là, quando sono là ho saudade di qui. Non c'è pace.

La buona notizia di oggi è che il Brasile è migliorato di 27 posizioni nel ranking relativo alla mortalità infantile. Avrete letto sui giornali della pubblicazione del rapporto UNICEF secondo il quale, tristemente, nel mondo sono ancora 20 milioni l'anno i bambini che muoiono prima di aver compiuto i 5 anni di età (26 mila al giorno!).
In Brasile le cose vanno migliorando sensibilmente, in quanto il paese è passato dall'86º al 113º posto (su 196 paesi censiti); rispetto al 1990 l'indice è sceso del 65%, con una flessione più sensibile dal 2004 in qua (nello stesso periodo, la caduta calcolata su base mondiale è stata del 25%).

Speriamo di continuare a ricevere notizie positive come questa, anche se osservando la realtà da vicino non tutto è rose e fiori.
L'altroieri mattina, mentre tornavo dalla spiaggia, ho assistito a una scena per la quale non trovo aggettivi. Un uomo magrissimo era sdraiato sotto il sole fra il marciapiede e la strada, su una via abbastanza trafficata in pieno quartiere di Boa Viagem. Uno spazzino che stava lavorando lì si è subito dato da fare per soccorrerlo, mentre un sacco di gente (in maggioranza ben vestita) si fermava e osservava la scena da lontano. Si è scoperto che l'uomo (dall'apparenza semplice, ma vestito in modo pulito e ordinato) era svenuto dalla fame. Ho fatto un salto al self-service lì vicino e mi sono fatta preparare un contenitore da asporto (meno male che avevo un po' di soldi, di solito vado in spiaggia appena con due spiccioli per bere un'acqua di cocco); sentito l'accaduto, il padrone del ristorante oltre a farmi lo sconto ha aggiunto una bottiglietta di succo d'arancia. Sono tornata sul posto e ho lasciato il pacchetto allo spazzino, che nel frattempo aveva spostato il pover'uomo all'ombra mentre il capannello (che aveva continuato a guardare senza muovere un dito) si era disperso.
La strada da fare è ancora lunga, sia per combattere la fame sia per stimolare un senso di solidarietà più umano e autentico. Non è un caso se l'unica persone che si è fermata a prestare soccorso è stato un umile spazzino.

5 commenti:

TopolinoRosso ha detto...

carissima,
ben tornata! :)
... sì, convengo che tra gli umili si trovano gli affetti veri, empatia e compassione...
ciao

Labelladdormentata ha detto...

Chissà come sta ora quel poveretto...
Rudolph e io abbiamo guardato le foto...che rosicata!

marella ha detto...

Cara Maf, bellissimo il tuo reportage e bellissime pure le foto. Ben tornata!

Isabel Green ha detto...

o finalmente ci sono anche io!così non ci sentiremo solo su facebook ;)

Anonimo ha detto...

Abraços, flores, estrelas..