15 giugno 2006

Il problema agrario

Il Brasile possiede a tutt’oggi il maggior latifondo del pianeta (4,5 milioni di ettari); a fronte di 27.556 latifondisti che possiedono il 43% delle terre del paese, ci sono 4,6 milioni di famiglie di senza terra. Una delle conseguenze più gravi del latifondo è la scarsa utilizzazione della terra, per cui solo una minima parte di essa è effettivamente destinata ad attività agricole. I dati dell’ultimo censimento agricolo dell’IBGE mostrano come l’agricoltura cosiddetta familiare (meno di 100 ettari) sia in realtà molto più efficiente in termini sia economici che sociali. E’ da quest’ultima infatti che provengono cibo e lavoro, mentre va sottolineato che buona parte delle grandi proprietà terriere del Brasile sono in mano a compagnie straniere. Ma i brasiliani non si sono dimostrati spettatori passivi, dando vita all’importante Movimento dei Senza Terra (Movimento dos Sem Terra, MST), divenuto il simbolo mondiale della lotta contadina per la terra. La situazione permane comunque grave e caratterizzata da un lato dalle richieste sempre più pressanti al governo affinché realizzi la riforma agraria prevista nella Costituzione dell'88, dall’altro dall’aumento della conflittualità nelle campagne.

Il MST aveva nutrito la speranza che sotto il governo di Lula avvenisse un cambiamento radicale di questa situazione. In realtà, poiché Lula ha in mano il governo ma non la maggioranza in parlamento, parlamento che vede fra l'altro la presenza di una forte lobby di proprietari agricoli, realizzare interventi radicali a scapito della grande proprietà terriera non è stato, almeno fino ad ora, possibile. Tuttavia nel primo quadriennio di governo del PT sono stati realizzati numerosi interventi infrastrutturali negli ‘assentamentos’, cioè nelle terre già confiscate e affidate ai ‘sem terra’. La strada da percorrere prima che la situazione agraria brasiliana raggiunga un equilibrio accettabile fra grandi proprietari, mercato e piccoli coltivatori è ancora molto lunga…

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