22 giugno 2006

Indios e altre etnie

Studi archeologici recenti indicano che la presenza umana in Brasile risale a circa 50 mila anni fa. I popoli indigeni non accettarono pacificamente la Colonizzazione, ma anzi reagirono in differenti modi, a partire dai propri orizzonti di nativi: dalle guerre alla rielaborazione della cultura del colonizzatore, essi hanno messo in atto strategie di sopravvivenza. La colonizzazione è avvenuta, sì, ma con movimenti simili a quelli delle onde del mare, in un flusso e riflusso determinato dalla resistenza indigena nel corso degli ultimi 500 anni. Oggi essi costituiscono appena l’1% della popolazione, riunita in oltre 140 diverse popolazioni sparse per il paese e diversamente impegnate nelle lotta per il riconoscimento dei diritti sulle loro terre d’origine.

L’altra metà della popolazione è formata quindi da neri e mulatti ed è tra di essi che si registrano i numeri più alti di analfabeti, disoccupati, abitanti delle favelas.

Sebbene la quesione della discriminazione razziale sia ancora alquanto contraddittoria, non si possono per questo sottovalutare le risorse umane di quanti si considerano semplicemente Brasiliani, a prescindere dal colore della pelle. La ricchezza di tante diverse tradizioni viene espressa in forme infinite che vanno dalla musica alla cucina, dalla danza alla più umile delle espressioni artistiche.


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